Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

400 CRITICA SOCIALE strumento d'un'astuzia del capitalismo, simulante per mezzo dello Stato un consenso a finalità che volesse invece contrastare e mirante solo a riprendere il vigore momentaneamente perduto, per riconquis~arc il suo dominio. E questa sicurezza al proletariato non poteva venire che per ... il controllo sulla pro– duzione » (6). Sembra di leggere un brano che rias– suma le obiezioni e le risposte ,riguardanti l'E.R.P. di oggi! Dunque: controllo che non serva a rin.saldare, a conservare, ma a preparare il « trapasso », senza quell'uso della violenza che - come scrive il Mon– dolfo in polemica col fascista Panunzio - aggrava i danni e r,itarda anzi che facilitare l'avvento del socialismo. Ecco· l'aspetto rivoluzionario che chiede il concorso della volontà e non si disancora dalla realtà, che segue e non interrompe lo sviluppo sto– rico, che è proprio del realismo socialista e ripu– dia tanto l'illusione del riformismo, il quale artifi– ciosamente- propina ossigeno ad un moribondo, quanto l'utopismo del massimalismo, che vuole pre– correre e forzare gli eventi. Ecco anche qui le con– clusioni chiaroveggenti del Mon,dolfo: « nessun su– perarne!! to della crisi morale e sociale è possibile, se non riconosca ed attui le esigenze e i diritti del processo storico. Perciò, soltanto nel richiamo e nel– l'ossequio al vàlore dell'umanità, di una umanità cui tocca affaticarsi e adoperarsi con crescente consape– volezza nella elaborazione stor,ica della propria .ele– vazion,e, sta la possibilità di risoluzione della tragica crisi presente » (7). Siamo così alla soglia di quello che è il socialismo, quel socialismo ·che dovrebbe unire « tutti i socialì– sti e solo i socialisti », che quindi non è ridùcihile, come fa il neofita Riccardo Lombardi, alla parteci– pazione o meno ad un Governo, e che nemmeno può essere inteso, come vogliono i bonzi del partito bol– scevico, ad irnagine e somiglianza dello Stato tota– litario, rinnegante ogni valore dell'umanità negli individui. Non basta aver sostitpito con la violenza il capi– talismo borghese con una forma di capitalismo di Stato, nè basta aver dato esempio terribile di perse– cuzione spietata contro. gli· individui come respon– sabili dei mali sociali (contro il preciso pensiero espresso da C. Marx nel Capitale) per poter dire di avere instaurato il socialismo, se non si restaurà il diritto della persona umana, in cui si riassume il comunismo (8), ove « gli individui raggiungono la loro libertà nella loro associazione e per mezzo della loro associazione » (9). - Ecco dunque una conclusione chiara e precisa: la elevazione dei salari, la legislazi0ne sociale, l'assi– stenza sociale, la socializzazione- dei mezzi di produ– zione, infine la trasformazione economica non sono il fine, che carnttcrizzi il socialismo,' ma sono i mezzi per quella liberazione dell'uomo dall'autoestrah.iazio– ne, dall'inumanità cui è soggetto nell'ordinamento capitalistieo. Questo è il fine che caratterizza il so– cialismo: una società « che produce -come sua co– stante reallà l'uomo in tutta la ricchezza del suo essere, l'uomo ricco e provvisto di tutti i suoi sen- si 1 » (10). ' Nella società socialista quindi non è concepibile la trentennale caccia all'uomo che si ha nei paesi bolscevizzati, noi;i si pone l'uomo nell'alternativa di servire o rli buttarsi giù dalla finestra, non si sottrae all'uomo il diritto, sacro per un essere pensante, di pariare e di scrivere liberamente, non si rinnova, soJto forme scientifiche, il terrore di Ivan il ter-ri– bile; nella società socialista si ha « lo sviluppo ori– ginale e libero degli individui» ... interdipendenti, solidali fra loro nel « libero sviluppo di tutti » (1). Questi sono i postulati da cui il Mondolfo può legittimamente ricavare le sue conclusioni, le quali, dopo aver constatato che l'agitazione del proleta- _ riato « sorge dal risveglio della cos-cienza umana » ribelle ad un trattamento disumano ed aspirante (come appunto scrive il Marx) alla libertà più che al pane, riassumono il movimento socialista nella (6) Ibidem. (7) M0ND0LF0, O. c., p. 27. (,8) « lde<>logia », ed. it., p. 329. (9) Ibid., p. 111. (10) « Manoscritto », ed. ted., PIP- 