Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

CRITICA SOCIALE 291 Francia; e speriamo che il giorno in cui i nostri compagni di Francia assumano nel Parlamento di (llJel Paese un'iniziativa corrispondente a quella as– sunta nel tempo in cui si trattava dei patti della pace con l'Italia, non trovino contro di sè l'alleanza dei ' comunisti coi degollisti. Finalmente, per quanto ri– guarda le colonie, mentre auguriamo che sia rico– nosciuto il pi eno diri tto di autogoverno a quelle po– polazioni che han.no raggiunto un sufficiente grado di civiltà e che il c ompito di amministrare gli al– tri territori sia trasferito dalle singole nazioni al- 1'0.N.U., che l'eserciti direttamente o per mezzo di mandati a singole potenze, reclamiamo che a questa opera sia chiamata a partecipare, in condizioni di perfetta parità con le altre potenze, anche l'Italia, che ha dato prova di così· saggia temperanza e di capacità di organizzazione ed iniziativa nel .cam– po coloniale. E, per· terminare l'accenno a questi problemi particolari accennati qui, noi siamo desi– derosissimi che si stabiliscano in forma regolare e c~mtinua e s'intensifichino progressivame.nte al mas. simo grado i nostri rapporti commerciali con l'O– riente; come siamo naturalmente desiderosissimi che si appianino gradualmente, e nel più breve tem– po possibile, tutti i dissensi tra la Russia e l' Ame– rica e che si crei tra le due potenze una concordia che assicuri la pace e conferisca alla prosperità di t~tto il mondo. Purtroppo l'Italia ha oggi troppo piccola forza per poter contribuire efficacemente a sanare il dissidio esistente; ma nei limiti delle sue possibilità non dovrà trascurare nessuno sforzo. Funzioni e limiti della nostra collaborazione. Grave dunque e complesso- è il compito che si offre al governo e a tutti noi. A questo compito •Noi di Unità Socialista ci p_roponiamo di lavorare con tutte le nostre forze, sperando di poter essere ef– ficace stimolo, come ha detto con felice intuito e con . f~ase appropriata l'on. Cappi, un.o stimolo che sap– pia rimuovere le eventuali titubanze o resistenze di coloro con cui abbiamo accettato di collaborare. Noi possiamo anche prevedere che questa colla– borazione non si svolgerà, come -del resto ha accen– nato anche l'on. De Gasperi, senza qualche episodio di dissenso e, forse, di -contrasto. In materia scola– sfìca noi non potremo certo ottenere il consenso della maggioranza democristiana quando cerchere– mo di far valere il principio della laicità della scuo– la, almeno entro i termini in cui puo essere consen– tita dalla esistenza dei Patti Lateranensi. In materia di riforma agraria, sulla quale oggi appaiono stra– namente vicine le posizioni dei democristiani e dei comunisti per la comune tendenza ad un allarga– mento indefinito della piccola proprietà, sia pure da attuare con procedimenti- assai diversi e fini diversi noi potremo facilmente trovarci discordi dalla po~ litica voluta dalla maggioranza del Governo· e così anche su altri punti, specialmente sul modo' di con– vertire in concreta realtà alcune delle emmciazioni programmatiche contenute in certi articoli della Co– stituzione. Noi. siamo d'avviso che occorre avviare l'econo– mia italiana verso una radicale riforma di struttu– ra, che noi indichiamo genericamente col nome di « riforma sociale» e a cui attribuiamo un· vero con– tenuto rivoluzionario, non perchè essa sia da con– seguire fuori delle forme legali, secondo la concezio– ne grossolana della parola rivoluzione, ma per la profondità e vastità delle trasformazioni che essa de– terminerà nelle condizioni sociali e n.ella fisiono– mia e nei rapporti delle classi. Solo per questa via noi potremo evitare che il m.antenimnto dell'ordine debba essere affidato prevalentemente a misure di polizia, verso cui auguriamo che il governo non si manifesti troppo incline, se anche a ciò possa tra– scinarlo qualche episodio della lotta che dall'am bit9 parlamentare l'opposizione tenti di portare nel.la vita del Paese. Il giorno in cui la diversità delle ispirazioni no– ,~tre e di quelle di coloro a cui siamo associati nel Governo ci rendesse impossibile di continuare nel– l'opera di collaborazione