Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

LETTURE ALESSANDRO MANZONI INIZIO DEL CAP. XII DEI PROMESSI SPOSI Ci sono al mondo molte pagine che oggi importa rileggere, e non solo per gusto accademico: ecco il senso di questa rubrica. Vi appariranno cose diverse, scritte in tempi diversi e animate da pensieri diversi; senza un necessario riferimento ai problemi trattati in altre parti della rivista oppure, quando capiterà, con un riferimento preciso. Come questa volta, in cui la descrizione manzoniana della sommossa popolare contro i fornai milanesi e l'analisi della situazione economica che la provoca ha col saggio di C. Napoleoni sul corporativismo un nesso evi– dente e così stretto da rappresentare quasi una verifica di alcune sue tesi. Il medesimo saggio, d'altra parte, può servire in tal caso come intro– duzione a un aspetto del pensiero manzoniano che, per essere poco sotto– lineato e studiato, non è perciò meno importante, e finisce anzi col risultare una delle chiavi di volta del suo complesso edificio ideale. Poiché il Manzoni, e queste pagine lo dimostrano con singolare chia– rezza, fu in economia un seguace disincantato, senza dubbi e senza spe– ranze, della scuola classica smithiana e ricardiana; e tale rimase fino alla morte. Ciò ebbe molte conseguenze. Le accurate postille alla Ricchezza delle nazioni, segno di lunga dimestichezza e di studio appassionatissimo, non cessarono infatti mai di fruttificare nel suo animo; e una delle radici pro– fonde della sua posizione di cattolico liberale sta proprio qui. Ma in questa sede non conviene dir altro. Basti aggiungere, per indi– care una linea di ricerca e di critica degna di esser percorsa, che quella rassegnazione di fronte alla storia, quella passività dinnanzi agli avveni– menti, quella convinzione lucida e amara che gli umili e i deboli non possono non essere oppressi, quella stessa fiducia nella Provvidenza non mai libera del tutto dal fatalismo trovano una loro spiegazione nel con– vincimento nitido e fermo che il mercato borghese ha leggi immo– dificabili e inflessibili come quelle della natura e che le catastrofi econo– miche, inevitabili come i cataclismi, non possono al pari di que,sti essere BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy