Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947
116 CRITICASOCIALE llncora dell'autonomià_dell'lllto lldige L'Assemblea Costituente ha iniziato la discussione del Progetto di Costituzione elaborato dalla Commissione dei Settantacinque. E' facile prevedere che il desiderio di con· servare l'unità del Paese ridurrà la sfera dell'autonomia regionale.. Lo stesso ·progetto (art. 1o8) attribuisce alla Si· cilia, alla Sardegna, al Tl"entino·Alto Adige, alla Valle d'Aosta e, forse, al Friuli-Venezia Giulia, « forme e condi· « zioni partic,o/ari di aut,onomia, c,on statuti speciali adotta· « ti mediante leg_qicostituzionali». Per l'Alt.o Adi,qe poi la Costituente dovrà tene, conto degli accordi del 5 ·settem· bre 1946 fra l'on. De Gasperi, e il Ministro degli Esteri au· siriaco Griiber, accordi che ora sono parte integrante del trattato di pace. li Progetto dei «settantacinque» parla di Trientino·Alto• Adige ed è sul punto cruciale dell'estensione territoriale del· la regione che si addensano le nubi. Voci contrarie all'unio• ne delle due provincie si levano a Bolzano e anche a Tren· to. I Tedeschi dell'Alto Adige temono -· e con· ragione - di essere « mi-nomnza » di fronte agli Italiani del Trenti· .no, Meno comp.rens ,bile la resistenza di certe correnti .poli· .tiche ·trentine, che paventano lo intedeschirnlnto della ita· lianissima provincia. Data la composizione tecnica della regio~,e tridentina (circa 440.000 italiani delle due provin· cie; ci·rca 14.000 ladini; circa 210.000 tedeschi della pro· vincia di Bolzano) non dovrebbero essere gli Italiani ad as· sumere lai mentalità dei, sacrificati. Qualcuno obietterà che. se i « tiro/Jesi» di Bolzano non desiderano assumere la ingrata « pa,rte » della minoranza, se molti, trentini preferiscono fare « casa propria», la solu· zione è semplice: tenere d·stirtte le due provincie; accorda· re agli alto-atesini la particolare autonomia loro promessa; lasciare ai trentini quella autonomia che la nuova Costitu· zione _accorderà all!òvarie regioni, italiane: Semplict., ma non risolutivo. ' Nell'attuale provincia di Bolzano esist~ una forte mino· ranza ~taliana (in prevalenza piccoli eommercianti e ope· rai) che se L5.Ì mantenessero separate le due provincie si tro· vereb_be di fronte ai ted~schi neila identica situazione ~si· colog1ca degl\ alto-atesini nella regione unica,' tridentina!_, In qu~sta, la minoranza tedesca sarebbe spalleggiata dai tiro· lesi del Nord; nell'altro caso la minoronza italiana trove– rebbe aiuto nei trentini. Si temerebbe, ~nsomma, alla situa· zione di... ventisette apni or sono, o quanto meno non si cree· ·rebbe quell'atmos'fera di serena çomprensione che, per· il bene comune dei due gruppi etnici italiano e tedesco è som· mamente augurabile. ' Non vi è che una soluzione, Persuadere trentini e· tirole– si a voltare le spalle al passato e astrarre dalle concezioni locali. I. tirolesi stessi nµl!a hanno da guadagnare se consi· derapo 11 Brennero· e la stretta di Calorno come i confini deL. mondo I . . , Le_ divergenze trovano fon1àmento nei' testo ·degli ac– cordi, del 5 settembre 1946. Disgraziatamente siamo ora in presenza di d·ue diverse dizioni: una fu comunicata ufficiai· men/e al momento della firma dell'accordo di Parigi; l'al– tra e quella che figura, come allegato, .nel Trattato di ,Pace. E~co, una di fronte all'altra, le due diziqni: «...• Le popolazioni• delle zone summenzionate ·(cioè gli abitanti di lingua tedesc;a della Provincia di Bolzano e quelli dei comuni bilingui della Prov. di 'l'rent.o) go· dranno di un potere reg·ona– le autonomo nel campo legi– slativo ed esecutivo Il qua– dro nel quale le-predette mi– sure di autonomia saranno app'.icate, sarà stabilito pre- via consultazione anche con gli elementi locali rappresen- tativi della popolazione di lingua tedesca». ·«Le aut or'tà legis 1avve ed esecuti.ve delle regioni più so pra citate, godranno di un regime di autonomia i cui principi essenziali sarannò · stabiliti, in çonsultaz;one con· gli elementi locali rappre- · sentativi della popolazione di lingua tedesca». Sec~ndo i compete?ti la differenza è notevole. Nel primo caso si garantisce un autonomia p~rsonale; nel secondo J'au· tc:inom~~ha _u~ cara~te~e _terntorzale. In mancanza di chia· nmenh uffic1a!t. l!'