Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
26 MARIO MOTTA Lo stesso vale per il secondo problema, se la realtà culturale sia riducibile a realtà pratico-politica senza residui. Insolubile sul vecchio piano, sul piano nuovo esso diventa solubilissimo. Insolubile sul vecchio piano: anche qui è sintomatica una domanda di Gramsci che si chiedeva, conscio della difficoltà di rispondere, se « la filosofia non è proprio ciò che residua dopo questa analisi per la quale si identifica ciò che è sociale nell'opera del filosofo» 16 • Presto solubile, invece, sul piano nuovo: dove si capisce bene come la « filo– sofia » non possa essere « ciò che residua» per il semplice motivo che non ci sono « residui ». Pei:ché la teoreticità, in altre parole, non è mai pensabile come un nucleo intorno a cui si dispone, simile a un invo– lucro, qualcosa che sarebbe la socialità, ma teoreticità e socialità sono entrambi caratteri necessari del fatto culturale intero: uno in concreto e tuttavia distintamente considerabile sia sotto la specie del primo che del secondo carattere. Per cui si può dire che non solo l'opera più alta di poesia ma anche la più semplice e immediata proposizione di. un programma di partito va pensata come un fatto conoscitivo; cosl come d'altra parte non solo del Manifesto dei Comunisti ma anche della Summa theologica e perfino delle nature morte di un Cézanne bi– sogna comprendere che concorrono praticamente a costituire, rappre– sentandola, mantenendola o modificandola, una precisa situazione so– ciale. E, per finire, si può accennare ad un altro problema, che sopra non ho ricordato ma che pure esiste ed è fra i più annosi e sconcer– tanti: il problema del carattere classista o partitario della cultura. Com'è naturale la critica anti-marxista è sempre stata ed è tuttora ostinatissima nel suo rifiuto di riconoscere alla cultura questo carattere; il quale per altro non sembra consequenzialmente sostenibile sul vec– chio piano senza negare il valore universale della conoscenza (e quindi senza affermare, in senso solipsistico, la sua illusorietà). Distinguendo tra cultura in quanto materialmente determinata e cultura in quanto tale la cosa cambia aspetto. Carattere classista e carattere sociale sono infatti omogenei - il primo non è altro, per essere precisi, che una specificazione del secondo. Come il secondo pertanto anche il primo può venire affermato senza contraddizione col carattere teoretico; ba- 16 Mat. stor., cit., p. 234. BibliotecaGino Bianco i'
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