Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947

118 qUTICA SOCIAU: una ·situazione di sia pur relativa prosperità generale. Si tratta pur sempre di beni a domanda _e_stremamente ela– stica a consumo limitato non ottemb1h su larga scala (qui~di senza -la facoltà di° irradiare, anche indi_rettam.i!lte, i beneficì su) complesso economico generale), d1 costo ele– vato, e spesso riducentigi, in senso lato, ad una vera .e propria distruzione di ricchezza. Chi potrebbe riso'.vere la .situazione sarebbe quella- ca– tegoria intermedi<1 di cui abbiamo parlato_ m precedenza, ma è forse una çategoria ancor meno nmnero~a dell~ pre– cedente, specie s·e si considera che quegn agnc0lton p~o– prietarì-coltivatori che ne fanno parte sono, per loro in· tima natura, poco portati al consumo, ma ]Jlut!osto alla parsimonia. Rimarrebbe l'esportazione. Ma a questo proposito deb– bono farsi alcune osservazioni. Anzitutto non sono mo'.ti i pr.odotti per i quali è pos.sibile una espprtazione in mi-su– re notevole e memo che meno, bastevole a provocare un cOillsiderevole' aumento della nostfa produzione. Questo specialmente se escludiamo i pr.odotti agricoli, i quali han– no, in certo qual modo, una funzione di offerta notevol– mente rigida, cioè non capace di estendersi oltre un certo massimo ,a causa della limitatezza della superficie co:ti– vabile.- In secondo luogo, anche per quei prodotti irn;justriali ca– paci di ottenere un coll-ocamento in forti quantitativi sui mercati internazionali, .occorre non dimenticare che il be-· neficio di tale esportaziqne andrebbe quasi esclusivamen– te a favore di quel;e stesse categorie privil-egiate di cui si è più sopra parlato, per cui non si cambierebbe nulla ri– guardo alla. sperequazione esistente nella distribuzione del- la ricchezza e del reddito [)azionale. Certo, l'esportazione porta dei benefici, sia per la maggior possìbilità di .m– portar merci per mezzo de'.)e valute pregiate che vengono ad essere a disposizione del Paese, sia per la riduzione dei costi che segue inevitabilmente la produzione su più va– sta scala a causa d·el più intenso sfruttamento degli impian- ti, sia per il maggior grado di occupazione della mano d'opera. Bisogna anzi riconoscere che, il lieve migliora– mento nelle condizioni ecOillomichegenera.:.i i;he. si è verifi– •cato dalla 1 Liberazione ad oggi è in gran parte dovuto aJ- , l'esportazione che si è potuta effettuare. frazione e l'alt~a de! yittadini ne_lla distribuziOille del red– dito nazionale. Sappiamo pure d1 avere uno strumento a– datto per correggere questi dif-etti della struttura ec0n0mi– ca nazionale: l'imposiz·one< fiscale. _B~sta usarlo, ed usarlo coraggiosamente. Si parla tanto ?' imposta straordmar.a sul patrimoni0: occorre che tale imposta venga attuata al più presto e éhe incida profondamente sui capita 1 i mag– giori. Ma occorre P,t1reche jl Tesoro trovi il me~z~ di !a.r affluire i fondi cosi ottenuti- alla gran massa dei cittadini, attraverso una politica ctlispese ·opportunamente congegna– ta in modo che da una più ·equa distribuzione del reddito n~zionale scaturisca una maggior éapacità d'acquisto e dei singoli e de'1la comunità. Perchè dò avvenga è necessario che la ricchezza assor– bita a spese dei maggiori capitali esist~nti venga redi– stribuita, attraver_so i salari, le pensioni e g'.i altri com- . peillsi de:l'attivi\à lavorativa, alla gran massa dei citta– dini produttori, _inmisura tale che fa )oro capacità d'acqui– sto ·sia tale da potersi paragonare a quella che g).i stessi possedevano Bel periodo prebellico (r). ·occorre inoltre che nel p.rocesso di redistribuzione si os– s·ervino due condizioni essenziali. Anzitutto si ev:tino di– spersioni e distruzioni di· ricchezza; e non occ0rr,ono spie– gazioni per giustif care tale affermazone. Ln secondo luogo occorre che nel processo di redistribuzione stesso (<èhe dovrà forzatamente avvenire attraverso l'organizz.azione produttiva., sia e'ssa pr·vata o controllata direttamente o indirettamente dàl:o Stato), sia minima la parte di· ric– chezza che torni, sotto forma di _profitti, a que!Je categorie dalle qual-i proviene, poichè_ in ta; caso gran parte del van– taggio verrebbe un p9' alla volta frustrato. La redistribuzione attraverso l'attività produttiva per- , 1 metterebbe un aumento reale dei salari, dato che, pa~alle– )amente all'aumento de:Ja massa monetaria a .disposizione delle categorie beneficate, v'i ·sar~bbe un aumento di pro– duzione, ossia di beni e servizi disponi!Dili sul .mercato. In altre parole, .offerta e domanda verrebbero a bilan– ciarsi su un Jiv,el'o di ·prezzi che può, co•et,eris pa,-ibus, prevedersi all'incirca -equivalente a que'.lo l)reesistente .. Que– sto primo incremento produttivo (che sarebbe ovv·amente «artificiale», in