Critica Sociale - anno XXXVI - n. 6 - 16-31 marzo 1926

• ---,,------------------- CRITICA SOCIALE 91 TRA LE RIVISTE Marxismo e Soviettismo Uno ·ctei _pionieri del marxismo in Russia, Pi~tro Struve, sostiene nel Correspondant del 10 marzo 1926 che il soYiettismo è in contr::tddizione fondament dc col marxismo. Rigettando qualsiasi utopismo - scrive fra l'altro )o Str_uv_e - Marx e i marxisti_ hanno semp;e concepito' ti soc1al1smo come un accrescunento organico del capi– talismo. ì\lai Marx nè i marxisti hanno ammesso che. fiùo a tanto chela società socialista non fosse matutata nel _se!1odella società bo.r:ghese, un gruppo o un partito sociahsla potesse creare m un dato Paese il socialismo dopo essersi impadronito violentemente del potere. f:c_co~er~hè Ma~x e i marxisti so~o sempre stati in po– litica z dzfensorz della democrazza radicale; mai essi hanno ritenuto che anche i Paesi più avanzati dell'Oc– cidente fossero maturi per l'instaurazione del socia,.. lismo a mezzo della dittatura del proletariato, - dit– tatura la cui idea, d'altronde assai vaga ed imprecisa, Marx ebbe a prestito da Babeuf e dai Giacobini fran– cesi, quaando la democrazia non era ancora politica- mente organizzata. · · A suffragio della sua tesi, lo Struve invoca lo stessC\ pensiero originale di Marx quale fu espresso in una intervista pubblicata nell~agosto 1871 da un grande giornale americano. Cotesta intervista, che finora è rimasta pressochè sconosciuta in Europa, contiene di– chiarazioni veramente importanti, che saranno apprese con vivo interesse anche dai nostri lettori. Ecco come si svolse a Londra il dialogo tra Carlo Marx e il corri– spondente del giornale americano: · Corrispondente. - Quale è ora il principale og– getto dei vostri attacchi? La Monarchia o il capitale, - cioè, come voi l'intendete, il monopolio? Marx. - L'uno è il risultato naturale dell'altra, o, piuttosto, l'uno e l'altra appartengono a un'epoca e a una civiltà che sono prossime a sparire. Sistema feu– tlale, schiavitù, Monarchia, capitale, monopolio, - t~1tti sono destinati a ~uccedersi rapidamente gli uni agli altri e a sparire dal mondo. Il sistema feudale è scomparso per il primo, poi la schiavitù; la Monarchia se ne va rapidamente, così presto che noi la consideriamo ap– pena degna del nostro acciaio ...; il monopolio o il ca– pitale deve seguirla e la seguirà. La battaglia sarà rude. Essa farà salire alla superficie tutta la schiuma dell'u– manità, convogli'erà seco tutte le miserie che le cattive passioni umane scatenate trascinano invariabilmente; ma ciò è necessario e inevitabile. Il capi,tale non ne sarà mai avvertito a tempo e dovrà subirne le conse– guenze. In che cosa la condizione di un uomo che la– vora per' un dollaro al giorno è migliore di quella dì uno schiavo negro, vestfto e nutrito dal suo padrone? Dopo tutto, il capitale non è che una forma di schia– vitù, e le condizioni di lavoro sono quasi le stesse nel– l'uno e nell'altro caso ... Corrispondente. - Prevedete prossimo lo scoppio di una guerra civile in Inghilterra? Marx. - Noi non abbiamo intenzione di fare la guerra. Noi speriamo di poter conquistare i nostri di– ritti in una maniera legale e lesittima, mediante atU di Parlamento; saranno i ricchi e l'aristocrazia che si ribelleranno. Saranno essi che tenteranno una ri– voluzione. ,\la noi abbiamo la forza del numero;· avre– mo la potenza dell'intelligenza e della disciplina. Che essi ci atterrino se lo possono! Corrispondente. - Sperate di riuscir presto in In– ghilterra? Marx. - Più presto che in ogni altro Paese, _per la ragione che qui il lavoro e il capitale sono già organiz– zati in un sistema cooperativistico, nel quale il lavoro è fatto da un gran numero di mani esperte, ognuna delle quali eseguisce una parte determinata del com– pito comunè; nel quale ogni sorta di macchine econo– mizzanti la mano d'opera sono imp1egate tanto nelle officine quanto nell'agricol.tura. Il lavoro è già coope– rativo. Solo è necessario rendere «mutui» i prwitti, ripartendoli egualmente tra tutti quelli che sono im– pegnati nell'impresa, in luogo d i darli a uno solo. A tale riguardo, il sistema inglese è mol.to meglio adattato