Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

18 MARIO MOTTA Già in Marx difatti la denuncia dell'erroneità di una concezione di tipo marxista-meccanicista risulta qua e là dichiarata, oltre che ovunque implicita. In Engels la denuncia si dispiega, e assume l'aspetto di un insistito ammonimento. In Lenin alfine esplode sotto forma di violen– tissima polemica, fino a diventare una delle rivendicazioni teoriche cen– trali di tutta la sua opera. Il concetto di ideologia, dice in sostanza Lenin 5 , è valido solo se la realtà culturale da esso significata si intende ridotta alla realtà sociale e politica non in un senso, appunto, meccanicistico, ma in un senso dia– lettico. Ovverossia, se non la si considera come un mero riflesso passi– vo, come un prodotto puramente documentario della situazione storica da cui sorge, ma come un fatto capace di inserirsi attivamente nella situazione stessa e di trasformarla. Il principio della dialet– ticità qui vale dunque, sulla scorta della interpretazione engelsiana, come principio dell'« azione reciproca»; ed è giusto da tale principio che Lenin fa discendere la sua tesi. Ma dicevamo: sulla scorta della inter– pretazione engelsiana. Si pensi a questo e si capirà come a buon diritto Lenin si richiami, affermando l'efficacia « mobilizzatrice » della « teo– ria», alla genuina tradizione marxista. Si pensi inoltre che è proprio su questa affermazione che egli costruisce la teoria del partito bolsce– vico 6 ; si pensi infine che è nell'esistenza e nell'opera medesime del par– tito bolscevico che questa affermazione trova la sua migliore verifica pratica, e, tutto sommato, si capirà bene perché la posizione di Lenin rispetto al problema delle ideologie finisca per diventare assolutamente classica e capace di decidere, in seno al pensiero marxista, tutte le posi– zioni future. Come quella di Stalin, di cui è inutile parlare giacché non si tratta che di una conferma che sanziona e potenzia, ma non altera, il punto precedentemente stabilito 7 • Un cenno particolarissimo merita piuttosto Gramsci, del quale in certo senso si possono dire lei stesse cose che si son dette di Lenin. Con 5 Inutile citare luoghi. particolari. La concezione di Lenin è esplicita si può dire in ciascuna delle sue opere. Si veda se mai specialmente Che fare? da LENIN, Opere scelte, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1946, voi. I, pp. 142-258. 6 Vedi la famosa frase « senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario », che è come la bandiera della lotta leninista contro la teoria della « spon– taneità » senza la quale « non sarebbe neanche stato possibile pensare alla creazione in Russia di un partito operaio indipendente e a una sua funzione dirigente nella rivoluzio– ne», STALIN, Questioni del leninismo, edizioni in lingue estere, Mosca, 1946, p. 24. 7 Vedi Questioni del leninismo, cit. BibliotecaGino Bianco

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