Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
IL CONCETTO DI IDEOLOGIA 17 che mai insufficiente, altrettanto insufficiente risulta la sua semplice affermazione. Per due motivi: innanzitutto perché non esiste conclusiva discussione scientifica ove non si cerchi di rivendicare, « comprendere e valutare realisticamente le ragioni dell'avversario» (Gramsci); e questo è vero in generale. In secondo luogo poi perchè, nel caso particolare che abbiamo di fronte, comprendere le ragioni dell'avversario significa accorgersi che esse muovono dalla stessa fondamentale preoccupazione che hanno sempre dimostrato di avere gli autentici marxisti: la preoc– cupazione che le idee, nell'atto stesso in cui se ne afferma l'ideologicità, corrano il ris~hio di perdere la loro consistenza; ossia che la realtà culturale, una volta ridotta a realtà politica, non venga in qualche modo a «vanificarsi» (Gramsci). Vedremo poi quale senso preciso debba attribuirsi a questa vanifi– cazione perché il timore dei critici e dei marxisti possa risultare fino in fondo ragionevole. Per ora limitiamoci a ripetere che esso si è storica– mente verificato, e non a caso. È nota infatti l'esistenza di quella cor– rente del pensiero marxista che il leninismo definisce di solito « mecca– nicistica» o «volgare». Ora, con questa corrente il pericolo di cui stia– mo parlando si è realizzato in pieno, nella sua forma più esplicita e più immediata. Vanificazione della cultura in senso pressoché letterale; cioè con– cezione delle « idee » come « fenomeni o prodotti derivati », come fatti illusori, futili, fittizi, passivamente documentari, puramente coprenti in– teressi reali e pertanto irreali essi stessi, ecc. ecc.: tale è stata la conse– guenza che il meccanicismo ha creduto di dover trarre dalle premesse marxiane. Su questa base il concetto di ideologia era irrimediabilmente destinato a invalidarsi. Non a caso, del resto, fu proprio con i meccani– cisti che esso incominciò ad assumere quel significato peggiorativo che ancor oggi molti gli attribuiscono: lo stesso che è tipico della parola ideologo nell'uso che ne fa il linguaggio comune per indicare un astrat– ~o predicatore di miti. La linea marxista classica pertanto reagì a questa tendenza fin dal momento in cui sorse, e in certo senso ancor prima che sorgesse. Quasi sempre indirettamente, cioè assorbendo il problema del concetto dì ideo– logia in quello più generale del concetto di soprastruttura; sempre, poi, identificando l'aspetto che abbiamo chiamato metodologico del proble– ma - il valore del concetto - con quello della sua interpretazione; ma comunque vi reagì: e lo fece con grande e ininterrotta fermezza- Biblioteca Gino Bianco
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