Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947

462 CRITICA SOCIALE Dall'utopia socialista all'impero totalitario M nostri ,rettori s'amo lieti d1' of{111ù-e questa inte– ressantissima analisi de1la siluazfone russa e del modo in cui essa è venula a costituirsi, che il compagno no– stro Ab,ramovi,tch ha ·scr,tto per la nivista so.cialista america.rNJ Modern Review. « Colombo navigava verso occidente alla ri·oer-ca di una nuova v,ia verso l'lndi·a. Ma H luogo dove approdò non era l'Indfa, era un continente del tutto di.verso. Una cosa simile accadde a Lenin. Quando egli, si mise a'.l'opera nel 1917, dfase che avrebbe ,costruito una società internazionale senza classi. Ma que·.fo ,che eg,H ha fatto è una cosa davvero molto diversa». Press'a poco in qùesN termini (cito a memol'ia) il professor Ustryalov, leader di un gruppo di emigraU russi che stavano cercando di ritornare in Russia, ca– ratterizzava il bHancio storico del lenfo-ismo al .prin– C'ipio del 1!120. UstryaJov era sicuro di conoscere con esattezza il posto dove la bar,ca statale di Lenin aveva approd,ato. Ne:Jr.:'euforia della Nuo-va Politica Econo– mi-ca, mentre Lenin stava ,penosamente ,conducendo la sua « profonda riti,rata strategica », era naturale per un- uomò come Ustryalov concludere che Lenin stava irrevocabilmente muoven do verso una soci-età « nor– male », oioè ca, pitalisti. ca. Noi sa,ppiamo oggi come avesse torto JI professore ·russo. Ma su un punto egli aveva rag,ione. II « conti– nente» al quale i russi finalmente hanno approdato è de! tutto diverso da queUo che essi si aspettavano di raggiungere. Non è ·.'aibella Utop,ia d.i cui Lenin so– gnava quando ordinò la sollevazione del settembre 1917. E' un nuovo, sinistro mondo, la cui esistenza Lenin non sospettò neppure. L,a Veorz',a ;cN MaJllxconlro, que,l[radei Narodl!li.ki. Vladimiro Ilyitch Ulyanov si presentò dap,prima sulla scena de!Ja storia russa non come Lendn, ma come Tulin e llyin. Sotto il) prumo pseudonimo egli pubblicq (1895-96) due artico:i sul-la evoluzione eco·– nomica deHa Russia; sotto il secondo, il suo famoso Hbro Sviluppo, de~,capitalismo in Russi'a, apparso nel 1899. Questi scritti non erano la condanna de'] capi.– taJ.ismo che un profano si, sarebbe aspetta,to da un marxista rivoluzionario. II proi;iosilo di.chiarato di Lenin era di .provare _çhe i.I ca,pitalismo, con tutti i suoi ma'.d, si stava rapidamente svi,Juppando in Russia., che nuHa avrebbe potuto arrestare la sua avanzata e che la sua evoluzione era stor·icamente progressiva, in t"elazione al,la economia pre-capital,istica della vecchia Russia. La conclusione, quindi, era che J,o sviluppo capHalistico non sar-ebbe stato opposto a quella fase storica; benchè ciò non signif.icasse che si dovesse cessare di, combattere i 1 ;t capitalismo come sistema, o mancare di organizzare la classe lavoratrice. IJ lubro di Lenin (o I,Jyin) faceva parte d-i una vasta offons·iva del marxismo russo cont-ro il ,primitiv0, utopisti,co pensiero dei cosiddetl-i Narodn,iJci (Popù• Lisbi), i guaii consideravano il .ca,pitaHsmo come un prodotto dei ,paesi occidentali, che avrebbe dovuto essere ey,itato in Russi-.1. La teoria dei Narodn-iki era basata sulla .presupposizione che la Russia contaddna - con resti di un primitivo co:fottivismo neHe sue comunità rurali (Mir, Obslchina) - sarebbe stata ca– pace, una volta J,ibera: dal despotismo za rista e dalla dominazione dei proprietari terrieri, di organizza.re la sua vita economi 1 ca e sociale s-econdo Je Hnee so– çi.a1iste. Perchè, chiedevano essi, il popolo· russo avrebbe dovuto esser «,precucinato» per il so.cialismo nelle cai:•daie delle fabbriche capitaldstiche? La Rus– si1a.potrebbe progredire senza il capita,J,ismo ed di suo sfruttamento, le sue grandi. città e i suoi sobborghi", la sua tubercolosi, la sua prostituzione e ·la sua povertà, il suo lavoro infantile ed ri suoi violenti contrasti, so– ciali. Venga la rivoluzione, argomentavano i Narod– niki, ed il popolo russo scavakherà il capitalismo, co– struendo imrriedfatamente una sooietà socialista, una libera associazione di comunità contad·ine e di coope– ratirve di artigiani e di lavoratoru. . Contro questa conce:,;ione semi-anarchica, romanti– ca, basata sulle idee di Bakunin, Lavrov, Sismondi, i primi marxisti. rusSIÌ ini,ziarono le ostilritàJ• al prin- BibliotecaGino Bianco -cipio del 1883, ·quando venne fondalo a Ginevra il famoso « Gruppo per la Jiiberazione de1 Ja,voro » ,da Giorgio P-lekhanòv, Paolo Axelrod, Vera Zassu:tlrch, Leo Deutsch -e altri. · · I marx'dsti, russi argomentavano che l'idea d,i sal– tare la fase ca,pitalistica dell'e voluzione sociale era una. concezione •reazionaria ed utopistii.ca• . Invece di ostacolare e dep,lorare lo sviluppo del capita,:•ismo in.. dustriale, d socialisti russi avrebbero dovuto sostenere che esso è un passo progI'essivo, perchè prepara la v-ia per l'affermazione di ·nuove forze, speci,almente per l'ascesa deJ.