Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946

378 CRITICA SOCIALE polemica ; ma la maggior parte dei lettori si è fer– mata alla superficie e non è andata a riccrèare qua– le ferita quella polemica, e il modo specialmente in cui essa si svolse, recava ai principii di democrazia, che includono anche un vigile senso di .responsabi– lità in tutti e la re'p1Jgnanza cl disorientare e trarre in inganno lo spirito popolar.e con artifici polemici atti a celare od alterare la verità. Che cosa può pen– sare il popolo quando sente muovere accusa di azio– n~ e atteggiamenti che sono ".eri atti di tradimento e _vede poi gli accusatori· e i loro ·interpreti dar la sanatoria, con un voto di plauso, agli uomini ·respon– sabili di quegli atti, e vede lavorare cli conserva al governo partiti che si considerano reciprocamente autori di atroci delitti o qi atroci calunnfo'? Non vo– gliamo attribuire a colpa soltanto di uomini questa assurda condizione di cose: certo essa accresce ter– •ribilmente ìl disagio del tripartitismo e allontana la possibilità di creare una educazione politica demo- . cratica .in un paese in cui questo compito è tanto . urgci1te e per se· stesso tanto dif ficilé, dopo venti– .trè anni di· fascismo. , Nella patria di Machiavelli pare una verità in_– _çontrovertiLile che la politica non è morale. Ma oggi, nelle condizioni in cui si svolge la nostra vita pub– l;ilica, nel perseguimento di fini che non sono e non possono essere quelli che si proponeva ·un principe del RinasciIIJento, non è più lecito usare il metro _di.giudizio che usa_và il Segretario fiorentino. Oggi lo Stato, per essere forte, di una forza che non sia :la••violén_zadel tiranno, ha bisogno di essere sorret– to ,palla consap.evolezz~ del popolo; e il popolo non può essere consapevole se non è politicamente e– ducato,. addestrato a conoscere_ ed apprezzare la verità, fornito insomma di certe doti che, anche quando sono rivolte a fini di utilità, sono doti mo– rali. La democrazia esige una politica che si.a an– che mor:alità. Ogni infra'zione di leggi morali nella vita_ pubblica è perciò anche ,uno sfregio fatto alla democrazia.· · Intanto. è estremamente incerta la situazione del governo. -I· partiti che Io compongono dichiarano di non volere la crisi e probabilmente infatti non la vogliono; ma frattanto vengono creando una situa– zione che ad un certo momento pot-rebbe vincere .la loro volontà· e render loro ;mpossibile di: conti– ni.tare la collaborazione. Se la crisi fosse determi– nata da un impeto di sollevazione del paese; non più disposto a tollerare che continu: in questa for– ma assurda la conviv~nza dei partiti al governo, ci sarebbe ancora: quakhe motivo di corripiaci!J1ento; ma noi non ci facciamo. illusioni e non pof,iamo d'altra parte ·nemmeno nasc0nderèi che, scoppiata l\l · crisi, non si saprebbe darle una soluzione che· fosse meno assurd:1 e meno innaturale e immorale' della situ;izione presente. Noi stessi an~i accettiamo la collaborazione come una necessità e un dovere, per -quanto increscioso, ma vogliamc, che si compia con più rispetto ~i quelle norme che la gravità dell'ora esige, facendo. tac'ere ogni m~schino interesse set– ta rio. E qui si profila la funzione benefica che poteva e può· tutto·ra avere il nostro Partito. Esso ,non è . stato direttamente impegnato in questa meschina e po·co decorosa polemica e ha potuto in certi mo– m·enti levarsi al di sopra di essa. Ma questo è poco in con ironto ."delle possibili,tà che il nostro Partito avrebbe. Lo scacco che esso .ha avuto nelle recenti ,e'!ezioniamministrative non è dovuto affatto a qµel- 8 ibl iOÌeCaGino Bianco· le cause indicate dal Presidente del Partito, delle quali abbiamo già parlato nel fascicolo scorso e alla cui efficienza nessuno può seriamente prestare fede, come risùlta dalle circostanze che nel precedente articolo abbiamo ricordate. La nostra sconfitta è de- . rivata dalla delusione di tanta gente che attendeva da noi quello che nessun altro partito poteva dare, e che veramente sognava e sperava che il socialismo avrebbe dato ·vigore e contenuto al nuovo ordine che doveva n ascere dalla caduta del fascismo. Non vo– glia.mo' ripeterci dicendo qui in qual modo 'e per q uali motivi noi abbiamo fin qui deluso queJla. a– spettazione. Diciamo piuttosto : cerchiamo che que– sto non continui; rendiamoci consapevoli del nostro compito e compiamolo con tutto il fervore della no– strà fed~ Siamo d'accordo con Nenni che· il nostro partito non deve avere una funzione di mediatore, ma è f ppunto la sua politica ,che l'ha ridotto ad e– sercitare questo ufficio nella sua forma deteriore. Riscattiamoci da ogni sudditanza ad altre forze, cer– to più attive ed animose, ma meno rispondenti alle ge1iuine esigenze del proletariato e della nostra vita nazionaie. ·Mettiéimoci noi, in piena indipendenza, .se anche uniti da un patto di unità, che ci obbliga .ad una. consultazione redproca, ma per se stesso non vincola la libertà della nostra azione; mettia– moci noi al centro della vita politica e dell'attività d,i governo, col nostro programma, chiamando a collaborare con noi tutte le forze che vogliono aiu– ·tare una seria rinascita del paese con l'avvento di un regime di integrale democrazi·a, che oggi non può essere altro che la democrazia socialista. C'è oggi anche un grave compito di politica estera ·nel quale il nostro Partito è statcf impegnato. La maggioranza del Gruppo socialista: ·alla Costituente non voleva che il nostro Partito l' assumesse irì mo– menti così difficili, di fronte alla necessi.tà ·di sti– pulare una pace 1~ cui clausole sarebbero state ine– .vitabilmente "gi-av9se, tali da darè pretesto ai _ri· sorti spiriti nazionalistici di scaten are una c ampa'-– gna di odio -contro"quel partito che apparis.se il più direttamente responsabile di averle accettate. Nenni fu. di contrario parere e mise i dissenzienti di fron- .te al fatto· compiuto. Fu. ed è un rischio grave, di fronte al quale stava però la possibilità di dimostra– re che l'ltalìa può essere insieme con altre •piccole .nazioni un· benefico fattore· di ·equilibrio e di pace, tenendosi ugualmente distante' ed indip,endente dai due opposti blocchi, le cui reciproche ostilità ten– gono in orgasmo l'Eurnpa e il Mondo. Dei ·tre par– titi al ·governo il solo Partito Socialista poteva e può dare questa <limostrazione, perchè nè i vincoli col Vaticano lo legano alla politica del blocco occiden– tale, nè i vincoli con la Russia lo legano alla politi– ca orientale. Ma bisognava .e bisogna che, pér adem– piere a 'questa funzione;. la politica estera socialista si ,mantenga autonoma. Non· vede il Ministro degli Esteri che quando egli, nella sua qualità di Presi– denfe del Partito, si assume ii"compito di presentare ·· al pubblico il patto di unità d'azione, forzandone il , significato in modo da farlo apparire avviamento a tÌn blocco socialcomuuista 0 del..quale infatti ha poi parlato nel discorso di La Spezia, come di realtà ·sicura e decretata (decretata da lui) di domani, egli si preclude la via a compiere quel)a·.funzione e ren- de più difficile che mai quel compito in èui ha. vo– luto impegna"re il Partito_ Socialista? P.er questo programma di politica estera, come per tutto il. prograinm-: di politica interna, che va

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