Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947
126 CRITICA SOCIALE magnola, poteva presentare un ordine del _gior?o .c?~ qu~– le: « il Congresso proclama solennemente '. -'?rmc1pu po~: !ici e sociali propugnati da Giuseppe Mazz1m come que 1 che condurranno più prontamente ed efficacemente alla ·vera emancipazione dell'operaio ». . . . . Ma mentre la maggioranza rendeva tnbut_o d, omaggio a Mazzini e Garibaldi, quali rappresentanll della demo– crazia mondiale, gli internazionalisti Carlo Cafiero, J?·~– De M,ontel, Alberto Tucci, (2) p~esentavano que,ta d1ch~a– razione: « in seguito alla votazione fa,ua dalla maggio: ranza del Congresso di _un ordin~ del g1~rn~ col '\uale s1 accet'.ano tutti i principi professali e pred1ca11 _da.Gmseppe Mazzini ritenendo incompatibile con la loro md1pendenza e col ~andato ricevuto una simile dichiarazione, e con– trari ai veri interessi della classe operaia ed al _progresso dell'umanità, si ritirano dal Congresso e _l~s.ciano alla maggioranza di esso tutta intera la respon~ab1hta del fatto e delle conseguenze n. Gnocchi Viani, nel conflitto tra la propria coscienza e il mandato ricevuto, si astenne dal voto, (3) e con questo già affermava il suo distacco dalla politica dei medi ceti e delle classi artigiane. Da allora, avendo const~tato eh_e la adunata di Roma aveva mancato al suo scopo, m quanto glrj o·perai erano assenti e la ~nunissione 'dirigente era risultata · co111posta solo di avv.ocati, egli volse la mente a1I'Associazione Internazionale dei Lavoratori, ai suoi pro– gramn1i, ai. suoi 1netodi d'azione . . Nel 1873 Gnocchi Viani, sebbene fosse passato comple– tamente alla lnternaz.ionale, figurava ancora nel libro d'oro della Confederazione Operaia di Genova.. Ma poichè, morto Mazzini, uno spirito fana:ioo e settario aveva per– vaso non pochi mazziniani e fatto talmente velo alla ra– gione nella mente di alcuni di essi che la lotta a coltello tra 1nazziniani e internazionalisti non fu una metafora (basti ricordare l'assassinio di Francesco Piccinini, che era stato soldato con Garibaldi), perciò il 26" marzo. 1873 Osvaldo Gnocchi Viani, insieme con Buzzi, Giacomo Bob– bio, Antonio Piola, Michele Montuari, inviava alle Società Operaie e alle sezioni della Internazionale la seguente circo fare: « Compagni! Il rapido progresso dell'Associazione lriter– nazionale dei Lavoratori in Italia ha messo in tale sgo– mento i nostri nemici che tosto ricorsero alle più impla– cabili persecuzioni, .agli arresti arbiirari, allo scioglimento di diverse sezioni. Con tutto ciò· il nostro secondo Con• gresso," se ve1,1neimpedito a Mazzini a Mirandola, non lo potè essere a Bologna, ove il numero di 15 sezioni rap– presentate lo resero solenne e calmo, benchè tutto all'in• torno gli ruggisse la. bufera dei nemici della emancipa– zione del Lavoro. « Questa persècuzione rioi volentieri l'acce'ttiamo, con la convinzione che essa accelererà il giorno ·della liquidazio- 1w sociale e il trionfo della giustizia. . « Fu nella occasione del Congresso che da molti. rap• presentanti, compagni flQstri, venne più che rn~i espresso il bisogno di un nostro organo che arditamente scenda in lizza con Jo scopo non solo di raccogliere la sfida che· la houghesia ufficiale impudentemente ci lanciò i-n viso, ina di svolgere tu'.te le questioni sociali ed affermare sem– pre più la nostra organizzazione. « E' su questo bisogno, sentito da noi tutti, che _noi ri– poniamo la nostra fiducia, e perciò ci siamo decisi a fon– dare· in Roma un giornale che degnamente rappresenti le nostre idee e le propaghi. Ma per ciò conseguire è neces– sario che l'appoggio di tutti i nostri compagni non ci inan– chi e ci siamo quindi prefissi di formare un piccolo fondo pecuniario destinato a garantire la vita .del gio~nale (che per il momento dovrebbe essere setti{Ilanale), con la emis- . sione di 50 1 obbligazioni da IO lire l'una ». Salvo l'idea della liquidazione sociale della· socie~à bor– ghese per il trionfo della giustizia, idea, del 'resto, ·punto contrastante · alla foqnula mazziniana (riunione del capi– tale nelle mani dei ·'lavoratori liberamente associati),- lii· circolare non meritava certo l'onore di un assalto da parte degli eredi del pensiero di Mazzini. Invece la Confedera– zione Operaia Genovese indirizzò alÌe Società Operaie d'Italia Ul!a circolare per invitarle a negare il loro ap– poggio al nascituro periodico." La cjrcolare risente' degli avvènimenti di Francia, specie della Comune, mentre il Manifesto dei Comunisti del 184 7 è anoora ignoto "in Italia. (2) Carlo Cafiero, delegato della sezione di Girgenti dell',As. sociazione Intern~zi'onale dei lavoratori; G. D. De1Montel, de– legato della Fratellanza Artigiana di ·Li,;orno; A. Tucci, dele– gato della sezione intern~zionale di Napoli. (3) 01tre a Gnocchi Viani si asten,nero il tip,ografo -~gelo . Astengo, l'avv. Paio di Bologna, Vivaldi Pasqua e fl doti. Cec– coni dj Panna. BibliotecaGino Bianco Akuni dei principali brani e, più innanzi, la. co1,1s~gqenle risposta degll internaziona,listi. c!Jiariscono le rispe:uve. po• sizioni ideali dei contendenti e mettono nella sua prnna luce la figura di Gnocchi Viani. . . « Da alcuni anni in Italia, p·er opera ~1 .alcum illusi, furon!J importate le ·dottrine della Assoc1az1one Interna• zionale ·dei Lavoratori e nel· Congresso t_enu\o. a Bologn~ costoro intesero fa~ prevalere, nelle molt1tud1m, le pern!