Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

132 tutto ciò che avviene in Russia e gli italiani finisco- no per diffidare del Socia ismo. . . Ecco perchè era necessario che ri~asces~e un So– cialismo veramente autonomo. Ma, s1 badi, e'.a ne· oeessario non per ragioni tat!iche, cio~ •per riavere ,quei voti che la sto ta politica fusionista aveva al· Jontanati, ma per un'esigenza che ~!fonda le s?e ra~ dici in tutte quelle ragioni ideologiche, morali e d1 ,metodo che fanno del Socialismo una cosa profon- damente diversa dal Bolscevi mo. II Sociaiismo de· ve ridare la libertà ai lavoratori che oggi son domi. nati dal!'« apparalo » del partito bolscevico, deve com– battere il b anquismo che affida la scelta dei !llezzi e delle mete ali'« illuminismo» dei capi, i qualf si arrogano il sacro diritto di far là rivoluzione per gli a·tri. I] Socialismo deve tornar ad insegnare che ogni rivoluzione è, anzitutto, una educazione delle coscien– ze e. nello stesso tempo, un adeguamento alle passi· bililà reali, mai un 1 imposizione che cala dall'a·to do– po essere stata decisa a tavolino.' Deve insegnare che nes: un pro etariuto, e tanto meno quello russo, è depositario del c!estino degli altri popo:i, e che un partito il quale faccia soltanto gli interessi del go– ·verno russo non si confà, ai lavoratori del nostro Paesè, anzi di nessun Paese di avanzata civiltà. 'Il Socia ·ismo deve 'denunciare come falsa l'anti– tesi « o c<i'munismo o reazione». Oggi, accanto a que– sti due ter,n;ni, se-.ne pone un terzo, ed è quello del Socialismo democratico Nirn è vero che il Comuni– smo abbia l'esc usiva delle riforme· sociali, e la de– .stra l'esclusiva del metodo democratico. Se fosse così, avremmo rag:one di disperare delle sorti del· l'umanità. Qui sta il vero significato de] congresso del P. d' A., significato che forse è andato al di ,à delle intenzio– ni degli ste~si congressisti, i qua) erano preoccupati soprattutto di preparare una dignitosa liquidazione. decorre riunire tutte le forze sinceramente socialiste del paese, riunione che non ha nulla a che vedere con il meccanico ravv~cinamento dei due tronconi del vecchio P S I.U.P. E 1 necessario che tutti i veri socialisti facciano «.b'occo » attorno al P.S.L.I., un' < b'occo » che sappia dare al Paes.e la sen~azione pre· cisa che l'opposizione democratica al comunismo n'on è solo delle destre ·e che l'opposiz'.one sociale al con– servatorismo non è rn·o dei comunisti. anzi non è ormai più dei comunisti: un Partito Socialista che svincoli il pro· etariato dal dominio di un partito che ne addormenta la coscienza critica, 'preoccupato più delle sue mete tortuose e mascherate che di formare degli uom:ni Jiheri. Se questa sarà la conclusione a cui giungerà il nuo– vo Comitato Centrale nominato dal Congresso, il, P. d' A. potrà dire di aver degnamente risposto a ciò che di vero conteneva l'esige.nza rosselliana. che ne fu l'origine, esigenza di svecchiamento del sociali– smo, di disancoramento dal'e formule· polverose e ·da una' menta:'ità superata, di sintesi tra la giustizia sociale e 'la libertà individuale. Così come,. ricon· fluendo nel ·socialismo, il P. d' A. porrà, in luce l'er– rore' in cui era caduto Car'.o Ros~elli. iHudendosi di poter tradurre la sua ansia di rinnovamento in un raggruppamento politico che stesse fuori dall'alveo classista del socialismo. UGOBERTO ALFA 1 SSIO GRIMAl,DL POSTILLA. - Lelio Basso, pur accusando d'im– modestia la pretesa che gli azionisti avrebbero avu– to al loro Congresso, d'impostare addirittura il « rin– novamen_lo » del Soc'alismo, ha sentito il bisogno di pronuncrnre al teatro VaUe un lungo discorso ,d'im· • pegno, e di r:petere poi la conc'usione di quel, di- ' scori·o in un recente articolo su'l'Avanti! Avendo cu- · ra, naturalmente, di non parlar p'ù, nell'articolo. del problema de''Ja fusione, perchè è bene che sotto gli occhi dei lettori dc.Il' Avanti! non cada troppo speiso ·questa parala. · Al teatro Valle, invece, si è dilungato su questo te– ma, articolando'o in tre argomentazion:: 1) le ra– gioni che g:u~tificarono a Livorno :a scissione non esistono più: 2) ma i due parfti. in venticinque anni di vita separata, hanno· maturato esperienze diverse che si sono concretate in un « pa'trimonio politico» diverso; 3) di conseguenza oggi la fusio ne non si può nè si deve fare_: i due partiti