Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
82 GIACOMO MOTTURA Nella resistenza all'applicazione della legge vediamo riaffiorare, a seconda che i luoghi o le occasioni le rendano possibili, antiche mano– vre di diversione, da quelle «morali» (denuncia della << cattiva vo– lontà dell'operaio» ad adottare le precauzioni preventive) a qudle «scientifiche» (sopravalutazione del dubbio diagnostico); ma le diver– sioni tipicamente moderne sono quelle <<giuridiche» e << politiche >1 1 • LA MEDICINA OGGI DI FRONTE ALLA SILICOSI: LA PREVENZIONE Tutto quanto si è detto conduce a una domanda: qual è il compito del medico di fronte alla silicosi? La medicina ha conseguito un notevole grado di efficienza nel ri– conoscere e nel definire la gravità della silicosi; ma si è rivelata finora impotente a curarla. Lo stesso vale per la asbestosi. Una volta che la trasformazione fibrosa ha preso un certo avvio nel polmone, la malattia procede con decorso inesorabile. È pur vero, che a parità di lavoro, di età e di ogni altra apparente condizione pre– liminare non tutti gli operai si ammalano con pari facilità e con pari gravità. Vi sono vecchi minatori e sabbiatori che all'esame radiografico presentano appena una lieve disseminazione di piccole ombre nodu– lari nei polmoni, senza notevoli disturbi; altri invece devono abban– donare il mestiere dopo pochi anni. Ma purtroppo noi non siamo in grado di riconoscere in precedenza le condizioni di questo privilegio 1 Disponiamo di un efficace esempio odierno, cioè lo sciopero del febbraio 1949' tra i minatori di amianto della Canadian Johns-Manville Corporation di Asbestos, du– rato 4 mesi e mezzo. Le rivendicazioni principali riguardavano il riconoscimento dell.1' necessità di eliminare la polvere, miglioramenti salariali e sindacali, assicurazione contro infortuni e malattie. I minatori si lagnavano inoltre della lunghezza delle procedurrr legali e della politica antisindacale del governo. La Compagnia incomincia col dichiarare illegale lo sciopero (diversione giuridica) e poi, in un rapporto agli azionisti, dichiara che << il punto cruciale dello sciopero è l'insistenza che i capi del sindacato mettono ad accaparrarsi una parte dell'autorità e– del controllo sull'amministrazione: una dottrina rivoluzionaria che pretende di sotto• mettere al loro potere di veto il diritto finora incontestabile dei proprietari a scegliere liberamente gli amministratori dei propri beni 1> (diversione politica con appello al sacro diritto di proprietà). La sostanza delle rivendicazioni non compare. Seguono il reclutamento di crumiri, la minaccia di licenziamento e di sanzioni sulla posizione di anzianità, e infine scontri con i poliziotti << grottescamente armati fino ai· denti con pistole, mitragliatori, bombe lacrimogene: una vera provocazione ». Queste parole di esecrazione, come i dati che precedono e molti altri egualmente interessanti, si leggono nella corrispondenza dal Canadà di Civiltà Cattolica, quad. 238" del 3 clic. 1949, intitolata L'opera del clero e della gerarchia cattolica nello sciopem dell'amianto. Risulta che l'Arcivescovo di Québec ha preso risolutamente le parti dej BibliotecaGino Bianco
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