Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950

• r1t1ca.Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO 15-16 SOMMARIO Politica e attualità Il coraggio della verità (ANTO• NIO GRRPPI) Capi,talista e lavoratore (FBDB·· RJCO ENGBLS) Guerra e mediazioni (P1BR0 GALLARDO) Difesa europea (MARIO ALBBRTO ROLLIBR) ù.ttera dal!' Austria: Un passo verso la pianificazione eco– ·nomica (FilANZ RAUSCRBR) Lettera dal Mlessico: Nell'Ame-. rica latina non ci sono pic– coli nemici (VICTOR ALBA) Proble~i economici e .sociali L'istruzione professionale dei , contadini (MARIO CASALINI) Struttura (lei separatismo sici– liano (ENRICO PARBSCE) La rifotma delle Camere di Commercio (GBROLAMo SAN• TUCCI) La riforma penitenziaria (A– DOLFO BBRIA D'ARGBNTINA) Storia, filosofia; varietà Bsercizto e conquista del pote-– re (LOON BLUM) La metodologia crociana (GAB- ' . TANO SALVBMINI) lnsufficienza della ricchezza ca– pitalista e compito del socia• lismo democratico (J. J, (SCHRl!IDBR) U•na guida alla rivoluzionie (continua) (C. ,M. WOODHOU· SB) Rassegne La quindicina politica (ant. v.) Vita internazionale (p. ga.) CM che si atampa (G. P.) li1111111111111111111111111111111111111111111111111111 Comitato d I Redazione Antonio Greppi • Roberto Temelloni ,condirettori Ugo Guido Mondolfo -fausto Paoli ari Andrea T cchinardi - Antonio Yaleri Respons. Antonio Greppi Capo Redattore Piero GaRardo Direzione e Amminiitrszione MILANO Via Dell'Orso, 13 • Telefono 16.319 In Italia: Anno L. 15 00 Sostenitore L. 3000 Semestre • > 800 Trimestre • > 425 Estero: Anno L. 2500 · Sostenitore L. 4000 Semestre . > 1 3 00 Un fascicolo separato lire 70 Fondata da FILIPPO TURATI Milano, 1·16 Agosto 1950 ll • coraggio della . ' verita Che queste ore siano gravi lo capisce anche il più semplice degli uomini. Ed è natural,e l'apprensione di chi gira il bottone_ della radio 1 per il primo notiziario del mattino o, appena uscito di casa, allunga lo sguardo sui titoli dei gi'ornali spiegati nelle mani degli altri. . Ore gravi, ma· non tanto per i pericoli imminenti quanto per le in– cognite e· le prospettive di domani. Anche la storia, infatti, ha una sua logica e una sua fisica, nè si vede come l'incendio scoppiato al di là de( trentottesimo Jlarallelo potrebbe bruscamente propagarsi sino,. all'0.cci- 1 dente Europeo, coinvolgendolo in una calamità senza confronti. Non. dunque io direi che assistiamo al preludio della terza guerra mondiale, così come molti fanno più o meno sinceri nel loro.pessimismo, ma che il dramma deila Corea, piµttosto, assume un valore sintomatico impressionante. E peggio per chi non se ne· rende conto. Si .erano puerilmente illusi quelli che viedevano nel sipario di· ferro la linea di un armistizio o il limite di una espansione. La nuova lezione sta a dimostrare, senza possibilità di equivoci, che per il comunismo · . tutte le viè conducono a Mosca e che il raggio della sua azione è una cosa con· l'asse terrestre. Soltanto vogliono quella logiea e quella fisica , che si formi volta a volta un ambiente di attrazione irresistibile o al– meno di scarsa resistenza. Potrà così accadere, ad esempio, èhe i co– reani del nord, incoraggiati dal ritiro. delle truppe americane dal terri- · torio meridionale della penisola e stimolati dalle còndizioni innegabil– mente pietose dei loro conterranei, intraprendano una guerra di conqui- · sta sventolando la bandiera della liberazione. Non diversamente del re– sto da come è avvenuto in Cina e in alcuni paesi dell'Europa Orientale . Ambiente di attrazione ir,resistibile o di scarsa resistenza : è questo. un presupposto sul quale vorrei richiamare l'attenzione dei democratici italiani e, in modo particolare, dei loro dirigenti· responsabili. Anche per~ · chè una più matura ed equanime ,riflèssione potrebbe indurre gli uni e,, sopra tutto, gli altri a considerare il comunismo non già come ùna forza iµdiscriminata della natura, contro la quale non ci siano da creare che· argini di fortuna, ma come il giustiziere fatale di ,certe situazioni della storia contemporanea. Dopo di che si placherebbe, con 'ogni verosimi– glianza, questa mortificante psicosi di paura e si formerebbe uno sta,to d'animo più dignitoso e certo produttivo di migliori effetti. Ed ecco perchè se io fossi !'on. De Gasperi non insisterei, con mi– stico puntiglio, sul tema troppo facile e un poco retorico della sacra unione nazionale, ma coraggiosamente affondando il bisturi nella verità, ne farei sprizzare ben .altre ispirazioni e suggerimenti tutt'affatto diversi. Sono lieto in· ogni modo del consenso intuitivo del compagno Matteotti che, in un limpido discorso a Treviso, diceva qualche .giorno fa: « Di fronte alla richiesta della Democrazia Cristiana di accoglie-reun appello alla solidarietà nazionale, in questo drammatico momento della nostra storia, noi socialisti dobbiamo innanzi tutto ricordare al Governo che es-' . so non ha fatto nulla per realizzare una vera unità nazionale su1 terreno · delle riforme sostanziali e dell'accoglimento delle rivendicazioni econo~ miche della ·classe lavoratrice ». · Linguaggio ritorsivo? Comprensibilmente severo, piuttosto, e pieno non soltanto di sottintesi amarissimi ma anche di pungenti stimoli. . • Quella che occorre non è un'affrettata unione nazionale, incollata'. dallo spavento, ma un'omogenea unione democratica, cementata da una solidale e chiaroveggente responsabilità. E non basta nemmeno che essa raccolga le forze più vive e operose della Patria, se è vero che; come già si è ripetuto sino alla noia, non assistiamo a un conflitto di popoli ma di classi e di mondi. E non ci vuole molta perspicacia per comprendere , Biblioteca Gino Bianco

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