Critica Sociale - anno XL - n. 22 - 15 novembre 1948

CRITICA SOC[ALE 5.17 fondamentali \ia sostenere. CeFte ,particola"'ri proposte, su cui altri insistono attribuendo loro una straordinaria e tau– maturgica efficacia, IPare che siano ispirate dall'ide~ fon– damentale che la scuola possa fare Ila società (magari an– che soltanto t:on innovazioni di dubbio valore tecnico); que– sto in contraJ.)IJ)ostoall'alt,ra idea fondamentale, che è 1a:so– cietà che fa la scuola (e gli insegnanti). Per me l'una è l'immagine dell'altua. GIUSEPPE' ~0NiFANTIN"r Il nostro atm-ico traccia qui un quadro dell'ordin.a:mento che vorrebbe dato al~a scuola media. In p~t'/e è un ritorno alle co~ioni 1anteriori 1aJlariforma Gentile;"ma la scuola tecnica, pur serbando il nome, ha, nelle proposte del B., t·utt'altro caràttt'eredaffanfica. Es.s,arisponderebbe a una ur– gente esigenz.a, ,purchè i· programmi, siano tracciati d'Oper– sone che abbiano chiara conoscenza dei· bisogni delle Jingole località. . Superfluo n~tare che esro sarebbe compresa entro q·uegli otto anni di obbligo scofastico, che sono sanciti dal(Ja costi~uziione. E' inutile -che riaffenniamo il nostro favor:e per l'esame di Stat~, che sin. dal 1922 ·considerammo• ottimo strumento, quando sia adoperato in modo razionale, a gamntire la se– rietà con cui gli insegnanti insegnino e gli alunni studino, e ad imporre a questi di raccoglkre organicarr:ente, nella mente loro, le di-.taccate cognizioni particolari chç sono ve– wuti acquisaando nel corso dei loro studi. Ma s'intende che l'esame deve essere uoo prova: vera di maturità, ·non una mo.s<tm ·in cui ciaiscuno si sforzi di esporre il massimo nu- 1nero di cognizioni episodiche, frammentarie. Oggi Pqi, come è noto, un serio e.siamedi Stato presso· le, scuole statali è il solo controllo pos.ribiI!esopra le scuole pa– rifie1.ate,scandaloJ=ente salite ad un numero iperbolico, per la facvlvtà .con cui le parifiche furono date a scuole confes– sionali. e a scuole aper-te da, affaristi senza scrupoli.· La Critica Sociale I ragionamenti del dott~ Koestler (continuazione e fine) Vogliamo ora vedere se ci riesce di definire una politica .di popolo che sì possa opporre alla « politièa di masse». Non sarà inutile puecisa~e prima come nella politica (la quale ha per mezzo d'azione organizzati sommovimenti di masse e perfino una sempre più « potente e (ficac.ia » di quel– le meccanizzate operosità e di quei totali cònformismi che costituiscono la « civiltà di masse») l'essere umano e quanto sopravvive in lui di spontanee aspirazioni vengono sempre ridotti alla funzione di indistinte e sostituibili particelle di energia di cui importa t;nicamente la agglomerazione in un « grosso numero». , Henry Wallace vuole conquistarsi l'appoggio di masst; b cendo assegno - fra l'altro - sullo schietto desiderio di pace ed una avversione non solo per il militarismo ma• per tutte le forme di p~epotenza, sentimenti « naturali » ed ab– ·bastanza diffusi fra la brava gente che conse:rva un certo candore d'animo, si fa scrupolo di prati€are l'equanimità, . ed all'occasione la generoiità, non celando tl!fttavia una cor– diale indifferenza per il resto del mondo, purchè si conservi un modesto proprio oriz~onte di normali soddisfazioni. ·Que– sto « fondo umano» diventerà irriconoscibile quando - im– poltigliato in tutta una «cucina» di mercanteggiati inte~s– si - seljVirà da combustibile per muovere la pesante matchi– na elettorale. O quando figurerà con'le fattore d'inerzia in eventuali negoziati tra la Casa. Bianca ed il Cremlino, !a cui procedura, ed il cui « réale contenuto » rimarranno as– solutamente incomprensibili tanto ai « popolano d'America » quanto a quello russo; nè l'uno. nè l'altro potendoyi attin– gere un motiv:o di credersi meno totalmente ingranati, schiac– ciati in giganteschi ed incontrollàbili sistemi di coercizione ; e tanto meno russi ed americani vi troveranno 1m impulso a <i!Ualche immediato ravvicinamento sul piano dei rapporti « da uomo a uomo». E' fin troppo noto (si potrebbe dire leggendario) il suc– cesso con cui l'«apparato» creato e sviluppato da Mosca sfrutta per operazioni di massa le