Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
38 CLAUDJO NAPOLEONI polio, mentre gli accordi monopolistici di cui ci stiamo occupando sareb– bero subito in atto nel sistema fin dal principio. Da parte dei consumatori dei prodotti artigiani (cioè tutta la popo– lazione cittadina e parte almeno di quella delle campagne) c'è eviden– temente una tendenza opposta, la tendenza cioè a chiedere dei prezzi inferiori non solo ad eventuali prezzi di monopolio da parte degli arti– giani, ma inferiori anche ai prezzi ai quali tutta la possibile (cioè non sottoposta ad accordi monopolistici) produzione artigiana può essere venduta. Ora è evidente che la tendenza dei consumatori, se può avere un'efficacia nei riguardi di eventuali accordi di monopolio, non può averne nessun'altra; infatti il limite all'espansione della produzione, èlovuto alla mancanza di accumulazione, pone anche dei limiti inferiori ai prezzi: se questi ultimi scendessero al di sotto di tali limiti, cesse– rebbe l'equilibrio tra domanda e offerta. , È questa la situazione nella quale nasce la corporazione. La corpo– razione, al suo sorgere, è essenzialmente un intervento nella produzione da parte della società comunale nel suo complesso. Essa cioè non è un accordo privato tra i produttori. Anche se è su iniziativa di questi ulti– mi che l'accordo comincia a nascere, la. corporazione è tuttavia un fatto di organizzazione della produzione che interessa in modo diretto lo Stato comunale e nel quale lo Stato comunale interviene come elemento determinante. La corporazione viene ad essere in tal modo il punto di incontro o, se si vuole, di compromesso tra le pressioni in senso opposto esercitate rispettivamente dai produttori artigiani e dai consumatori del comune e del contado. Essa da un lato impedisce restrizioni quantita– tive artificiali alla produzione con conseguenti rialzi dei prezzi e, dal– l'altro lato, fissa il livello dei prezzi al minimo livello consentito dal limite strutturale alla produzione. Il concetto medioevale di « giusto prezzo» è per l'appunto l'espressione, inevitabilmente giuridica e non economica, di questa azione diretta a garantire quel prezzo che è « giusto » per tutti, perché tende a massimizzare la somma dell'utile dei produttori e dell'utile dei consumatori 1 • Ciò posto è bene tener presente, anche e soprattutto per le conside- 1 È da considerarsi perciò erronea una delle interpretazioni correnti della corpora– zione, quella cioè che la considera accordo monopolistico fin dall'inizio. Vedremo in quale momento e sotto quali condizioni la corporazione divenga un fatto monopolistico. Essa è senza dubbio, e fin dall'inizio, una forma di « difesa » dei produttoti, ma ciò da cui i produttori vengono difesi è semplicemente un livello di prezzi che la produzione senza accumulazione non può strutturalmente sopportare. BibliotecaGino Bianco
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