quant0 provocato 'da un intervento massic– cio' è non ripetibile _dello Statp nell'attività economica) non avr-ebbe altra funzione che di rompeve ,i) cerch ·o chiuso· in. cui si 'trova la nostra economia, dando l'avvio ,id una. ri– presa 0he si svilupperebbe poi naturalmente per cont0· pro– prio, oltre (com'è ovvio) ad attenuare, e forse ad annu!la- Ma, appunto in consicl:etazione del modo in cui gli utili derivanti dall'esportazione vengono a distr:ibtiirsi ha le varie categorie di c;ttad.ini, il progresso generale non può ohe essere estremamente lento, perchè la capacil>à ld'ac– quisto del mercato interno non viene ad aumentare nella stessa misuta in cui gli utili si verificano ed aumentano. Anche per tale via, dunque, noti· può attendersi> un mip;I'ora- , mento delle condizioni economiche geillerali tale da riso!-· vere in breve tempo l'attuale crisi, Se anche esso ·è un metodo per giungere a ta'e risultato a 'lungo andare. A troppo lungo andare, potrebbe aggiungersi .. re, il per-icolo dell'inflazione. E' 1nfiatti. evidente che l'aumentata capacità d'aèquisto del mercato stim0lerebbe · l'attività produtti;va, cui non sa– vebbe IJiÙ preeluso uno sboceo. SboGco di vendite, che a– .vrebbe ancora maggior agio di svilupparsi per la· diminu– zione dei costi· conseguente alla produzione su ·più vasta scala, a.l più intenso sfnuttamento degli impianti· e· d>elle energie produttive ·esi1,tenti, nonchè rulla più intensa eoncor-· renza tr,i .i vari im@renditori. Come si pwò ovviare al male median,~; una distril:iuzi.one a mezzo di provvedimenti -tributari. · ·, ' Così st~ndo le ·cose, come è possibile cr:edere, in tegime di economia' capitalisticq1 qual'è quello in cui viviamo iill· un incremento della produzione, se nessun imprenditor~ ne h~ la convenienza? E' questo, senza dubbio, uno dei mag– g10ri difetti del sistema eapitalistico, ed è per questo che noi lottiamo per giungere ad un sistema economico in cui tali incOillgruenze_non abbiano a verificarsi, in· cui non av-· v.enga .~he, per l'interesse di pochi, tutti gli altri abbiano a soffrire. Ma, purtroppo, questo è lo stato attua!,e della nostra società, e purtroppo il problema è troppo urgente perchè si possa pensar di risolverlo nel ,so'o modo vera– mente radicale, cioè col cambiamento di !tutto l'ordinamento· economico-socia'.e, ·cambiamento che, per rapido che fos- se, sarebbe sempre troppo lento, ,; . Vogl'a_mo invece _guardare il problema dal punto di vi– sta contmgente e giungere ad una soluzione attraverso la esti'rpazi':'ne ~!elle cause immediate, •se non di quer e remo– ~e. Non _1llu:'1amoc1 di poter obbligare a forza di decreti gli 1mprend1tor! ,a prod~rre. per, vendere. poi a prezzi imposti d_all_e. ~uton!a.: ~app1amo p_er espenenza quanto valgano s1m1_li 1mp?s'z!Oill1 in· ~a.t;ri:i economica .. C.e lo insegna la stona, dall Editto di D1oc.eziano alle grida citate 11ei « Pro– messi Sposi», e ce lo insegna la nostra recente e •dolorosa esperienza. Abbiamo visto che la ·produzione non può aumehtare perchè la quasi totalità dei consumatori è tale solo all; stato potenziale, mancando di capacità di acquisto• abbia– mo vist0 dre· vi è troppa disparità di condizioni fra una Bibl1oteGa Gino Bianco Sr sareb!De quindi ben lontani ._da uM. :6orma· fa1'vata cli · iillflazione, in quanto, seppure v,errebbe ad aument'are la vel0cità di circolazi•one, t~tti gli ·altri· fenomeni pià sopra esp0sti concorrerebbero piuttosto a" determinare un movi– ment0 ·di 'discesa dei p.rezzi, sic:chè anche p~r· questa vi·a si avrebbe un'ulteriore .possibilità di ai.sorbimento. Se si· riuscisse a far-e ciò non occorrerebbero più stinio'li di nes– sun ·generce perchè• la produziol11e aumenti, specie· ·se si. considerano i vuoti pr,ofondi causati da!;,a guerra e le con- seguooti gFandi necessità di. tuf-ti. , Còncludendo: la r-ealt'à economica è quella che è, e .a nul!a va'._enascondere il capo per non vedere: fiillchèin un Paese ad economia capitalisf ca manca al<tagran massa dei su01 eom– ponenti un;i. capacità di acquisto, non vi sarà mai impulso a un incremento di produzione. Se dUillque vogliamo· ve– ramente superare l'attuJJ.le grave depressione economica e se è vero, come è vero, che peF s11perarla dobbiamo -so– prattufto produrre, occorne ciier prima cosa crearè una ca– pac;tà di acquisto attraverso una più equa. distribuzione del reddito nazionale. CARL() PAGLIERO' (1) Senza la pretesa di dare dei d..t,i precisi, è di. comune conoscenZJa che, mentre i prezzi hanno subito dal 1938 ad oJgi ~n aumento di circa 38 volte, i compensi dlel lavoro non sono, on n~merario, che, al massil-I10, 15 volte qnelli. del 1938, La capacità d'.acquisto è quindi r,idotta cOrr.i'spondentemente di 2 . volte e mezza.

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