Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
IL CONCETTO DI IDEOLOGIA 23 lismo aveva ridotto a un'!<essenza... diventata completamente indiffe– rente di fronte ad ogni determinatezza reale e perciò diventata ir– reale» 13 • Ora è chiaro che solo tenendo conto di questa affermazione e con– servando tutta la verità che essa contiene è possibile vedere la cultura, al pari di ogni prodotto dell'uomo, come qualcosa di concretamente storico, di terreno, di pratico-sensibile, di materialmente determinato e determinabile: quale Hegel ignorava che fosse e quale invece io deci– samente, nelle righe di cui si discute, ho ammesso che sia. Con un'unica, ma importantissima, avvertenza: che questa sua materiale e storica determinatezza non va in alcun modo confusa con quella che ho chia– mata la sua essenziale identità; pena un radicale errore teoretico. Infatti. Se una simile confusione avvenisse; se cioè la cultura fosse essen– zialmente riducibile alla sua determinatezza; ossia ancora se, per usare parole di Marx, la « coscienza » fosse intrinsecamente risolubile nel· suo « essere sociale », avremmo che in tale « essere sociale » si esaurirebbe necessariamente la sua stessa consistenza specifica, o formale, o ontolo– gica. Ma allora la cultura o la « coscienza » in quanto tali cesserebbero di essere. E ancora. Se la cultura in quanto tale fosse simpliciter identificabile con la sua determinatezza storica (quindi sociale, quindi politica), per- , ciò che si è detto più addietro anche ogni manifestazione culturale lo sarebbe. Avremmo allora che arte:;,scienza, filosofia, religione, ecc., es– sendo tutte insieme identiche alla realtà politica, sarebbero del pari tutte identiche fra loro: l'arte sarebbe identica alla scienza, la scienza alla fi– losofia, la filosofia alla religione, ecc. Ma ciò è manifestamente falso. Per contro, se si ammette che arte, scienza, filosofia, ecc. sono sem– plicemente commensurabili, nella e per la loro determinatezza storica, alla realtà politica, si ha che esse rimangono tutte intrinsecamente di– la cultura rimane identica a se stessa, cioè continua ad essere e a sus– verse tra loro, vale a dire identiche a sè stesse. Cosl come in generale sistere in quanto tale, qualora si ammetta che è solo esistenzialmente e non essenzialmente che essa è riducibile alla sua determinatezza sto- . rica (quindi sociale, quindi politica). l3 Questa è una delle definizioni fondamentali che Marx dà del « valore specula– tivo ideale dell'uomo» secondo Hegel. Vedi MARX, Manoscritti economico-filosofici del 1848, Einaudi, Torino, p. 169. Per un esame più approfondito del pensiero di Marx vedi poi l'ultimo paragrafo di questo saggio. Biblioteca Gino Bianco
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