Critica Sociale - anno XL - n. 22 - 15 novembre 1948

CRITICA SOCIAL~E 523 quio al v.alore dell'umanità, di una umanità cui tocca affa. ticarsi e adoperarsi con crescente con~apevolezza nella ela– borazione storica della propria e1'evazione, sta la possibilità di risoluzione della tragica crisi presente» (7). Siamo così alla soglia di quello che è il socialismo, quel socialismo che dovrebbe unire ~< tutti i ·socialisti e solo i socialisti», che guindi non è ·riducibile, come fa il neofita Riccaroo Lombardi, alla· narteci-pazione o meno ad un Go· verno e che -n~rnrreno può essere ,inteso, come vogliono i bonzi del panifo b\>lscevico, ad imagine e somiglianza dello· Stato. totalitario, rinnegante .ogni valore dell'uma11ità negli ind'ividui. Non basta aver sostituito con la violenza il capitalisnio borghese con una forma .di ,capitalismo di .Stato, nè basta aver dato es.empio terribile' di· pen;ecuzione spietata contro gli in'clividui come responsabili dei mali sociali (contro il pre– ciso pensiere, ,espresso da C._Marx nel Capitale) per poter dire d'av.ere imtaurato il wcialismo, se non si restaura il diritto .della ,persona umana, in çui si riassume il comimismo (8), ove •« gli individui 'raggiungono la loro libertà nella lo· ro associazione e -per mezzo della loro associazione » (9). * * . Ecco dunque una conclùsione · chiara e precisa: la eleva– zjone dei salari, la legislazione- sociale, l'assistenza sociale, la socializzazione ·dei mezzi di produzione, infine la tra– sformazione economica non sono il fine, che caratterizzi il . socialismo, ma sono i anezzi per quella lib.!'T'azionedell'u0111Jo dell'au1aestraniazion:e, dall'inumanità cui è soggetto nell'or– dina,mento cajftifaltÌ.sPvco. Questo è il fine che, caratteriz;z;a il socialismo: una so.cietà « che produce come sua costante realtà l'uomo in tutta la rilcchezza <le!.suo essere, l'uomo ricco e provvisto di tutti .i suoi sensi» (rn). Nella società socialista quindi non è concepibile la tren– tennale caccia all'uomo 1che si ha nei paesi bolscevizzati, non si pone l'uomo nell'aJternativa di servìre o di buttarsi giù dalla finestra, .nofi si sottrae all'uomo <il diritto, sacro per un essere pensante, di parlare e di scrivere liberamen– te, non si rinnova, sotto forme scientifiche, il terrore di Ivan il terribile; nella società socialista si ha « lo sviluppo ori· ginaJe e· libero degli ipdividui »... interdiperifonti, solidali fra !oro nel « libero sviluppo di tutti» (I r). Questi sono i postulati da cui il Mondolfo può legitti– mamente ricavare le sue conclusioni, le quali, dopo aver con-· statato che l'agitazione idei prolétariato « sorge dal risve– glio della coscienza umaria » ribelle ad un trattamento disu– ·mano ed aspirante (come appunto scrive il Marx) alla li– bertà più rhe dJ ,Pa1te, 'riassumono il movimento socialista nella volontà di ~< una conquista finale della umanità per ognuno» (12). E chi ha una pur vaga reminiscenza del pensi-ero engel• siano, sente qui l'eço di quanto l'Engels scrisse nel 1842' e 1844 e che mette in rilievo la superficialità .di quei pel– legrini orientali, i quali, con la loro abituale faciloneria, escludono proprio noi, genuini marxisti, dal... social.ismo. Il nostro tanto deriso «umanitarismo» dunque è l'unico legittimo senso •del socialismo· ed è anche l'unico ideale che può essere ,generoso impulso d'azione, in quanto noi, con C. Marx e F. Engels, mostriamo consapevolezza storica, non rinneghiamo nè forziamo il corso degli eventi; ma, sapen· do che la storia è opera· dell'uomo, vogliamo'<< foggiare il mondo secondo l'esigenza <lella sua natura veramente urna• na » (13). (7) MoNDOLFO, o. ·c., p. 27.. (8) « Ideologia », ed. i,t,, p. 329. (9) Ibid., p. 111. ALFREDO POGGI (10) « Manoscritto », en. led., pp. 117 segg. (11) Ibidem, p. 417. (12) llfONDOLPO, O. c., p. 110. 113) MoNDOf,PO, o. c., p. aoo. Lel!'