}a ,classe dei• lavoratori •industrialu, che avrebbe costituito Ja forza rivoluzfonaria, per il rov,e– ·sciamento dello zari.smo. Questa rivoluzione era con– siderata come ·una rivo:uzfone essenzialmente antifeu– dale, democratirca, borghese. Essa avrebbe Hberato. i contaddni dai resti del feudalesimo ed avrebbe dato foro la terra necessaria ,per la ,;!ibera produzione, essa avrebbe Jtlberato 1e forze produttive del paese, rimo– vendo J,a mano mo,rta ded cfocoli inonarchicii e pe,r– mettendo ai moderni industriahl e capitalisti di pren– dere H timone; essa ,avreflhe garantito i dirrittd sociali per i,' lavoratori e l 1 i avrebbe messi in grado di co· struire una vasta organizzazione che, al momento op– portuno, avrebbe condotto di p•ro,:1etariato industriale alfa batt-agli1aipe•r il socialismo: una battaglia da con– ,durre simultaneamente e· coorddnatamente ,con quella delle classi lavoratrici dei paesi cap·italisbic,i più pro· grediti v,erso la stessa meta. Que•sta concezione de~ mairxi,smo russo è espressa nel ,programma uffdciale del Partito sooialdemocrabico russo del favoro, fondato nel 1889. Essa era anche l'idea conduttrke .del famoso lskra, pubblicato da Lenin, Potressov, Martov, Plekhanov e Axelrod dal 1901· al 1905. Essa rimase l'i,deologia comune dei menscevichi1 e dei bò']s,ceviichdanche dO·po Ia scissi<me del 1903,, per cud, mentre c'erano numeros.e ed as,pre controversi.e fra le due fazioni, nessuna di· esse coin– volse mai i,J concetto fondamentaife delJa rivoluzione. « Uscite dalla vua, », scl"iveva un membr o .premine nte del Parti1o boscevico, rivolgendosi ai borghe.si. ,de– mocratici russi. « Uscite dalla via e lasciate che noi vi mostriamo come fare ima rivoluzoione borghese >. · Le1J1Jin cambia op..Wi~nie. Quando Trotsky e Parvus, appoggiaU da u:1t,inioda Rosa Luxemburg,.,cominciarono a sostenere all'inter– no del ·Partdto ·sociaJ.democrabico russo la teoria di un « goverl)o dei 1lavoratori » o « nivoluzione .perma- . nente », Lenin e•ra apertamente freddo o anche ostiLe all'idea, e rimase tale fin verso il 1915. Duran't.e g]i ultiimi annrr de]']a pr,ima guerra mon– dia::e, tuttavia, IJen-in cambiò opinione. Egli si venne sempre più ,convincendo- che il, capitalismo, che ave- v,a scatéllato Ja guerra, non l'avrebbe finita. La !iqui. dazione de!ll!J.guerra, quindi, e lo stabiltimento della ,pac-e dovevano essere compiuti da una y,ittoriosa ri– voluz ione ,proletaria i,n tutti d paesi progrediti d'Eu-. ro.pa. Lenin non vede più afcuna ra gione pe r conser– vare la tradoizionale d•istinzione tra rivo.uz' ÌOne bo·r– ghese e rivoluzi'one so.ciaJista e fra un programma mi– nimo ed un prog.ramma massimo. Facendo aff-idamen- to sulla pr_ossima rivoluzione mondri-ale, che nella sua opinione non sarebbe st-a,taaltro che una -r. i,volu zion.e socia!l'Ì!sta, egli ·ritornò .sulla sua idea di « fa .re una rivo:!uzione per la borghésia » e scatenò una batta– glia nel partLto per una -eomp1eta rev:i,s,ione di tutta l,a sua strategia. Al primo congresso ,panrrusso dei Soviet, nel giugno 1917, a,l·quale i bolscevichi rap_pre– sentavano soltanto una pìiccola minoranza, Len,in fece la sua famosa di,chiarazione che d'l suo partito era pronto ad «,agire» immediatamente. Molti dei, suoi - amici;· mentre sosten-evano essi .pure che si doveva - prendere di)'potere e far -immediatamente la r.ivo·u– zione soci'alista, consideravano tutto ciò come un esperimento quasi senza speranza. « Forse resteremo al potere soltanto poche sett,imane, ma, potremo sta– biJ,ire un pre,cedente stor.ico, -come i Comunardi nel 187·1, e ,poo morire sulle barricate ».

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