Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949

Critica Sociale llIVlST ~ (JJJ1ND1CINKLE DEL SOèJ ALISMO •.aadata de PWPPO TURATI In Italia: Anno L.1500 (Abbon. sostenitor.e L.3000) Semestre L. 800 Trimestre L.425 Estero • • 2500 4000 •· 1300 • 700 DIREZIONE E AMMIHISTR.: MIiano, Piazza Dlaz, 5 • Tel. • 16.319 C, C, post, per ebbonetl n; 3-1225 • Spedizione In abbonamento postale: gruppo Anno Xli - N. 6 Un numero separato L. 70 Milano, 16 Marzo 1949 S.O MlVÌAR IO tualltà H P.S.L.1. dauanti al ttt1 tlantico (U.G.M.) Propositi chiari (UGO Ìflno 'MoNo6tPo) ~ Il problema della « lealtà » ('GIULIANO P1sCHBL) Partito comunista e democrazia (ANGELO Rossi) Il commercio americano e 'il protezionismo (GIUSBPPB MARA– NELLI) La crisi del pensiero socialista (FAUSTO BIMA) ll Messico: una r,ivoluzione nel vuoto (VICTOR ALDA) Problemi aconomlci e sociali Appunti per una legislazi-One locale· (GIUSBPPB BONFANTINI) Storia, filosofia, varietà L'Unfoers.ità in Sud America e in Italia (ARRIGO LBVI) La scienza non vive i.n regime dittatoriale (RoooL;-o RF.VEN– TLOW) Marxismo e leninismo .(BENEDIKT KAUTZKY) Falli e commenti della stampa (p. ga. e f. p.). Il PeSe Le le davanti al Patto Atlantico Agli amici non abbiamo bisogno di rinnovare il ' ricordo delle discussioni che si sono svolte, in una atmosfera accalorata, nelle ultime adunanze della Direzione del ·Partito e che hanno fatto ritenere pos– sibile ad alcuni pessimisti una crisi 1a quale potesse giungere fino alfa scissura. - L'impressione più che dai fatti in se stessi, che pure avevano una importanza indubbiamente grave, è stata generata da tutto il contorno di esagerazioni, di commenti, di contraffazioni, ammannito dalla stam– pa cosiddetta indipendente e dagli organi dei Partiti avversari, i quali hanno cercato di allargare la .frat– tura e di suscitare lo scoramento nell'animo dei no– stri compagni che in tutte le regioni del nostro Paese si sono raccolti fiduciosamente intorno alfa bandiera del P.S.L.I. e cadrebbero in uno stato di profondo sc.oramento ~e vedessero tradite le loro speranze. Sia ben chiaro frattanto che il dissidio manife– statosi nella Direzione durante la discussione del do– cumento in cui si intendeva raccogliere tutte quelle richieste alla cui accettazione dovrebbe essere subor– dinata la nostra permanenza nel governo, riguardava in realtà un solo preciso punto di queHe nostre n– chieste, e cioè l'indirizzo della politica estera. Cer– tamente questo è un punto essenzialissimo e di im- iblioteca_GinoBianco portanza preminente in questo momento; e la sua importanza è stata, pochi giorni dopo, messa in p:ù evidente risalto dalla richiesta, presentata alla Came– ra dal Governo, di essere autorizzato a condurre le trattative per la partecipazione dell'Ita1-ia alla stipu– lazione del Patto Atlantico. Se per questo motivo una grave discrepanza si è manifestata fra le due parti, numericamente quasi equ;librate, della Dire– zione del Partito, ciò non significa peraltro che non ci sia un vasto campo di attività (che riprenderà im– portanza predominante, non appena vadano atte– nuandosi le accalorate passioni suscitate dalla di– scussione del Patto Atlantico), nel· quale tutte le for– ze del nostro Partito potranno trovai:si strettamente congiunte in unità di intenti e di azione. Come ho chiaramente detto nel discorso tenuto alla Camera, è necessario che noi tutti facciamo il massimo sforzo per ricongiungere in una concordia di opere le for– ze temporaneamente divise del socialismo democrati– co, perchè oggi, anche più che nel passato, occorre tener fronte alle forze di due opposti movimenti rea– zionari. Da una parte ci son coloro per cui la sti– pulazione del Patto Atlantico, più ancora che 'un'as– sicurazione contro pericoli esterni, appare come un'assicurazione contro pericoli interni, per la difesa di privilegi a cui non intendono rinunciare, per re– staurare in pieno quella tal libertà che per essi è abo– lizione di ogni controllo e di ogni impaccio nella di– fesa dei loro particolari interessi anche quando que– sti riescano nocivi agli interessi del Paese e impedi– scano quella necessaria organizzazione de1'1anostra attività economica senza cui attenderemo invano la rinascita del nostro Paese. Dall'altra parte abbiamo quelle forze che, mantenendo questo stato di agita– zione nel quale da lungo t.empo si dibatte la vita del nostro Paese come quella della ·Francia, non fanno a1tro che dare nuovo apporto all'esercito della rea– zione, perchè la stanchezza e la preoccupazione di questo stato di cose non ha invaso soltanto i ceti che sono organicamente reazfonari, ma anche i medi ceti e una parte del pro1'etariato, che desiderano solo ·di poter svolgere in condizioni di tranquillità l'ope– ra e la vita loro, anche perchè solo in queste condi– zioni di tranquillità sperano di poter venire ·gradual- mente elevando le proprie condizioni. • Appunto contro questo duplice pericolo è neces– sario che sia ripresa presto l'azione del socialismo democratico, il quale dovrà all'interno promuovere quelle riforme che,• accog;liendo in misura adeguata le aspirazioni le~ttime dei ceti più sofferenti. pos– sano appunto (esse, non le forze di polizia) ricon– durre le condizioni di tranquillità di cui si sente ur– gente bisogno, eliminando così 1a continua minaccia di una guerra civile; e all'esterno, d'intesa coi Par- .. 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