Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

IL MlTO La parola mito è a ragione oggi alquanto screditata. Ma adoperan– dola per indicare quell'interiore immagine estatica, embrionale, gravi– da di sviluppi possibili, che è all'origine di qualunque creazione poeti– ca, non crediamo di parlare un linguaggio mistico né estetizzante. Sem– plicemente, condensiamo in una parola un complesso discorso storico e una convinta poetica che su di esso si appoggia e si giustifica. Nel mito vero e proprio c'imbattiamo ogni volta che ci accade di riandare nel tempo all'inizio di un'epoca di poesia. Risalendo il cam– mino della civiltà di qualunque popolo vediamo le sue varie espres– sioni di vita colorirsi sempre più di miticità, finché viene il momento che nulla più si fa né si pensa nell'àmbito della tribù che non dipenda da un modello mitico. Che cosa significa questo dipendere? Le varie usanze quotidiane e festive, il linguaggio, le tecniche, le istituzioni e le passioni, tutto si modella su fatti accaduti una volta per sempre, su divini schemi che in un senso non soltanto temporale sono all'origine di ogni attività - qualcosa, per accadere, ha bisogno d'esser già acca– duto, d'essere stato fondato fuori del tempo. Il mito è ciò che accade– riaccade infinite volte nel mondo sublunare eppure è unico, fuori del tempo, così come una festa ricorrente si svolge ogni volta come fosse la prima, in un tempo che è il tempo della festa, del non-temporale, del mito. Prima che favola, vicenda meravigliosa, il mito fu una sem– _ plice norma, un comportamento significativo, un rito che santificò la realtà. E fu anche l'impulso la carica magnetica che sola poté indurre gli uomini a compiere opere. Tutto ciò non è nuovo. L'ha chiarito la ricerca etnologica attra– verso discussioni appassionate e pedanti, e la croce - implicita o espli– cita - della disputa fu il presunto prelogismo dei primitivi, la questio– ne se quei nostri antenati pensassero secondo schemi concettuali e legge di causalità o non piuttosto secondo una mistica legge di partecipazione, la magia, l'arbitrio animistico. Qualcuno si è addirittura chiesto.se real- Biblioteca Gino Bianco

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