Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

24 MARIO MOTTA Un esempio molto semplice varrà a chiarire quanto precede. Pren– diamo un albero, un sasso, un uomo. Si potrebbe dire che sono iden– tici? Evidentemente no. Tuttavia, nella e per la loro determinatezza materiale, si può dire che sono necessariamente equivalenti. E tali in– fatti li considera a buon diritto il fisico che appunto in questa loro de– terminatezza li studia: come corpi aventi una massa, poniamo, o un peso, o un volume, ecc. Per cui sarà anche lecito affermare che tra di essi, dal suo punto di vista, non vi è differenza. Ma solo dal suo punto di vista. Mentre da quel punto di vista che li considera nella loro es– senziale identità, in quanto sono quello che sono, una tale affermazione risulterà del tutto insostenibile; a meno di cadere ciecamente nell'assur– do cui abbiamo accennato. Lo stesso deve dirsi, pertanto, della cultura. A proposito della quale resta solo da chiedersi che cosa mai debba intendersi quando se ne parla come di un quid essenzialmente identico a se stesso, cioè fornito di un valore specifico, cioè ontologicamente sussistente. La risposta la si può dare con termini tolti allo stesso Marx. La cultura in quanto ontologi– camente sussistente, ossia « la coscienza » come tale, non è altro che il « sapere come sapere, il pensiero come pensiero» 14 • In breve: è la cul– tura considerata come strumento di comprensione (la « filosofia » come « ciò che è filosofico», l'arte come ciò che è estetico, la scienza come ciò che è scientifico, ecc.). Appare allora chiarissimo un fatto: dire che è solo se presa nella sua determinatezza materiale che la « coscienza » può venire conside– rata come storia nel senso marxiano, cioè come « essere sociale» e quin- di, in ultima analisi, come « strumento di governo », equivale a dire che è solo se presa nella sua determinatezza materiale che la realtà culturale può ridursi a realtà pratico-politica senza per ciò stesso vanifi– carsi come realtà teoretico-conoscitiva. Ma si è già visto che questo - di riuscire a evitare una simile vanificazione - è appunto il problema centrale da cui direttamente dipende il valore del concetto di ideolo- ~ gia. Risulta così dimostrata, insieme con la sua capacità di risolvere in modo soddisfacente tale problema, l'essenziale giustezza della mia tesi. . È facile adesso far vedere come sulla stessa ba~e si riescano a risol- 14 Marx usa questi termini per definire la « coscienza » nei Manoscritti, cit., p. 181. BibliotecaGino Bianco

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