- drstmtipne complica il problema dell'au· tonom1a alto-atesma. · . Quello che, a mio avviso, importa e preme è dare la sen– sazione che g)j acfordi di Parigi, vengono osservati, e crea· ~e un ambiente ps1colqg1co favorevole. A .tal fine, nella pro'- Biblioteca Gino Bianco vincia di Bolzano dovrebbero convocarsi i comizi per l'e– lezione dei legittimi rappresenta,nti della Regione, con i quali il Governo e gli organi legislativi italiani discuteranno dei limi•ti dell'autonomia e delle garanzie cui le minoranze han– no diritt'o. Costretti gli alto-atesini ad esprimere dem·ocraticamente il loro pensiero, precisato Lo statuto regionale, lo Stato Ita· liano - nella sua piena sovranità - stabilirà se l'autonomia a:to-atesina possa, sotto il profilo amministrativo nazionale, saldarsi c on un'autonomia che abbracci tutta la regione tri· denti.na, dal Brennero a Malborghetto. Spari rebbe co sì quel co mplesso di inferiorità cui ho accennato. I tre nti.ni intanto - per mezzo dei loro deputati alla Costituente - in fluiran– no perchè si abbia una autonom.:a regionale trentina (simi– le a quella delle altre regioni italiane) oppure un'unione con la parte alto-atesina. La d.i-s.tensione politiça nella regione sarà immediata e porterà anche un maggior benessere eco– nomico e materiale. Nessuno meg lio d~ noi socialist_i sa che il nazionalismo è una bestia c.he vive é prospera in un am· biente di disordine, di incertezza, di crisi, Mi ostìno a pensare che k cittadini delle due provincie di Trento e di Bolzano fini,ranno per decidere di fondere i lo-· ro destini in un'unica regione_ La Geografia, e soprattutto la Storia (si pe.nsi al diverso contegpo dei tirolesi a n ord del Brennero e di quelli a sud durante la campag.na con– tro i francesi e i bavaresi)., hanno scavato sensibili differen– ze fra i tirolesi della valle dell'Inn e quelli delle vaUi Ve– nosta, Isarco e P1,1steria, · 'E' pure i.nnegabile una ·diversità di usi e di costumi fra gli italiani, poniamo, del ·Veneto e i trentini, Per un fenomeno di endosmosi, tirolesi e trentini hanno assorbito - nel corso dei secçli ....:... reciproche influenze. Se il Correnti chiamò il Trentino « vestibO 'lo-l'It alia> e Cesare ~attisti chiamò l'Alt o Adige « vestibolo d.el -vestibolo d'll/r lia ». ai tirolesi e ai trenti.ni insieme può attribui'rsi la fun– zione di essere.. i due piloni del ponte ideale che deve con– giungere ,il mondo tedesco e il mondo italiano. J P. S: - Avevo letto! oon vivo piacere (Critica So.ciole 1_947,p. 4) che quanto r,o avevo. scritto nel mio primo ar– ticolo (anno 1946, p. 303) sull'Alto Agide mi aveva procu– rato il plauso del compianto Gigino Battisti. , . Quello che egli si accingeva a dire alla Costituente (se 1a · motte non ce lo avesse tolto) e 'che la C,ritm1 ha pubblicato nel suo numero del 1-5 marzo (pag. 91), :r\0Omi pare di~ verga tTOJ?P0da quanto son venuto ·poi esponendo nel se- ' condo articolo (an., 1947, 1>.62) ci-rea l'autonomia alto-ate– s\na. ~e:ntre _imare_centissiina riunione di esponenti dei va– n partiti pohtic1 d1 Trento ha raccolto ,l'unanimità sulla vi,unione delle provincie di Trento e Bolzano in unica re– gion;e, è indisJ?ensabile che l_epopolazioni interessate, trentir na e .alto·atesr~a: po.ssano di,re 1a loro definitiva parola. Anche Batbstt, nello schema del suo ·ciliscorso sostiene la nec·essità_ ,di fare, e fare presto,. qualche cosa. bue anni son0 p.assa,t1 dl!;lia fine delle ostilità; sei' mesi dagli accorw De Gasper.~Gruher. La questione delle opz·ioni deve 111 atu– ra:1!1ent~ esser risolta prima di ronvocare quei comizi che ldesrgneranno_ gli « el~m~nti rappresentativi ciii lingua tede- · sca ». E ·sul modo di nsolverla, Battisti confèrma cén 1a sua autorevole parola qua!ltò ic ,scrivevo nel mio articolo: « In attesa ,eh~ fosse, >ClJe~so il destino dell'Alto Adige si « doveva punfiMr,e I ambiente, consentendo il ritorno dei, ~ pove_ri emigrati ~elusi e obbliga,ndo una strana folla di « 1'1!1m1_grati del penodo bellico a mostrane le IO'ro carte, a <i gtUJSt1ficarela loro presenza ... l>. ' Va qui.n~ d~tto a chiare note che dal diritto di ~iacqui– sta"e la i::1,tt~d1~a~za pe_rdu_taper le famigerate opzioni sa– rann~ 1e_sclus1 g.1 intf,egni; s1 deve però aggiungere che dalla ~ro.v1n~1a_al~o-ates11;1adovran1;10 esse;e allontanati quan– ti, 1tahan11. ? tedeschi.,_ YJ, sono_1mm1grat'i durante la guerra e dop,o, e s1 159>1;10 ·resi_ ,nàegm di. restarvi per il loro conte– gno. pro".ocatono e drs~nesto, in tutti i sensi della parola. Circa 11 f,u_nct'tlhnsa(iens .del territorio regionale ,- pur esse~do c?nvmto che ttrol~s1 e trentini guatlagneranno, an– ~he 11;1 r-ecrpr_oca, com~rer:s1,O111e e tol:eranza, ad essere uniti Ln. i:ru~a :egrc:ine,_ anzrch~ ;::?n~inuare ·nelle passate irritanti f_nz10m, mev1tab1h fra v1c1m di due distinte regioni - ntengo che ~na volta fissato. d'actordo con gli a:to atesini, un loro ~pe"1~le statuto re~ionale, si possa arnvare ad una ~uton~~ra u~rca che ~onsrderi e rifletta quel!e parti d-el- 1 ~rn~ 11mst~az1oneche -sono comuni ie lasci distinte le q_. stìom partrcolard ad ognuna delle due provincie. , I
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