Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

IL CORPORATIVISMO 37 duttiva artigiana è funzione di tale divisione del lavoro, al contrario di ·quanto avverrà nella produzione capitalistica in cui è la divisione del lavoro che, in quanto cessa totalmente di essere naturalistica, diviene funzione dell'organizzazione dell'unità produttiva. La « dimensione aziendale » nella produzione artigiana non può perciò superare certi limiti, e la produttività del lavoro è molto bassa. Il che significa che il reddito proveniente dalla produzione, pur eccedendo le capacità di consumo dei partecipanti alla produzione stessa, le eccede in modo pura– mente accidentale e non sistematico. D'altra parte la mancanza, per le condizioni della società medioevale, di un ampio mercato di una mano d'opera che disponesse liberamente della sua forza--lavoro impediva eh~ questa eccedenza potesse essere utilizzata direttamente per allargare la produzione. Ora se definiamo accumulazione il reinvestimento nella produzione di una parte del reddito, possiamo dire che la produzione artigiana si svolge essenzialmente senza accumulazione. Essa si svolge perciò, per usare un'espressione di Schumpeter, come « Circular Flow » o, per usare un'espressione di Marx, come « riproduzione semplice». È questa la caratteristica fondamentale della produzione artigiana delle città medio– evali. Il volume totale di questa produzione ha perciò un limite oltre il quale non può andare. Tra le conseguenze di ciò, quella che ora più ci interessa è il fatto che il limite alla produzione significa altresì limitò al numero dei produttori. Ciò non vuol dire che qualche produttore nuovo non possa entrare a far parte della produzione artigianale, ma vuol dire però che l'entrata di produttori nuovi non è essenziale al sistema ma è semplicemente accidentale, poiché non esiste nel sistema un incentivo costante che la determini; il che ha la sua manifestazione in una pratica fissità del numero dei produttori. Da ciò deriva che è sempre possibile per i produttori stringere degli accordi che mantengano il volume della produzione e i prezzi delle merci a quei livelli che garantiscano il massimo utile. È possibile cioè che, proprio in virtù del limite strutturale del sistema di produzione, vengano stabiliti dei limiti di produzione ancora inferiori per mezzo di accordi di tipo essenzialmente monopolistico. Diciamo « essenzialmente » monopolistico perché questi monopoli sarebbero geneticamente diversi dai monopoli che sorgono in regime capitalistico. Questi ultimi infatti nascono come risultato dello sviluppo di un sistema sorto originaria– mente non monopolistico, ma che porta con sé virtualmente il- mono- Biblioteca Gino Bianco

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