Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926

CRITICA ·ROCIALÈ 287 poter conseguire il suo altissimo fine se non c?l. super~unento e l'eliminazione di ogni di– vunone eh e-lassi rn una umanità associah 1 . Ecco perehè solo dalla lotta di classe del i~1·o!eta1·iato può scaturire la eoscienza socia– l 1Ntu·a : esRa deve eNsere coscienza di clasr-;e P;r poter essere coscienza clell' umanità conso– c·.iata. Ma non di _u:na classe qualsiasi: bensì di ~ne11a ~roletaria, perchè solo in questa l'af– francaz10n~ del singolo non è rag·giungibile se non per via della comune emancipazione di t~1tta la classe, e questa a· sua volta non si ot– tiene Re non per mezzo della abolizione di quals~asi divisione di classi. Quindi una coo– pera7,10~1eproletaria, che _si sviluppi entro la J~tta eh classe, come espressione e strumento eh questa lotta, può essere veramente feconda c·oltivazione e sviluppo cli spirito socialistico ecl avviamento ad una umanità consociata'. Ma., _quando_ la cooperazione è di piccoli bor– ghes1,. questi non tendono ad ·emancipare la propria, dasse, ma a fare gli interessi del 1·i– Ntretto gruppo cli associati ; e non possono· ve– clf're affatto la ]oro affrancazione in una eli– miirnz~onf' delle differenze di classe, 1a q na- 1<> anzi Harebbe in contr,1,sto con le loro aspi– ra,zioni e con l'indirizzo dell'azione loro. BR– Ni cercano l'aumento di produzione in quanto Npno interessati a un -accrescimento del pro– prio benessere cli produttori e ad un incremen– to dello Nmercio; e per ciò fanno anche que– Ntione di preZizo, e si pongono come produtto– ri m antagonismo con la massa dei consuma– tol"i; accettano il favore e la protezione del– lo Rtato, ma, non lo ricambiano col sacrificio clf'i loro interei,;;si quando il prograrn1mL del lo ~tato e il hiNogno della Nazione poRNa rkhie– <lerlo. Ora, questa è precisamente· la condizione c·reata clèl,ogni distribuzione delle terre a ehi lP hlivori : condizione che ostacola la forma - ~done cli una coscienza socialistica, anzicht'> i'avorir]a. Condizione, che era una necessità in R.nHNia,ove la rivoluzione antifeudale era an– (:ora, da, compiere.; ma che non potrebbe ra,p– presentare se ·non un passo addietro per i Pa.esi che per quella rivoluzione già. ch1, tempo Non passati. Per ciò il programm1cL ag·ric-olo cl<>i socialisti non può volge:r:Rive1·so la formn– la: « le terre a chi le la,vora >>; atta, sì, acl e('– dtare le brame dei contadini mezzadri o sa– lariati e a sommuoverli in aiuto cli un movi– nwnto insnrrezip1rn1e: ma per HYerli all'indo– mani ,u1tagonisti, _e non coopNatori, di nna 1·ec:li1 izzn1,ione socialistica. La Yia maestra clel :--oehtlismo. anche do– po l'f'spf'l"Ìmc>ntor11s80, reshl (pwlla <"h<' paN:-:a per il 1woc·eNN0 eeonornico <1Pl1ac·o1wf'-ntra:do– u<-> eapitalii:-ti<·a <' pe1· il 1n·oc·c>NN0 politit"o 1lc>l– la lotta di c·lassc><lf'l 1wol<'h1riHto. Abbonatevi a Bi lioteca~ifo~Jn~oa RODOT,FO }WONDOLFO. Sociale Nella ''nuova I ,, Russia< 1 > A leggere l'ampia> pubblicazione che il quotidia– no comunista d'Italia ha fatto della· « Relazione r/p/ comr;ag110 Nicola B·ulrharin al/'r~ssPmhlea dei 'lni– lila:11li nllivl del 'organizzazione di Mosca » . così . ' faticosa per lo stile, per la veste tipografica e per la prolissità, vien fatto di chiederci se il giornale 11011 sperasse nella deplorevole abitudine del lettore italiano di saltare di colpo documenti giornalistici di tanta mole. Se no, converrebbe credere il co111unismo ùeciso a propinare esso stesso il contravveleno delle sue disillusioni pratiche ai cranii avvelenati da bislac– che speculazioni teoriche. Non che dall a lettura del documei:ito balzi limpido e chiaro il fondameiita.le dissenso fra minoranza e maggioranza bolscevica, o resti meglio lumeggiata la logica discordanza che esiste fra la politica prevalentemente contadina (me– dio-contadina) odierna, e quella operaia. del perip– do della guerra civile, per dedurne elementi positivi di conclusione; che anzi, l'unica cosa che emerga inoppugnabile è la poca chiarezza d'idee e di pro– positi, tanto della maggioranza al potere, quanto della minoranza oppositrice, non certo per scur·sa ifltelligenza di uomini, ma per gli ostacoli insiti nelle cose, che si oppongono ad una nitida e sicura previsione degli avvenimenti futuri. n. cozzo fra le due tendenze ci rea il riforrnn rsi del capitalismo in Russia traverso l'industria di Stato, e principalmente traverso la Nep, non dà infatti possibilità di giudizio a tanta distanza, per~ ·chè la discussione si perde :r;ielcircolo chiuso di af– fermazioni libere, come quelle del Bukharin, sicu– rissimo che la NezJ è una sosta della rivoluzhme ma non un rinculo, che essa è assestamento del fron– te (anche laggiù si Ya avanti a forza di « batta– glie »), ma non un arretramento; mentre l'industria ùi Stato rappresenta per lui una necessità per giun– gere nl socialismo, e viene riconosciuta dalla mino– ranza come una « industria di tipo socialista con– seguente ». Tanto più difficile è per noi dar giudizio certo, quando leggiamo la parte della Relazione che ri– guarda la riforma agraria e la politica contadina, con tutte le ammissioni del Bukharin circa le con– cessioni fatte ai medii contadini ed ai kulaùi, pre– sentate come necessità impellenti per la produzione più abbondante, e contemporaneamente de.finite co– rnc l'unico lllodo, non di aiutare, ma cli combattere i L kulak! Ci era una legge, nell'a Russia rivoluzionaria, che non permetteYa l'nffìtto delle terre: chi iivevn la terra, la aveYa in enfiteusi dalla collettività, non in proprietà privntn, e dovevn provrndere a colti– ,·arla. Ma il co11tarli110 porero (ahimé! anche in Rus– sia Yi sono contadini po\'eri, 1 quali, forse, non han– no trontto ancorn una minoranza comunistn che li organizzi in odio alla Confederazione (;ene1·nle del Un·oro) llOn pllÒ coltiYare con i suoi snli 111ezzi, 11011 ha. nrnesi, non ha capitali di scorta per at!Pn– derc i raccolti, non ha nnlla. Dice il Rukhnrin che « CJUesto contadino }.10\·ero pensava: Se YOi nL)n 111i (Il L'articolo <I i Roclol fo Mon<lolfo .. rhe inserimmo pi ì1 sopra., svolg-e, ampiame111e la questiOnf' da11·aspe1to reo– rico; questa nnl a ti i Halrlesi ri ne alza la stessa tesi del ~londolfn co11 constata1.ioni pi;aliclle. 1'011 ri pare dun– que una ripetizione. sibbene una ripro, a. ~ota di Critica Sociale.

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