che abbiamo ora iniziata, noi ci separeremmo da loro senza sbattere le porte, anzi con rec,ioroca comprensione. per la persuasio– ne· che noi e loro abbiamo che ciascuno ha ,il diritto bliotecaGino Bianco Francia, Ger.mania e Federazione europea I recenti avvenimenti francesi, crisi del governo Schuman, scioperi di Clermoot Ferrand ecc., presen– tano per gli osservatori politici, e tanto più per noi italiani, un duplice motivo di interesse. Da un lato per quanto vi è in essi ché può favorire od ostacola– re la costituenda Federazione europea, soprattutto per quanto riguarda la soluzione del problema tede- . sco, la quale è senza dubbio la prima pietra miliare da superare sulla strada che conduce all'unificazio– ne dell'Europa: la politica francese, più di ogni al– tra influenzata dalla situazione tedesca, può infatti divenire elemento decisivo di questa unificazione. Dall'altro lato, perchè la vita del governo francese · che tenta di salvare, contro la pressione comunista ~ degollista, il metodo parlamentare e la forma mo– derna di depocrazia, è esempio delle difficoltà e delle possibihtà odierne del regime democratico tra– di_zionale di sopravvivere e di imporsi, e di poten- ziarsi mediante un contenuto sociale. · In questo senso l'esempio francese, com~ già altre volte· abbiamo avuto occasione di rilevare è forse il più evidente di tutta Euròpa, poichè i 'contrasti politici che in esso si rivelano, simiH a quelli degli altri paesi, vi si p:r,esen:tano in una forma più chiara e. semplice, in grazia dello schieramento delle forze io. urto, e soprattutto del fatto cne la forza antide– mocratica di destra si presenta facilmente indivi– duabile per quello che è, a differenza di quanto av– viene in Italia, dove la multiforme anima della D.C rende più difficile una simile individuazione. E' per questo che, considerando g li avv enimenti recenti della Germania, è opportuno ten.er presente quello che è successo in Francia. La convenzione di Londra sulla Germania. Il primo giugno si è chiusa a Londra la Conferen– za ~t!lla. Gei:mania, alla quale hanno partecipato Stati Umh, Inghilterra, Fr.ancia e Be·nelux. Il gro~so pro– blema tedesco, che da mesi si era venuto riacutizzan– do dopo il fallimento delle trattative tra i ministri de– gli Esteri dei quattro «Grandi» ed in seguito ai noti incidenti di Berlino, è stato riposto in discus– sione ~on l'e?clusione della Russia. Questa, dopo aver d1 fatto isolata la propria zona, veniva propu– gnando la causa dell'unità di tutta la .Germania, uni– tà che altro non significherebbe, se fosse attuata come la Russia vuole, se non un allargamento del– l'influenza russa. Giova a questo proposito ricordare che l'atteggiamento russo è stato la prima causa -del · fallimento delle conferenze sulla Germania, a Mo– ·SCa un anno fa e a Londra otto mesi fa, in cui si era tentato, sulla base degli accordi di Potsdam e di Yalta, di giungere alla stipulazione del trattato di _pace. Gli angloamericani, dal canto .loro, in que– sto pienamente d'accordo; si trovarono spinti dalla loro stessa posizione e dai loro foteressi, e soprat– tutto dalla necessità di affrettare la ripresa econo– mica tedesca con lo scopo di alleviare i propri ca– richi e di garantire al tempo stesso la Germania oc– cidentale dall'espansione russa, a svolgere una po– litica quanto più possibile costruttiva, pur provve– dendo ad impedir'e che la Germania fosse messa in grado di riacquistare la propria efficienza bellica. Questa politica, culminata recentemente nell'inseri– mento della Germania occidentale fra i Paesi bene– ficiari dell'E.R.P., nella fusione delle zone inglesè e americana e soprattutto n.ella riforma monetaria, non è stata però condotta con sufficiènte coerenza, in parte per colpa degli stessi occupanti, in parte e il dovere di seguire la via che la propria fede gli addita. Frattanto, fin che possibilità di accordo ci sia tra noi e loro - ed auguriamo che ciò pci~sa durare lungamente - noi ci sentiamo in obblìgo .Ji contin.uare à dare il contributo della nost.-a colla-· borl!,zione per la rinascita del Paese col massimo fer– vore e con piena lealtà.

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