più forti e più nobili qualità individuali di abnegazione eroica, di lucido corag– gio, di fervore per l'assoluto. La coerenza ~e. quindi la su– periore efficacia) della Direzione comunista sta nel . fatto ch'essa inculca nelle coscienze così comàndate la convinzione esplicita di non esistere e «volere» che in funzione della massa, e che la completa soppressione di spregevoli « liberi arf>itri :,, in una unanimità vigorosamente disciplinata viene esaltata come supremo, definitivo stato del genere umano. . Benchè nel « brain trust » attorno al generale De Gaulle ci s~ lusinghi di ammanqire una· politica di eccelse « idee » e di provvidenziale missione, un trionfo del R.P.F. non è pen– sabile che mercè l'impiego dei soliti espedienti d'una « po– litica· di masse»: demagogia plebiscitaria, « messa al pas– so > per mezzo del terrorismo di « squad:re;,, mercenarie, ed almeno qualche simulacro cli cesariani « panein et circenses » BibliotecaGino Bianco aJ.le plebi (o alle «classi medie»). Sarà una avventura im– mancabilmente lugubre, ma non senza spreco di parecchio disinteressato romanticismo e di fanatiche dedizioni. Nella « politica di masse» è pure con,;pletamentt iqimersa quella che oggi in Europa si chiama la « Terza Forza». In sostan– za è un arcobaleno di n0stalgie verso· la stabilità e l'aurea mediocrità, che si protende dal paternalismo come lo inse– gna e· lo pratica don Oliviero Salazar, passando per le diverse tinte di « democrazia cristiana» ed il laburismo bri~ tannico (oberato da 'compiti « imperiafi ») fino alle demo– crazie realmente pacifiche e moderatamente socialiste della Scandinavia. Gli umani sentimenti a cui' fa appello la Te:rza !Forza so– no quelli che durante quarant'anni in Francia fecer·o la for-· tuna del partito rad~cal-socialista'. (« pas d'ennemis à gau- · che») e durante venti anni, nello stesso paese, la' popolarità della .« ligue Maginot »: desiderio- di «sicurezza», di con– tinuità nel queto vivere, paura di tutte le novità e di tutte le « esagetazioni », « l'ordine nella libertà» o « la libertà netl'o:rdine », con molti gendarmi, ma possibilmente bonarii, con sopportazione dei più macchinosi regolamenti purchè sia sempre possibile «arrangiarsi» eludendoli . . La « Terza Forza», schierandosi per la dominazione dei «_grandi partiti» per i « piani d'economia dilretta », per lo _Stato forte, per lo sviluppo «adeguato» di tutte le buro– crazie, accetta pienamente il << r@gime pi massa » ed una « civiltà di masse», in cui si intrt!lgliano la morale cattolica e il marxismo, il puritanesimo e le scientifiche norme della psicanalisi, le m0de americane ed i residui di « patrie glo– rie». Ma vorrebbe una vita di masse temperata « à l'échelle humaine ». Ora se ciò non fosse solo espressione di civet teria sentimentale, converrebbe preoccuparsi con qualche' se-· ri~tà dei limiti della «·misura umana» e sapere esattamente dove e· <i!Uando l'uomo, inghiottito nella massa, -rischia di per– dete ogni « umana sembianza». Tali sembrano ben. essere state al principio del· secolo XIX le preoccupazioni di Robert Owen e -Godwin, di Fourier e Sailnt Simon, di Proudhon e dello stesso Marx (o più ancora di Engels, allorchè visitò le città operaie dell'Inghilterra), i quali tutti cercavano di spinge:re ad una fase decisiva « la vecchia lotta per la giu- stizia sociale» (come dice A. Koestler). . Ed il punto di partenza d'una « politica Òèl .popolo» po– trebbe non essere molto lontano da lì. Salvo che la « situa– zione strategica » appare molto diversamente . orientata e molto più complicata: « l'esecrato capitale», che allora si incolpava di tutte le sciagure, è appena identificabile oggi fra i giganteschi congegni di coercizione che stritolano gli uomini e li gettano nell'informe magma della «massa» .. Lo· Stato, la chiesa, la polizia, i grandi partiti politici, le im– prese «pubblicitarie» per «·dirigere l'opinione», i ~entri quasi occulti dai quali dipende la produzione e la distribu– zone di beni •su scala mondiale, dispongono oggi di tali mezzi d'informazionè, di istantanee trasmissioni d'ordini, di re- '·

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