~etee diffondete il quotidiaio del P. S. L. I. L'.UMANITA' KARL MARX e FnrBDRICH ENGEVS: Il Partilo e l'Jnternazional.re - (trad. di Palmiro Togliatti), Roma, ed. «Rinascita», 1948, pagg. 285, L. 600. I presupposti teorici ed i-i.'eologici sono in Marx così saldi e e.Osi nit i di, sia pure entro i limiti'' storici e cu]turali, che la coerenza impronta tutti questi s-crittL Essi, per la pro– fonda consapevolezza delle esigenze della lotta di emancipa– zione della classe lavoratrice, sono di tal forza e pongono iinpe1·ati vi cosl i,nderogabi"li, da iporsi quasi come un prius, come un « dover essere », riguardo alla realtà storica. In \,al guisa lo stesso concetto di « partito » assume per Marx Una portata che non è certamente quella che noi gli diamo. Per )ui, il « partito » si identifica con una posizione politica, con un posfulato politi'co, assai più che con un'organizzazione più o meno di n1assa. E' una .forza che va conquistata e attuata, più che non una formazione visibile, num.er.abile e costituita. Inquadrato dallo scritto storico dell'Engels ,mila stol'ia del· la « Lega dei Comunisti », il vO'l-ume si apre eon un-a nuova traduzione del « Manifesto dei comunisti», ac~ompagnata dal– le prefazioµi alle -0.'iverse edizioni. A .questa prima parte va collega.ta quella importante circolare del 1850 in cui Marx, tratteggiando la teoria della « rivoluzione in permanenza », imposta la strategia delle forze proletarie rispetto ad altre .forze progressiste e genericamente democratiche. E' un rappor– to di a)leanza, sinchè esse. sono delle forze /d'urto e mirano a lottare contro l'ordine costituito; è .un andare risolutamente. oltre, da soli, quando queste forze, .appagate o illuse di essere appagate, si -arrestano e riipiegano a difesa di un ordine co-. stituito da esse raggiu-nto. Importante scritto - non esente' t'uttavJa da una impostazione teorica intellettualistica ed astratta -, ma che non va sopravvalutalo sino a farne una specie di manuale di 1eoria rivoluzionaria valevole in eterno, d~ato ~he esso rispecchia ben precise condizioni storiche e sopraltutto una situazione in cui alle forze genericamente de– mocratiche la conquista della democrazia appariva ·una con– quista· rivoluzionaria e violen'ta, t~picamente sovvertitrice. Un,a seconda parte è dedicata alla Internazionale. Vi si tro– vano l'irniportante indirizzo inaugurale e gli statuti provvisori e alcune lettere che mettoho in luce qualche aspetto della tra– vagHata vita della prima grande~ organizzazione prolet,aria, specie nelle ,polemiche contro proudhoniani e bakuninisti. A questa parte si collega, ,pure accompagnato da import·anti let– tere, lo scritto su « La guerra civile in Francia», con l'apò– logia della Comune del 1871, importante anche per C:'imostrare _come. Marx,. nel suo .conVinto antistatalismo, ritenesse inser– vibile l'apparato burocratico-poliziesco-militare dello Stato borghese :-:\Ila trasforniazione in senso socialista. La terza parte s'imperni3 sulla << Critic.a al programma di Gotha ». e· cioè sulla ,polemica con ,i. dirigenti del. movimento operaio tedesco, per quanto riguarda i presupposti dottrinali di quello che' dovrà· poi divenire socialdemocrazia . .Ma lo scritto di Mat·x e ,più ancora le lettere che lo accompagnano dimostrano come non si tratti affatto di una questione pura– mente teorica: ma di dare al partito quei saldi principi che ne -sorreggano l'azione 1 conscguerite e lo tengano lontano sia r G,:a lusinghe statalistiche, sia da confusionismi interclassisti, facendone so,prattutto uno strumento di lotta. Bisogna tuttnvÌa constatare che Marx viene a morire pr~ma che si pongano in maniera ipositiva le condizioni politiche ed ideologiche 1per impostare, nei suoi termini concreti, il pro– blema della connessione tra finalismo rivoluzionario della classe· operaia e possibilità di esplicaz'ione sul terreno dem.o– eratico, e con metodi democratici, della lotta di emancipa– zione della classe l~voratrice. Questo problema sarà soprat– tutto cura e pt·eoccupazione dell'Engels: sia in occasione della redazione nel 1891 di quel programma di Erfurt, opera sO– prattutto .C:.'i l{autsky, che costituirà il faro orientativo pro– grammutico per tutti i ,partiti socialisti (e bisognava a questo riguardo pubblicare tutte le lett<0re dell'Engels al -l{autsky), sia in occasione di quella famos,a prefazione engelsiana alle « Lotte di classe in Francia » del Marx, del 1895, in cui si riconosce il radicala. mutamento di tattica rivpluz'ionaria e l'accettazione del metodo democratico di lott-a (t. forse biso- 1 gnava riprodurla ancbe qui, benchè fosse già apparsa nel precedente volume sul « 1848 in Germania ed in Francia >) Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Vice-direttore respons.: ANTONIO GREPPI G. P. Autorizzazione Tribunale Milano 8/10/1948 n. 646 del Regi"stro Tipografia ~nelll . Milano • Via Farnetl, 8

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