Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
46 CLAUDIO NAPOLEONI sua positività quando, per mantenere se stessa, attenua la formazione delle possibilità di accumulazione 6 • Mettendo ora a confronto il comportamento liberista con quello pro– tezionista, possiamo dire che il primo, come abbiamo visto, garantisce il processo di concentrazione del capitale e quindi lo sviluppo delle pos– sibilità di accumulazione, mentre distrugge progressivamente, in quan– to progressivamente elimina la concorrenza, quell'elemento che è capace di realizzare fino in fondo tali possibilità di accumulaziòne; mentre il secondo cerca di mantenere il più possibile a lungo la struttura concor– renziale, attenuando però inevitabilmente la formazione di reddito accu– mulabile, per rientrare poi in definitiva nell'ambito del comportamento liberista. Chiariamo ora in che senso la forma protezionistica di intervento, per analogia con il sistema corporativo medioevale, può essere definita corporativa. Il protezionismo si trova di fronte ad un mercato che a causa di un determinato intervento nell'economia, l'intervento borghese, tende a raggiungere una fase di funzionamento monopolistico, con conse– guente divaricazione dei prezzi dai costi. Ora abbiamo già detto che questa tendenza al monopolismo, quando esiste l'intervento borghese, discende necessariamente dal naturale sviluppo verso la concentrazione e i bassi costi. Orbene il protezionismo si oppone al necessario sviluppo in senso monopolistico del mercato, opponendosi simpliciter al suo svi– luppo naturale. Ma anche la corporazione medioevale si opponeva ad un funzionamento di mercato ed è precisamente in questo senso che il pro– tezionismo può essere detto corporativo, con la differenza che il mercato cui si oppone la corporazione medioevale non ha ancora le condizioni strutturali per essere un mercato naturale, cioè non è tale, a causa proprio della mancanza in esso dell'accumulazione, da assicurare uno sviluppo produttivo maggiore di quello assicurato dalle corporazioni stesse; mentre il mercato che viene limitato dal protezionismo ha già le condizioni strutturali per essere un mercato naturale, cioè è tale, proprio perché in esso c'è accumulazione, da assicurare uno sviluppo produttivo maggiore di quello consentito da quel qualsivoglia intervento che limiti 'l'accumulazione stessa. 6 A questo proposito si veda il Discorso sulla q11estzone del libero scambio di Marx (riportato in Miseria della filosofia, ed. Rinascita, pagg. 157-171). Marx riconosce che il libero scambio costituisce per il sistema una forza di espansione, mentre il pro– tezionismo ne frena lo sviluppo. Egli vota perciò in favore del libero scambio perché questo porta alle sue estreme conseguenze il sistema capitalistico, conseguenze estreme che per Marx sono la condizione per la rivoluzione. BibliotecaGino Bianco
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