117 segg. (11) Ibidem, p. 417. BibliotecaGino Bianco volontà di « una conquista finale della umanità per ognuno » (12). E chi ha una pur vaga reminiscenza del pensiero engelsiano, sente qui l'eco di quanto l'Engels scrisse nel 1842 e 1844 e che mette in rilievo la superficia– ljtà di quei pellegrini orientali, i quali, con la loro abituale faciloneria, escludono proprio noi, genuini marxisti, dal... socialismo. Il nostro tanto deriso « umanitarismo » dunque è l'unico legittimo senso del socialismo ed è anche l'unico ideale che può essere generoso impulso di azione, in quanto noi, con C. Marx e F. Engels, mo– striamo consapevolezza storica, non rinneghiamo nè forziamo il corso degli eventi; ma, sapendo che la stor,ia è opera dell'uomo, vogliamo « foggiare il mon– do seconrlo l'esigenza della sua natura veramente umana» (13). ALFREDO POGGI Tre antologie francesi su Marx L'interesse dei francesi per il pensiero di Marx è più vi– vo che mai. C_iònon avviene soltanto 'nei partiti o negli am• bienti culturali di sinistra, in cui le riviste socialiste o co– muniste dedicano ai diversi problemi del marxismo largo spazio. Persino la nota rivista personalista-cristiana Esprit ha recentemente dedicato un intero suo fascicolo al tema : << Marxisme ouvert contre Marxisme scolastique », chiaman– do a collaborarvi molti studiosi di Marx, di ogni tendenza. Di questo interesse per Marx- segnaliamo una diversa ri– prova. Malgrado la Francia sia, per questo riguardo, più avanti di noi, con la traduzione pressochè completa, benchè tutt'àltro che perfetta, delle opere di Marx presso l'editore Costes, è stata avvertita anche colà la difficoltà di un di– retto accesso alle difficili -opere di Marx, specie per i non iniziati. A ciò si deve l'apparire; a breve distanza di tem– po, di ben tre antologie, .che intendono essere una introdu– zione ed una guida al pensiero ed al sistema del grande maestro del socialismo moderno. Tutte e tre lo fanno in va– rio modo, ed affrontano con criteri diversi l'improbo e sco– raggiante compito di raccogliere in poche pagine organi– che l'essenza del.Ja poderosa e sparsa produzione di Marx. La prima di queste antologie è intitolata « Les pages im– mortelles de Marx, choisies et expliquées par Lèon Trotz– ki» (Paris. ed. Correa, 1947, pagg. 283, fr. 18o). La fama e la genialità del commentatore promettono tuttavia assai più che il libro non dia. Non solo vi si tratta del solo Marx economista, ma· le pagine raccolte non sono che ·quelle più importanti del I libro del Capitale, riprodotte tali e quali, senza l'ausilio di una nota o di _un commento. Ma è alquan– to delusiva la stessa luaga prefazione di Trotzki. Essa si limita a mettere in evidenza il metodo di Marx economista per la ricerca delle leggi, dialettiche e preterintenzionali, che reggono la società capitalistica. E Trotzki si mostra al ri– guardo rigidamente ortodosso. Non solo le tesi economiche di Marx (a cominciare dalla teoria del plus-valore) hanrio conservato per lui piena ed attuale validità scientifica, ma lo svilup!)-0stesso della economia moderna (più esattamente quella degli Stati Uniti, che il grande esule considera) ne sarebbe la testuale e puntuale riconferma. Concentrazione industriale e delle ricchezze; aumento delle contraddizioni Ji classe ; miseria crescente del proletariato, espansione della « armata di riserva» dei disoccupati; proletarizzazione delle cla·ssi medie; catastrofismo delle crisi economiche: sono tut– ti fatti del presente, che confermal)o le teorie di Marx e · documentano il fatale ed irrimediabile declino del capitali– smo. Questo cerca di contrastare al suo definitivo collasso con due nuovi metodi : col fascismo, nei paesi più poveri, col New Deal, nei paesi ricchi, come l'America. Se il primo non regge che per ·quel che può reggere un regime imposto ·con la forza, il secondo, anche se apparente– mente più rispettoso della legalità democratica, non regge per la sua intrinseca contraddizione : non è possibile ripri– stinare il regime concorrenziale, non è possibile ritornare al passato. La rivoluzione socialista diventa tanto più inevi- (12) M0NDOLFO, O. C., p. 110. (13) MONDOLF0, O. c., ,p. 300.

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