Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947

\ I , , 206 CR~TICA SOCIALE evitato il pericolo che la Francia ripiomb~ nuova– mente in una crisi acuta della sua economia, come 1 quella da cui ha cominciato a risoll~v~rsi po_chi_mes! add;etro · sono categorie numeros1-ss1me d1 p1ccoh' propriet;ri (in buona parte ~olti_vatori), ~i a_rti_giani, di commercianti ed esercenti, d1 profess1omstt, che sentono bisogno di ordine e son di~posti a<;I. affi– darsi a chiunque dia loro garanz a d1 saRerlo e vo-· E' 1 1 "' h lerlo restaurare e mantenere. natura e perc10 c e tra i fautori di De Gaulle siano oggi numerosi e particolarmente pieni di ansiosa aspettazione coloro che fu~ono acquiescenti, o addirittura partecipi, alla politica del Governo di Vichy. E' sempre l'ordine di destra, -il Governo dovrà necessariamente far concessioni a) loro spirito conservatore e antide-– mocrà.tico; 3) che, avemdo chiamato a far parte del Ministero dtie rappresentant1 de!Ia più rigida tendenza l'iberista, il Governo mostra di voler ri– nunziare a .tutte quelle forme di programmazione e di controllo in materia economica, che er.ano state accettate dalla precedente. incarnazione De Gasperi, con i famosi quatt'ordici punti del programma con– cordato, •e che rappresentano una imperiosa neces– sità in un periodo come il presente, in cui (anche se si accolga la visione ottimistica fisiocratica-libe– rale) non si può stare ad attendere che la ricerca del privato profitto da cui è mossa la « libera ini– ziativa » capitalistica, converga; a distanza infinita, con la tutela del pubblico interesse, De Gasperi ha manovrato 'senza dubbio con grande abilità per giungere a quella soluzione a cui evidentemente aveva mirato fin dal suo ritorno -dal- 1'America.' La delusione e il malcontento suscitati dal Tripartito gli avevano aperto e agevolat@ la via, Il Paese non poteva più essere disposto a tollerare un Governo che· da_i profondi dissidi dar quali era diviso, dallo sforzo continuo di reciproco discredito compiuto dai partiti che ne facevano parte, era messo in condizione di non poter neppure tentare e la sicurezza interna la mèta cui essi aspirano, e se ques,ta venga da chi si è adattato a porre sotto il controllo d·ella· Germania nemica la vita pubblica della Francia o da chi si è levato coraggioso cam– pione della resistenza. dellò spirito pubblico contro que)l'asservimento, la cosa è per quelle categorie di cittadini affatto indifferente. Non diciamo certo che questo atteggiamento sia segno dr una coscienza1 poiitica e civile (diremmo anzi di una coscienza an– che morale), ma -.diciamo che da' questa condizione di cose non si può ptesdndere, se anèhe dobbiamo sentirci impegnati ad un'opera quotidiana e continua per fare éhe essa sia superata in una più alta vi– sione di ,quello che è bene e male nella vita pub– blica e privata. A meno che non si abbia sin d'ora la forza per rovesciare radicalmente quella situa– zione, per escludere quei ceti (e prima di loro, na– turalmente, i più grossi ceti capitalistici) da ogni funzione di classi dirigenti, dando tutto il potere in mano al proletariato (che in. Francia -- si badi - è un'assoluta minoraNza), con la certezza che esso - saprà mantenerlo e salvare dal disastro la Francia, anche nella presente situazione in cui essa mm ha alcuna possibilità di autarchia nè politica nè eco– nomica. i='er tutto questo il còmpito che il Ministero Ra– madier si è assuntò, con un coraggio veramente non comune, è gravissimo:. mostrare che in Francia le forze di sinistra hanno la capacità di mantenere quelle condizioni di ordine in cui"-sia possibile la ripresa dell'attività produttiva e di tutta