• ciose dottrine del più nero oomunismo: e. a !•l uopo sped~– rono circolari alla Associazione, nelle quah viene e~pFesso. 1~ concetto che la persecuzione mossa da. parte de, nem1~1 della emancipazione del lavoro non fara che acceleFare 11 ,giorno della fiquidazione sociale ... « A noi ope1·ai italiani tocca lavorare per la nos~ra _eman– cipazione. Respingete dunque. sdegnosamente ogm c1~cola– re O insinuazione che vi possa far cadere nelle reti che da ogni parte vi vengono tese; ci,oè ~ai moderati. ? d~g!i internazionalisti. Guai a voi e all ltaha se le molhtud1m, accecate da illusioni materiali, dessero ascolto a coloro che le allettano colla cupidigia dell'oro ». L'attacco, aperto in forma acre e diffamatoria, -~bbe im: . mediatamente rispo ta. Sgombrato il terreno da c10 che s1 riferiva all'invito di non concorrere finanziariamente alla pu8blicazione del giorna~e,. pe~chè so!o. se_gue~do le teo~ie politiché, religiose e soc1ah d, Mazzm1 s1 J?U~ consegmre la emancipazione del lavoro, e detto per mc1denza che: «· questa vostra persuasione noi la possiamo discutere, ma non la insulterenzo mai, perchè in voi operai rispettiam.o noi che siamo pure operai », la cireolar_e prosegue, facen• do 'la- difesa dell'Associazione Internazionale dei Lavora- ~ri: • « Voi erraste quando, parlando dell'Associazione lnter– nazion·ale dei Lavoratori, ne parlaste in modo da dimo– strare che non la conoscete punto. E' cosa elementare che, prima di combattere un'associazione, la si debba ben bene conoscere molto più, co·me in questo caso in cui l'Asso– -ciazione, 'contro la quale vi scagliate, è una Associazione di Operai come voi, che .lavorano, st!)ntano, sudanp da mane a sera, e che, desiderosi di migliorare se stesji e il loro lavoro, sl. niettono ,insi·eme, si organizzano, si sten– dono le mani al · di · sopra dellè frontiere che dividono gli Stati .'è dedicano i ·frastagli di tempo che loro avanzano . e gli scarsi risparmi delle loro fatiche · a_ studiare ·~eoijca– mente e praticamente i mezzi per emancipare sè medesimi, ed ell!ancipare al tempo stesso il lavoro, schiavo oggi di un sistema che monopolizza, a vantaggio di classi privile– giate, tutte le sorgenti deJla vita, del benessere. Orbéne, questo nostro grido internazionalt, qvesto nostro agitarci in cerca della emancipazione dell'operaio, pare incredi– bile!, voi dite: rivolta la coscienza ». E là risposta còntiriua serena, pari all'uomo che la det• tava, domandando che il movimento internazionalista ve– . nisse seriamente studiato e dicendo che i suoi seguaci non rifiutavano i consigli di coloro che vi soorge,ssero deHe ·map– chevolezze. Ma degna d' nota è la chiusa della risposta: « Confratelli Operai di Genova! _ ccNon è vero che Voi, lo dite nel vostro manifesto, vo– lete distrutto Jl monopolio dei capitali? Non è ,vero che ~i doveri volete accoppiare i diritti?· Non· è vero che vo– lete sollevare l'umanità dalle sofferenze .in cui l'hanno gettata i plutocrati di_ ogni p~ese? · « Sì, voi volete. tutto questo. E allora perchè combattere noi che pur- vogliamo la stessa cosa? « E se in altre -questioni c.'è fra noi differenza di vedute, perchè additarci ai fratelli operai come uomini da sfug- girsi? Perchè . designarci al pubblico odio? . « Non sa,à dunque mai possibile la vostra alleanza sul terreno della emancipazione del lavoro? Badate! Benchè la dolorosa opposizione ,che ci viene -da Voi ci. affligga, pure ·siamo calmi e· tranquilli e ·,non disperiamo della causa per la quale lottiamo. Noi .sappiamo clie Voi siete operai come lo siamo noi e non potete essere nè ambi,' ziosi, nè cattivi, nè coscientemente ingannatori. Abbiamo fede nell'av-venire e perciò non alziamo alcuna parola· di sdeguo che iFrita nè un atto di immoderata protesta; nè vi designeremo mai al pubblico odio· come disgraziamente avete fatto voi. · « No, noi rion potremo mai dimenticare che voi e noi siamo tutti operai infelici nella comune miseria, e ci par• rebbe di offendere 11oi stessi, se contro di voi uscissero dalle nostre labbra parole simili a quelle che nel vostro manifesto vi lascfate sfuggire, non. solo contr'o, di" noi, ma oontro una vasta associ11zione di lavoratori, che si dirama in E;uFppa e ip. America, e che, no;n fosse. altro, ha dato a~la ~ostr11 ,class~. uno sla_nç~o,ed ~pa'''jmpOJ'.\ap~a c,he' doh• biamo _ 1 colt1vare -se vogliamo che il lavoro, oggi nulla, sia tutto. ·
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