Critica Sociale - anno XLI - n. 9 - 1 maggio 1949

.,_ Critica Socia] e RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALJSMO Poaa..b ds PILl'l''S>-~ "'!'lJRATI In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semestre L. 800 Trimestre L. 425 Estero » » 2 500 » » » 4000 » » 1300 » » · 700 DIREZIONE E AMMINISTR.: Milano, Piazza Dlaz, 5 • Tel. 16.319 C. C. post. per abbonati n. 3-8225 - Spedizione In abbonamento postale: gruppo 2• Anno XLI - N. 9 Un numero separato L. 70 Milano, 1 Maggio 1949 SOMMARIO Politica ed attualità Esame di Primo Maggio (U. G. ,M.) L'imbroglio balcanico· (!ROLANDO BALDUCCI) Processo al centrismo del P.S.l. (,PIERO CALEPPI) Problemi economici e sociali Il di,egno di ·legge per la costituzione del C.N.B.L. (GIULIANO PISCHEL) Giustizi4 caoNca (MASSIMO PuNzo) La piani,ficazione urbana e rurale in Gran Bretagna Storia, filosofia, varietà Le forze economico-sociali e la .preparazione del 1848 .nel Lom– bardo Veneto (.continuazione e fine) (Gurno QUAZZA) P-erisce il socialismo quando i socialisti trionfano? (GIACINTO DE SIMONE) Confusione ideologica e disorientamento morale (.continua) (J. J. SCHREIDER) Fatti' e commenti della stampa italiana ed estera (IP- ga.). Esame di Pri'moMaggio Per rendersi conto deil'intendimento che animò coloro che nel 1889, in una conferenza internazio– nale tenuta a Parigi, deliberaronò che d'ii1lora in poi il 1° Maggio ·fosse consacrato alle rivendica– zione dei diritti della classe lavoratrice, dobbiamo riferirci a'1lecondizioni in cui questa allora viveva. Se dobbiamo constatare che anche oggi il 1avoro è ben lontano dall'avere quella rimunerazione che gli è dovuta e che i lavoratori sono ben lontani dall'avere, nell'organizzazione della nostra vita sociale, il pieno riconoscimento e rispetto della lo– ro dignità, dobbiamo tuttavia riconoscere che un lungo cammino è stato percorso del 1889 ad oggi. Allora i salari erano veramente di fame, nel senso che letteralmente non ba:stavano a soddisfare gior– nQ per giorno gli stimoli dello stomaco e a rein– tegrare le forze che giorno per giÒrno gli operai delle città e delle campagne logoravano in un la– voro che non era generalmente inferiore alle 11 o 12' ore, e per alcune categorie e in certi periodi dell'anno giungeva anche alle 14 e alle 16. Non c'·era nessuna limitazione nè garanzia per il lavoro delle donne (anche in periodo di gravidanza e di puerperio) e dei fanciuHi; non e'era nessun rico– noscimento al diritto del riposo settimanale ; non era stabilita nessuna norma per le indennità in cago di infortunio, per l'assistenza in caso di ma– lattia o di disoccupazione involontaria, ,nessuna 'bliotecaGinoBianco pensione per la vecchiaia anche di coloro che ave– vano logorato in 40, 50 anni di lavo,ro tutte le loro forze. Questo stato· idi cose era· aggravato dal fatto che in quasi tutti i paefìi, anch~ dell'Europa, illon .: era penetrato· nella coscienza dei lavoratori il sen– so dei loro diritti e tanto meno l'intuito che solo da una organica e permanente riunione delle loro forze essi potevano ottenere un graduale migliora– mento delle tristi loro condizioni. La spaventosa diffusione dell'analfabetismo, che era in Italia, nel suo complesso, non molto inferiore al 50% e che, se in certe provincie più fortunate dell'Alta Italia discendeva al 10% ò anche ad un livello inferiore, in compenso era di oltre il 78% nel com– plesso dell'Italia mer.ildionale e · delle isole, e in qualche parte della Lucania, della Calabria e della Sardegna arrivava fino ad oltre il 90%, contri– buiva naturalmente a ritardare la formazione nei lavoraÌori di· una coscienza dei loro diritti e dei modo in cui avrebbero potuto e dovuto farli va– lere, anche per difendere in sè la dignità umana che tutti abbiamo il dovere idi non lasciare con– culcare in noi e negli altri. Contro questo stato di cose i pochi spiriti che si erano ridestati in mezzo alla classe lavoratrice sentivano un impeto di ri'bellione che, non tro– vando larga rispondenza, si esauriva in un tor– mento individuale, che trovò allora espressione in una notevole diffusione •delle dottrine anarchi– che. E carattere anarchico ebbe anche la celebra– zfone del 1° Maggio nei primi anni in cui fu te– nuta, e perciò anche àspetto. esteriore tumultuoso, come di forze lungamente compresse che esplo– dono in maniera disordinata il giorno in cui reagi– scono contro la compressione alla quale hanno precedentemente soggiaciuto. In seguito cominciarono a costituirsi le p,rime organizzazioni economiche, che si dissero Leghe di miglioramento e di resistenza, le quali poi si raccolsero localmente nelle Camere del Lavoro istituite a somiglianza delle « Bourses de travail » francesi, comprendenti le Leghe di ·vari mestìe1:i costituite in ciascuna località o provincia; e sì . unirono nazionalmente in Federazioni, le quali comprendevano le singole categorie di lavoratori addetti ad un niedesimo mestiere in tutto il terri– torio nazionale. Queste organizzazioni, le quali, alcuni- anni più tardi, dovevano aggiungersi in unità nella Confederazione Generale del Lavoro, cominciavano già nel 1890 a svolgere, ner luoghi d'Italia dove era più sviluppata la coscienza ci– vile, una loro continua attività diretta a promuo– vere un parziale miglioramento delle condizioni

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