la vita civile, aperta a quegli svilupp_i che costituiscono il contenuto socialista del piano Monnet. Nei prossimi giorni vedremo se il Governo Ramadier potrà su– perar è gli ostacoli che gli si parano di'nam!i, ve– dremo cioè se i comunisti si renderanno conto che 'di iniziare, fattuazione' del programma concordato. · Si aggiunga che di tale attuazione ~ancav;a _ogni effettiva volontà, per diversi e in parte contras.tanti motivi, nei due più forti partiti che partecipavano al Governo, me!'lt_re il terzo partito, quello sdcia– lista, che avrebbe dovuto avere _lo specifico com– pito d'imporre il superam,ento di ·guelfa paralisi che deludeva l'ansiosa aspettàzidne del Paese e lasciava. incancrenire i mali della vita nazionale, si' dimo– strav11 incapace di rivel'ldic11rel'autonomià della sua azione. D_obbiamo' quindi , essere grati proprio al Tripartito qi averci fatto il dono di quest0 nuovo , la loro politica minaccia di portare_ a.Ilo sbaraglio, per lungo periodo di anni, le- sorti del proletariato. *** • In Italia l'esposizione fatta alla Costituente dal- . !'on. De Gasperi non ha fatto nessuna luce'· sulle intenzioni e possibilità del Governo, ànzi -ha dimo– strato che esso non ha nessuna precisione di orien– tamento e concretezza di programma. Le ragi0ni della diffidenza con cui molti, e noi pure tra questi, hanno accolto la nuova incarnazione De Gasperi · sono sostanzialmente queste tre: 1) che l'accre- - sciuta prevalenza numerica di democristiani suscita il g-iustificato timore di una accentuazione di quell; politica confe_ssionale che si riuscì a far prevalere oon l'approvazione· dell'art. 7 della Costituzione e-.si tentò di rafforzare con la concessione di privilegi alla scuola privata e con la sanzione costituzionale della indis-solubi,Jità del matrimonio; 2) che dovendo, per i 'motivi per cui la crisi è stata aperta e per il modo in cui- è stata risolta,· appoggiarsi .ai 'partiti Ministero De Gasped. . ' · .Mentre scriviain0, non sappiamò €J:Uà•1e sa_ràla sorte che decreterà ad esso il voto della Co!>ti– tuente. Noi non possiamo desiderare cl:ie esso ·si consolid_i, e vediamo nello stesso tempo· coH spa– vento l'eventualità di una nuova crisi, perchè, mentre obiettivamente ci sarebbero le. condizioni per po– terla -affrontare e· superare con vantaggi@ del pro– letariato e di tutta l_a Nazione, le forze cui spet" terebbe questo· comp'ito non riescol'lo a raccogliersi in un nucleo compatto, per la diserzione che alla parte. più. numerosa di esse impongono l'inconsa– pevolezza e il puntiglio dei suoi condottieri. Per quanto l'« 0ra del. Socialismo», l'ora cioè in cui le forze nostre potevano· prendere la direzione della cosa pubblica ·per gettare le basi e iniziare la co– struzione di un ordinamento socialista, sia ormai oltrepassata, c'è ancora ,possibilità per n0i di com- , piere qualche utile azione per sal vare le sorti pre– . sehti e )e speranze del proletari;,i.to e far tornare quell':ora sul quadrante della storia. Anehe quella parte del Paes_e che non è cort noi sente che noi siamo forse la sola, certo la forza- più adatta a superare le difficoltà che ri_tardano la rinascita della ·nazione e minacciano di comprometterla per lungo tempo, s,e no:t1, ·si riesce a evitare l'inflazione. Essa vede che le classi capitalistiche, che ceroo sono le più preparate, tecnicamente, al manegg,io della cosa pabfulica, spei;:ialmente in materia di eco– l'lomia e di "fi!'lanza, sono anim<,1teoggi da tale egoi– smo e da ,tanta: ingordigia di profitti pantagruetici, e così pronte a trarre ìl loro particolare •vantaggio. Bibliote'caGino·sianco

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