Critica Sociale - anno XLII - n. 17 - 1 settembre 1950
CRITICA SOCIALE 239 teressi, e che si va alla rovina se si lascia al nemico il monopolio - sia pur arbitrario e sordido - di quelle necessarie solidarietà. Serrati si esprime co– me se alla « conquista » delle forze armate fossero bastati modi meno sguaiati, mentre essa dipendeva, essenzialmente; dalla capacità del movimento socia– lista di mostrare l'identità dei suoi fini e dei suoi mezzi con l'interesse generale del paese nella crisi del dopoguerra, di guadagnare la fiducia de lla na– zione, di esorcizzarne le angosce, di risolver.ne i pro. blemi, di assumere in nomei suo e al• suo s ervizio il potere. Le stesse formule che si frappongono tra la realtà e ,jl « buon senso » di Serrati gli impediscono poi di passare da questo « buon senso » a una linea p"oli– tica giusta e conseguente. Per giungervi, Serrati avrebbe dovuto riconQscere apertamente che Turati aveva avuto, e, in ogni caso, aveva ormai ragione, e che tutto o molto poteva salvarsi alla condizione che il movimento socialista vedesse chiaramente che, per salvare se stesso, doveva a•ccettare, sol– lecitare tutte le possibilità che gli avrebbero per– messo di salvare il paese. Ma come riconoscere que– sta comunione di destini, se .tutto è dettato a priori· dalla fatale « lotta di classe», e come trovare il punto d'appoggio dottrinale che permetta di com– piere con fermezza e con efficacia la grande ma– novra? Non appena Serrati - di cui la vita e la morte han provato il coraggio - si trova in un consesso e deve affrontare le diatribe e l'ironia dei suoi amici massimalisti che gli gridano, puntando il dito, Tu quòque!, egli dimentica, sopprime nella sua coscienza gli sfoghi della vigilia e si ripiega su una « intransigenza » verbale, che copre un di– sperato nullismo, non abbastanza confessato per– chè imponesse di lasciare ad altri il timone, ma operante in sordina in modo da paralizzare e squa– lificare il partito. Dopo aver impedito una visione compiuta della situazione, gli schemi mentali ,tra– dizionali, aggravati dall'ipoteca della « fatalità », impediscono di salire dalla realtà a un pensiero po– litico che vinca il caos, illumini cose e coscienze e indichi i punti d'applicazione dell'azione sociali– sta. Perchè Serrati vedeva tra la realtà e la sua « dottrina » uno sfasamento irreparabile, non c'era che da ritirarsi dalla lotta, nel cui 'labirinto c'erano troppe trappole, e conservare l' · « ideale » nella spe– ranza che un giorno, forse, la lontana Russia avreb– be potuto, con le sue forze politiche e militari cre– scenti, ristabilire l'unità dell'azione e dei « prin– cipi », ormai definitivamento compromessa in Italia. Di questa rinuncia, di questa evasione, l'adesione successiva di Serrati all'Internazionale comunista non è stata che l'ultimo atto, una fuga in avanti per la stessa china, movendosi sulla quale egli aveva tanto contribuito a rovinare il movimento socialista e l'Italia. ANGELO TASCA BANCA POPOLARE DI MILANO Società CooIJerativa a r. I. - Fondata nel 1865 SEDE CENTRALE MILANO Piazza Francesco Crispi n. 4 Capitale L. 119.126.000 Fondo di riserva L. 148.574.622 al 31 dicembre 1949 TUTTE LE OPERAZIONI E TUTTI I SERVIZI DI BANCA NELLA PIU' ACCURATA ESECUZIONE BAN(lA AUTORIZZATA al COMMERCIOdei CAMBI Biblioteca Gino Bianco Una guida ri•voluzione- a Il a {continuaz. dal n. pr.ec, ed.) Il rivoluzionario, d'altro lato, -deve essere un fa– natico, con quel fanatismo che può sfociare in fer– vore religioso, o in ardente nazionalismo, o nella . crudeltà di uno spietato uomo senza scrupoli: e co– me abbiamo visto recentement~ nell'Europa Orien– tale, esso può sfociare in tutte e tre le cose con– temporaneamente. Se il comunismo è una religione la Russia è il paese più religioso del mondo; esso è anche il più nazionalista e certamente il più spie– tato; i socialisti ed i socialdemocratici sono i suoi peggiori nemici.. Tutte queste cose sono sgorgate naturalmente , dai principi che Dostoievsky ha e– nunciato. E' impossibile riprodurre interamente il complesso delle sue argomentazioni perchè esso scaturisce da molti dialoghi e scene del romanzo, ma ecco alcune citazioni caratteristiche: « Il Socialismo è, per sua stessa natura, legato al– l'ateismo... perchè esso intende fondarsi esclusiva– mente... sulla scienza e sulla ragione... (Ma) un ateo non può essere russo; un ateo cessa all'istan– te di essere russo. Nessuna nazione è stata fonda– ta ... sulla scienza e sulla ragione. La naziol').e è stata fondata ... sulla scienza e sulla ragione. La nazione viene costruita su un'altra forza... con la ricerca di un dio, che deve essere il suo proprio dio, men– tre la fede in lui non può che essere l'unica vera ... Ma vi è una sola verità e perciò una sola nazione possiede i.l vero dto e questa nazione è la Russia .. ». Da questi semplici principi egli procede all'identi– ficazione del nazionalismo, della religione e della rivoluzione come tre manifestazioni del genio rus– so. S·embra strano oggi applicare queste parole alla Russia che è ufficialmente atea. Ma non è strano, perchè la religione che era stata scacciata sotto una forma è ritornata sotto un'altra, e comunque questa forma si chiami, i russi sono tanto religiosi oggi quanto lo erano in passato. Dostoievsky previde lo svolgersi degli eventi. In principio uno dei suoi ri– voluzionari dice: « Sè in Russia vi deve essere una insurrezione, dobbiamo cpminciare ad inculcare l'a– teismo». Ma in seguito egli fa notare « che non è mai esistita una nazione senza religione; voi sapete perfettamente che avete bisogno della religione per abbrutire il popolo». Questo forse può essere chiamato un punto di vi– sta essenzialmente comunista, ma non certo socia– lista ed ecco perchè è importante la distinzione di Dostoievsky: il suo rivoluzionario è « un uomo sen– za scrupoli e -non un socialista». Il socialismo non può tiranneggiare le menti degli uomini, come la moderna rivoluzione richiede. La segretezza e la di– sciplina, questi due elementi essenziali, vengono po– ste in atto dai comunisti per mezzo di una tecnica che nessuno dei loro rivali avrebbe la fanatica cru– deltà di praticare. Questa tecnica è il sistema della cellula e consiste in una rigida gerarchia dei grup- . pi cospi_rativi, nessuno dei quali è noto, neanche al · gruppo più vicino, se non attraverso un solo merri– hro. Questo sistema permette che nessuno possa co– noscere il valore e l'entità della cospirazione e qual– siasi membro colpevole di tradimento o di deviazio- . ·ne può essere soppresso e la cosa è a conoscenza solo di pochissime persone. Ecco la descrizione che Dostoievsky ci fa di questo sistema, una generazio– ne prima che esso fosse attuato con successo: « Ognuno di questi centri di attività - dice il capo dei cospiratori - che fanno proseliti e si ramifi– cano all'infinito, ha per solo scopo una sistematica accusa intesa ad indebolire il prestigio delle auto– rità locali, a ridurre i villaggi in stato di confusio:
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