Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949
CRITICA SOCIALE 127 Per ragioni diverse, che dipendono tanto dall'abi– lità tattica dei comunisti quanto· dagli errori dei loro avversari, si è formata in Francia attorno al partito com11nista una serie di « riflessi ,, che si sono succeduti e sovrapposti senza entrare in con– flitto. Subito dOP.Ol'armistizio del 1918, il partito ha profittato di due riflessi di una grande potenza emotiva: « comunismo=paCf;l »; « comunismo=rivo– luzione ». Tutti.i vecchi fondi del pacifismo e dell'an– tim ilitarismo, che 1a « guerra del diritto » aveva per qualc.he tempo decantati, si sono sollevati di nuovo e h anno favorito la spinta comunista. A partir.e dal 1934, è il riflesso « comuninrio=libertà > che ha cominciato a giocare, con tutti i suoi con– torni di « I?atria » e di Marsigliese. Il patto ger– mano-sovietico dell'agosto 1939 l'avrebbe liquidato senza la sconfitta francese e l'offensiva della Wer– macht contro la· Russia. Così il partito ha potuto mantenere i suoi vantaggi e conservare sulla sua bandiera lo slogan di: « pane, pace, libertà ». I rapporti fra questi tre binomi: «comunismo•=pace»; « comunismo=rivoluzione »; « comunismo=libertà », sono confusi ed incoerenti, ma ciò presenta pochi inconvenienti e molte risorse. La psicologia indi– viduale e collettiva è, mo~to più ·di quanto si è creduto, una psicologia « a cassetti », in cui il bi– sogno, di unità si soddisfa ogni volta, e successi– vamente, attorno ad un motivo dominante; ciò che è malto più facile e naturale che realizzare l'unttà assumendo tutti i termini, sospendendo quasi la vita fino a che ciascuno di essi. non ha trovato il suo vero posto alla luce di un principio superiore .e permanente. In ogni caso, è un fatto che, per un numero considerevole di· Francesi, si è stabilito un .complesso, in cui partito comunista, pace, libertà, patria, giustizia sociale sono strettamente associati e si evocano reciprocamente. Il problema dell'unità francese ha dunque quest'altro aspetto: separare i valori reali di questo complesso dal loro equiva– lente fittizio e ingannatore, ridurre questo senza .distruggeve nella çoscienza delle masse la forza dei sentimenti sani che esso è riuscito a captare. La forma di lotta che risulta da questa analisi non ha niente a che fare con le illusioni e le de– bolezze del « kerenskismo »; essa implica, al con– tra,rio, uno sforzo di tutti j, giorni per salvaguar– dare le funzioni essenziali della vita collettiva con– tro gli attacchi del « noyautage » comunista. Una parte, una parte soltanto, di questo sforzo spetta allo Stato che deve difendere contro questa pene– -trazione soprattutto i quadri dell'esercito, la po– lizia, la magistratura. L'ufficiale comunista tradirà il suo paese in caso di guerra· se l'U.R.S.S. o un alleato <l.ell'U.R.S.S. si trovanò dall'altra parte del fronte. Ogni compromesso su questo piano è _esclu– so, perchè questo ufficiale comunista avrà cosi la certezza di adempiere il suo dovere, il suo vero dovere (4). L'agente comunista della polizia non può voler difendere questo « ordine ,, che il suo , . In 'cui gli squili'bri, le ingiustizie, le debolezze della società nazionale gli assegnano un compito, che non è dunque fit– tizio. Di qui la sua natura <,omplessa: Il partito ha le sue radici ad un tempo nell"U.R.S.S. e In Francia. Esso è nato da un vt.rus importato, ma che noll avrebbe potuto svilup– pars-i se non avesse trovato un ter.reno favorevole. Cosl, pur essendo al servi~io dello straniero, esso può trascinare con 'sè forze autenti.cam.ente francesi che non hanno potuto tro– v.are altrove la loro espressione. Ma anche quando trae IO: sua linfa dal più profondo del tessuto nazionale, il pa.rtito mette la sua attività cosi e.li- ' mentata al serv-lzio della politica estera dell'U.R.S.S. e della ·sua forza d'i espans•ione. Le .pedine possono essere france– si, la partita giocata è sempre quella dei Sovieti, e la F.