alle nostre idee, e alle trasformazioni che avverranno . >.nevitabilm~Qte, di quello che esiste in Francia, ove la 81b11oteca Gino Bianco terra e le manifatture sono divise in piccole parti e ove il lavoratore esegue il suo còmpito pr.essochè isolato e individualmente. · Corrispondente. - Voi, dunque, ritenete che le gran– di aggkl'merazioni di capitali, di terre, di macchine, siano più favorevoli alle vostre idee di progresso che non il sistema della piccola produzione e della pro– prietà frazionata in piccoli appezzamenti? lllarx. - .Cert~, perchè la trasformazione si effet– tuerà più facilmente. Ma io vedo dove volete condur– ·mi... Voi vorreste dire che, se il capitale è un sì pre– zioso strumento di progresso, esso deve essere una · buona cosa: proposizione che io non nego affatto. lo considero il presente stadio capitalistico come una tappa di sviluppo, una tappa necessaria nel progresso umapo, che deve necessariamente approdare a una forma più alta di perfezione, esattamente come il fiore deve cadere per fare posto al frutto o il gambo del fru– mento crescere prima che il grano possa maturare. Il sistema attuale ci ha condotti a costruire ferrovie, a co– prire l'oceano di navi a vapore, ad àbbattere grandi foreste, a scavare canali e a perforare montagne, a mettere in comunicazione reciproca le parti più remote del mondo. Tutto ciò è un progresso, ma a quale prezzo cli dolore e di sofferenze umane- è stato raggiunto! E ora che noi siamo bene impegnati nella nostra corsa; ora che non abbiamo più bisogno di cotesto ·sistema - che è ingiusto e crudele, - noi lo metteremo da parte e adotteremo qualcosa di meglio e di più nobil_e .. Corrispondente. -· Quale sarebbe il vostro primo passo se entraste in forze nel Parlamento? lllarx. - Evidentemente, sarebbe quello di deporre la regina (Vittoria), di abolire la Camera dei Lords e di proclamare la Repubblica. Corrispondente. - E poi? ,llçirx. - In sèguito noi procederemmo alla trasfor– mazione cli tutte le grandi proprietà, terre e officine, a favore dello Stato, che le sfrutterebbe a beneficio di ogni persona impegnata nella produzione. I fuchi, o quelli che non vorranno lavorare, non avranno nulla. Corrispondente. - Cioè voi trasformereste tutto il Paese in una serie di sodetà per azioni dirette da un Goverdo, o in una serie di Governi eletti a tale ~copo? Marx. - È quello che penso. Corrispondente. - Credete che ciò riuscirà? Marx. - Esattamente come le società per azioni riescono oggi». Da coteste dichiarazioni - nota lo Struve - emerge nettamente il carattere evoluzionista e legale della dot– trina marxista nella fase adulta del _pensatore di Tre– viri, cioè dopo il 1870. Marx è convinto che il soc'a– lismo risulti da un processo nhturale, che esso maturi, per cosi dire, nei fianchi della società capital,istkca, e che una rivoluzione p0litica e sociale possa e debba ef– fettuarsi a mezzo di una trasformazione legale, opero del Parlamento, la cui maggioranza passerà ai rappre– sentanti della classe lavoratrice tendente verso il socia– fismo. _:_ Ora - conclude il marxista russo - non è chi non veda che una simile concezione è assoluta– mente COf\traria alla rivol.uzione bolscevica russa, che ha ripudialo i principii della democrazia instaurando la ùitlalura dei soviety e ha voluto attuare colla vio– lenza il socialismo in un Paese che, economicamente, non vi era affatto preparato. - Per conto nostro, osserviamo che le sovracitate di– chiarazioni di Marx dovrebbero essere meditale special– mente da quei massimalisti nostrani i quali, cles~de– rando imprimere un suggello marxista al loro rivoluzio– narismo bolscevoide, proclamano che il socialismo, il vero socialismo, deve essere essenzialmrnte antiparla– menlare. I cattivi orecchianti di marxismo che scr;– vono sull'Avanti! possono ora apprendere che Marx, nella maturità del suo pensiero, non è mai stato anti– parlamenlare nè «antidemocratico• nel senso com'essi intendono tali parole. e. m. Abbonatevi a "Critica Sociale,, Dott. Giovanni Zibordi - Redattore responsabile Off. Tip. EHRICO LAZZIRI · M LAHO (Z.) Via Barbavara, Z - lei.30-124

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