resti.no distinti lavo– ran·do in « armonica unità \i'int eJ;Lti:,; ;_.. · . . ' . . Per quanto riguarda noi, i così detti ·« riformisti>, BibliotecaGino Bianco le ragioni della scissione non solo sussistono In pie· no. ma si sono enormemente aggravate, sì da diven– tare irreparabili. Ma se Basso parla come massima– fota, la prima deJ:e sue argomentazioni è senza dub· bio 'leg:ttima: oggi l comunisti non chiedono più che il Part.to Socialista rinunzi al s\Jo glorioso nome {,chè anzi son dispo·.ti a rinunciare al proprio ed a fa'rsi · ch:amar socialisti -'- vedi Prussia orientale); noJ!' chiedono p:ù l'espu:sione dei riformisti e, dei cenlti•' sti (chè anzi Basso, consenziente Togliatti, vorrebbe tenerseli buoni per metter meglio in piedi, la m·es· sinscena autonom:sta); non chiedono più l'assoluta sqggezione del Partito· al Komin!ern (chè anzi il Ko> mintern è stato sciolto d'autorità da St.alin e, fòr- .ma·mente almeno, i partiti comunisti nazionali sanò inct:pendenti). Ed eran questi i tre punti, dei•fan1osi venluno di MosC[l, che dividevano i massimalisti (serratiani) dai comunisti. · ' Ma, allora, ci vuol dire Basso che •cosa impedisce· ancòra la fusione dei massimalisti coi comunisti? Egli risponde (seconda argomentazione), tirando fuo· ri la formula del « patrimonio politico», che· i due partiti sarebb·ero venuti coagulando durante il quai:-' to di ,secolo di esperienza separata. E' una vecchìa tesi, ,che Basso ama riprendere tutte le volte ch·è''sì trova costretto a tappar la bocca a coloro i quali , ca– vando la legiltima conseguenza dalle sue stes.se pre– messe, g·i dicono: « Che cosa aspettate a fon der" vi?». 'Già lo scorso anno, su « Quarto Stato», dopò· aver detto che i socialisti e i comunisti hanno matu– rato in questi anni di vita separata esperienze, diver– se, scriveva: « Noi pensi;imo che entrambe le espe·· rie'.nze rnno vi-tali..., che vanno soltanto armonizza'. te in una si-ntesi in cui ciascuno apporti H megliò· ' della propr;a esoerienza. e crediamo che a questo fi-· ne giovi la lotta· condotta in comune». Ed il lettore ne sa, tanto come prima, perchè eh~ nel, P .. C. ci sia .del buono e del catt:vo,son d'acco'r' do tut ti, persino Benedetto Croce: tut'to sta .nello sta-· bili.re qual'è il buono e qual'è il catti vo, che cos-a c'è da mantenere e ché cosa invece d·a scarfa.re . Noi diciamo a pr:ori che certi elementi p ositivi' de l co– munismò e del socialismo sono caratteristici del'a. We/ianschauun,q da cui derivano, e che il volérli fondere assieme è co•a impossibile. è ingenuo eclet– tismo. Per questo vorremmo che Basso si -spiegass·e di più. Ma Ba•so non si è mai' voluto impegnare a fare rigorosamente questa cernita, e si è semb-re mantenuto nel vago e nel generico. cioè ne'l'equivci– co, lasciando l'impressione ·che la formula dei due « patrimoni politici» distinti s:a. 11ient'altro che un buon espediente a servizio della momentanea con· venienza tattica di restar separati. . Qualora invece dovessimo. accettare come vero que·•· sto argomento, balzerebbe fuO'l'i un'ultima contrad– dizione. Se infatti i due partiti oggi sono divei:si, e gjustificatamente diversi, su qual base si può mai po– stulare UT)a apriorica unità d'azione, che dovrebbe· valere per tutte le evenienze della ·vita politica? , Lascia.mo a Basso il trastu!larsi col mistero' de-i due partiti che sono uno, d·el 1 'azione che dev'essere .unica pur restando distinta. Egli ha calato dal •cielo della religione sul terreno della politica il dogma de•i numeri che son diversi e uguali nello stesso tempo. Soltanto, prima di chiudere, ci preme ricordare che Basso. al teatro Va'le, ha fatto la voce ·della sirena a– gli azionisti. li ha chiamati « compagni». li ha invi• lati ad edificare as~ieme il Socialismo in Italia. Ci preme fissare queste parole sulla carta, affinchè - nella eventua':t/JJ di un'unione dei compagni del P. d' A. con noi - Basso non ci vrnga a dire. testi sa– cri alla mano, che per quell'µnìoné' noi slittiamo 1,1 destra,' verso l'imborghesimento. · · Aflh1chè, insomma, non ci venga a ripetere ~i di~ scorso che la volpe fece a proposito dell'uva. U. A. G. Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA.'. che esce ora in d'Ùe edizioni: per l'Italia SetteJ{ : ., triori.ale e per J'Italia Centro Meridionà1e- ,, ...

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