-an– cia non è per i dirigenti sovietici che un settore del più vasto scacchiere sul quale questi ultimi conducono la loro azione, ·settore di importa,nza variabile secondo le circostanze, ma sempre subordinata all'insie·me del loro piano, ai fini im– ·mediati o lontani che essi si p.ropongono. (4) Il programma dell'Internazionale comunista approvato al VI Congresso mondiale di questa organizzazione, gli ri– eorda che •l'U.R.S.S. è la sua vera <patria>, e le tesi della lotta contro 1~ guerra a-dottate nepo stesso tempo precisano: e L'Armata rossa non è un esercito "nemico"; è l'esercito : del :proletariato Internazionale. n ,proletaolatò .del paesi ca- BibliotecaGino Bianco partito si propone di distruggere, soprattutto se lo trova come un ostacolo sul suo cammino. Il ma– gistrato comunista non può consultare altro codice che l'interesse del suo partito. Lo Stato ha, inol– tre, il dovere di impedire che si formi, nel paese, una forza armata al servizio di un partito o di un gruppo particolare, che si leverebbe contro di lui e contro una popolazione normalmente disar– mata. Tutt,avia la lotta contro il movimento comunista deve trovare il suo céntro di gravità non nello Stato ma nel paese stesso. Bisogna resistere alla mentalità « parassitaria » che, in questo campo come in, tanti altri, è quella, di un troppo gran numero di cittadini. A prima vista, il loro atteg– giamento pare legittimo: essi non domandano che di continuare in pace le loro occupazioni; vogliono che li si lasci tranquilli. Di fatto, nelle condizioni della lotta politica moderna, nessuno ha il " dirit– to »' di « restare tranquillo ». I rivolgimenti po– litici, ·economici e sociali della nostra epoca non possono trovare una via d'uscita conforme all'in– teresse generai.e per decisione superiore e unilate– rale dello Stato, come se questo dovesse e potesse distribuire a ciascuno la sua razione di ordine e di benessere cosi come preleva le imposte, con– serva le foreste e distribuisce la- posta. La presenza di un forte movimento comunista in Francia rende impossibile · tanto il mantenimento dell'ordine quanto il riassorbimento del malessere sociale - che ne è la condizione finale - senza il concorso attivo dei cittadini. I comunisti debbono trovare davanti a sè, ne.Ile. fabbriche, nei sobborghi, nei villaggi, quelli che non sono d'accordo con loro, e pronti a disputare loro il terreno palmo a palmo. La lotta contro l'imbottimento dei crani, contro gli eccitamenti ed i tradimenti che minacciano la democrazia e la vita nazionale non è possibile che se è condotta sul posto dagli interessati stessi. Lo Stato non deve costituire che una riserva di complemento, nel caso in cui l'azione comunista prendesse forme contro le quali gli altri cittadini non ·sono attrezzati. Bisogna disputare ai comuni– sti, con· un lavoro accanito di illuminazione e di organizzazione, le masse che · essi si sforzano di mobilitare contro la nazione. La « tranquillità» e la sicurezza d~i cittadini esigono oggi la vigilanza e lo spirito di sacrificio. necessario alle popolazioni che vivono dietro una diga sempre minacciata dal– l'erosione delle acque. Perchè, se il pericolo è grande, ingaggiare la lotta imbarazzandosi con 'principi che la rendono meno facile? Perchè ostinarsi a includere negli scopi di questa lotta la conversione ed il ricupero di coloro contro i quali essa deve essere condotta? Il fatto è che una lunga esperienza prova che la lotta per la libertà non può essere cnnrlotta pren– dendo semplicemente in contro piede i suoi avver– sari; essa deve, per vincere veramente, mantenere le risorse e le esigenze della sua superiorità spiri– tuale e morale. L'esperienza prova anche che, quan– do si alza contro l'avversario unicamente lo sbarra– mento .compatto dell'odio, quelli di loro che ave– vano cominciato a dubitare della loro causa si irri– gidiscono e ritrovano le certezze un istante scosse: è quello che si è verificato in Francia dopo, l'ago– sto 1939. Infine, non si può dimenticare il fatto che il partito comunista raccoglie in Francia gli ele– menti ope~ai più attivi, se non i più chiaroveggenti:, La conquista delle masse da esso influenzate esige e permett_e - sola - l'integrazione del proletariato nella nazione. Partendo dal problema ,comunista si è condotti a porre una volta di più e nella sua totalità, il problema francese, che è quello di una rivoluzione che trasformi lo spirito, la· -struttura sociale ed i costumi della nazione. ANGELO ROSSI . pitalistici, in tempo di guerra contro l'U.R.S.S., illOD si la– scerà int,i,midire dalla borghes'ia che lo accuserà di alto tra– dimento, e non rinun~erà, sotto la minaccia, a sostenere l'Ar– mata rossa contro la sua propria borghesia> (Thèses et rè– solution• du VI Congrès de l'I. C., Paris, Bureau d'Editioll6, 1929, ;p. 85 e 129).
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