Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948

CRITICA SOCIALE 119 dra per andare a trattare separatamente col rappre– sentante del C.I.O., pienamente aderente, per quan– to riguarda il piano Marshall, alla politica del suo governo. Con questa P:eparazione e consapevolezza si trat– tano, da coloro che maneggiano (sia pure per conto d'altri) le leve del comando, le questioni che investo– no i più alti e urgenti interessi dei Paese. Con questa preparazione gli uomini dei. blocco si preparano ad esercitare la loro azione di governo· dopo la sperata (da loro) conquista del potere. . *** Naturalmente dei fatti di Cecoslovacchia e di tut– ti gli avvenimenti che denotano la mancanza di pro– positi costruttivi del blocco democratico popolare e la sua intenzione di ,creare il massimo disorienta– mento nella coscienza del Paese per farne una più obbediente « massa di manovra» profittano nel mo– do più ampio i democratici cristiani, i quali, oltre che dalla lettera pastorale dell'arcivescovo di Milano e di altri arcivescovi e vescovi e minori dignità ec– clesiastiche di ogni parte d'Italia, ricevono ora uri esplicito e diretto apporto di propaganda anche dalla parola del Pontefice. Non vogliamo star qui a discu– tere quale pericolo possa essere per la tanto invoca– ta pace religiosa e per lo stesso prestigio dell'autori– tà spirituale questo intervento sul terreno della battaglia elettorale. E' antigiuridico ed è offesa alla coscienza religiosa del cittadino cetcar di coartar– ne in siffatta guisa l'atteggiamento politico; ed è al tempo stesso negazione di democrazia, perchè cerca di influire con la forza, non della persuasione, ma della autorità, che può esser legittimamente usata solo quando _rimane nella sfera di attività che le è propria. Ma qui a noi. par soprattutto opportuno esprimere moito nettamente il nostro pensiero di fronte a coloro che ritengono che il temuto « perico– lo comunista » possa, essere tenuto lontano soltanto da una· accresciuta prevalenza delle forze della De– mocrazìa cristiana, di un ·partito, cioè, nel quale è an– data progressivaménte çrescei;ido la preponderanza delle correnti conservatrici in materia economica e · sociale e reazionarie in politica. No, non si può e non si deve volere, per il bene del Paese, che si mantenga e si esasperi l'urto fra i due opposti bloc– chi. La pace -all'interno dei singoli paesi, strumento e garanzia anche della pace internazionale, non. può essere mantenuta se non dal prevalere di quelle di– rettive che sappiano interpretare e soddisfare tutte le esigenze della nuova vita che va ·sviluppandosi, dei nuovi bisogni che si manifestano, dei nuovi di- , ritti che richiedono il loro riconoscimento. Solo una democrazi_a sinceramente progressiva (usiamo- que– sta parola, per quanto sia stata tanto screditata dal– l'uso fattone da altri), solo la democrazia socialista, che segua le direttive e attui il programma già da noi esposto in termini chiari e concreti, può garanti– re la libertà, assicurare la pace, creare le condizioni dalle. quali scaturiranno tutte le desiderate possibili– tà di lavoro. U.G.M. BibliotecaGino Bianco I laburisti ,, inglesi e IlOl Il passato atteggiamento laburista nel nostri con– fronti•. L'atteggiamento tenuto dai laburisti inglesi nei confronti del nostro partito, atteggiamento che non ha mancato .di influenzare anche quello di altri par– titi socialisti europei, è a tutti noto ed è stato anche, per noi, fonte di amarezza. Dico fonte di amarezza, non già perèhè noi avessimo bisogno di un ricono.– scimento per persuaderci della bontà dell'opera no– stra, e della necessità che ci aveva spinti ad attuar– la, o per darci il coraggio (oggi che ci si promette, pur tra le asprezze di una lotta che non ha tregua, il coronamento dei nostri sforzi, possiamo ben dire che in più di un momento si è trattato di vero corng– gio, fisico e morale) di· proseguire per la strada prescelta. A questo è sempre bastata la nostra con– vinzione. Ma amarezza, perchè vedevamo come fosse facile, ancora una volta, mascherarsi sotto il velame della tradizione e del nome, a chi tradizione e nome aveva tradito, per ottenere dalla pigrizia di uomini onesti e in ·buona fede l'avallo ad una opera nefasta: Ma -soprattutto, e più concretamente, urtava la nostra sensibilità esasperata dalla durezza della lotta e dalla facile previsione _degli sbocchi che essa avrebbe fatalmente avuti (come già ha avuti) in tanti paesi e avrebbe forse potuto avere nel nostro, vedere come uomini politici e socialisti di sicura capacità e fede si mostrassero poco cu– ranH di approfondire del tutto la realtà di una situazione tanto grave e pericolosa, proprio mentre noi ci sforzavamo di seguire,-con tutta l'attenzione e· con spirito critico vigile, lo sviluppo della loro azione, per studiarne gli aspetti positivi e negativi, per trarne insegnamento, per portare, soprattutto, a questa opera il nostro contributo e collaborare ad estendel'la. I lettori di questa rivista sanno co– me abbiamo seguito l'esperimento laburista inglese così come quello svedese, per metterne in luce i risul– tati e, al tempo stesso, per porre in rilievo la necessità che abbiamo sempre sostenuta, di far uscire il so– cialismo dall'ambito di una esperienza nazionale. chè, per grandi che ne siano i frutti, finirebbe, alla lunga, col soffocarlo, togliendogli la sua ampiezza di respiro e la sua universale vastità di concezione sul piano sociale, rendendolo •incapace di fronteg– giare gli urti della economia capitalistica e tota– litaria sul piano economico, isterilendolo e renden– dolo passivo contro le invadenze nazionalistiche ed imperialistiche sul piano politico. Conosciamo bene, e comprendiamo, le ragioni che hanno indotto i laburisti inglesi a disapprovare - .prima anzi a cercar di evitare -la nostra scissio– ne, ed a continuare a dare il loro appoggio al par– tito « ufficiale », cioè al partito fusionista, verso il quale, tuttavia, non è mai mancata in loro una cer– ta diffidenza. Anzitutto il timore che l'esempio no– stro potesse essere seguito da altri partiti socialisti europei, quindi il timore che si potesse credere - ed i comunisti nella loro propaganda setlaria non hanno· mancato di tentar di sfruttare questo moti– vo - che essi sotto sotto favorissero le scissioni fra i socialisti europei. Mentre è perfettamen1e vero il contrario, che il partito laburista, c9me il mag– giore partito socialista d'Europa, e quindi poten– ziale _promotore di una futura organizzazione inter– nazionale, ha tutto l'interesse a che i partiti socia– listi siano, non solo forti ed organici quanto più è possibile, ma anche tali da influire sui governi dei loro paesi, quando non addirittura di prendere loro il governo. Inoltre, li muoveva anche il desiderio di mostra– re che essi non desideravano interferire nelle que– stioni interne di partit1 stranieri. In realtà però questi timori erano dettati e te– nuti in vita da varie cause, che non è difficile identi.{_icare e che non potevano che riuscir nucive alla causa del socialismo. · La prima di queste cause, e la fondamentale, de– riva dal fatto che i laburisti inglesi, prendendo il governo del loro paese in un momento particolar– mente difficile, hanno ancora accentuato quella che

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