Critica Sociale - XXXVI - n. 4 - 16-28 febbraio 1926

46 CRITICA SOCIALE • Pendant les guerres de l'E'mpire, iandis que !es maris et les f,rères étaient en Allemagne, !es mères inquièles avaient mis au monde une généraiion ardente, pale, nerveuse ... Les uns disaient: « Ce qui a causé la chflte de l'Em– pereur c'est que le peuple n'en vo~lait pJ.us », les autres: « Le peuple voulait le roi; non, la libérté; non, la raison; 11:on, la réligion; non, la constitulion anglais,e; non, l'absolutisme »;· un dernier ajouta: « Non, rien de tout cela, mais le repos »... Toute la maladie du siècle · présent vieni de -deux causes; le peuple qui a passé par .'93 et par 1814 porte au coeur deux blessures. Tout ce qui était n'est plus; tout ce qui serQ.n~est pas encore. Ne cherchez pas ailleurs le secret de nos maux. E Chateubriand ?... E Torquato che si ma– cera per i peccati del Rinascimento e della Riforma? Conosciamo le forme della slan– cheZ'za e della disperazione che spasima. Il pensiero rompendo con la continuità della evoluzione si esalta nell'appello alla solitu– dine, cowe in un grido satanico di ribellione a tutto oiò che è stato, a tutto ciò che fu va– ticinato. Crepuscolo di regole, crepuscolo di Dei. Ahimè! Ahimè! Dietro il velo di Maya si profila il ritorno, niente altro che il ritorno a certezze domm.atiche ristabilite. E poi il moto riprende in lenta spirale. Tutto ciò che è stato influenza tutto ciò che .sta per esse11e., Nulla, nella profondità del processo, è mu– tato: l'io e il non io, l'interno e l'esterno, e tutto cede di forma in forma sotto l'agitante forza dei contrasti che sono nella natura e di– vengono nella storia. Abbiamo espresso il dubbio che della gran– de crisi la guerra sia stata la grande generata piuttosto che la grande generante. La guerra è stata preparata nel fondo cupo del materialismo imperiale del progresso meccanico, industriale, militare, coloniale . .Essa travolse tutte le forze spirituali'. Le mas– se rimasero abbandonate a sè stesse. Gli or– dini politici perdettero ogni potere su l'in– candescente materia. Gli ultimi studi non' sono che il processo della incoscienza degli uomini responsabili. Bisogna leggere la let– tera del colonnello House, testè pubblicata, de11'8 luglio 1914 a Guglielmo II, in cui ri– ferisce l'inchiesta da esso condotta presso i Governi di Europa per conto dell'America cir- . éa lo spirito di pace. É una formale assicu– razione che la guerra è lungi, è impossibile ·perchè nessun Governo la vuole. Allo stesso modo tutti i Governi si innocentano accusan– do gli altri. Il fatto è che la macchina mon– tata entrò in funzione appena l'urto deter– minò lo scatto. Le masse si trovarono .ab– bandonate a ·sè stesse. La macchina cessò di funzionare non per comando di chicchessia, ì11aper difetto di alimentazione. Allora torna– rono i capi e ripresero l'impero sotto gli im– pulsi stessi con cui avevano accumulato la materia incendiaria, arroventati dal furore bellico, da11'aspro spirito di rivincita. , É l'ora della politica della vittoria, ·nella quale è · insigne l'ignorania universale ·del· contenuto critico della ·.gra,nde distruzione. Biblioteca·GinoBianco Poi, come si palesano i ..risultati di questa, sot– tentra .... lo spirito di Locarno. Che cosa ciò vuol dire? che una legge di ricostruzione si impone. Gli uomini obbediscono ancora al– l'istinto oscuro dei propri bisogni. La mec– canica del pensiero è sempre quella. Ma « ri– costruire » è un fine. Per quali mezzi? A guale utilità? Ecco il riprendersi inacerbito, spa– smodico delle lotte delle classi e dell'obbietti– vo, sempre antico e sempre nuovo, attribuito al potere politico. Reazione, rivoluzione;· ter– mini estremi tra cui passano le fluttuazio.ni del moto che non cessa n1ai. Lo spirito si in– carna nella v•ecchia carne, con virulenza ade– guata allo spasimo del bisogno esasperato. La storia•è sempr,e la storia delle classi, come nel vecchio aforisma marxista. Cambiare i miti? Dite: mutare i nomi, gli orifiammi, i simboli! É propedeutica di scuole, di filoso– fie, di r,e1igioni., di partiti, di classi. Sta bene, se non si perde di vista che si tratta di aiuti ortopedici. É inganno - soggettivo o .ogget– tivo che :importa:? - se nei miti cambiati si vuol vedere di più che una interpretazione, secondo nuove opportunità e contingenze, dell'antica materia per un ulteriore adatta- mento della vita. , Dopo la guerra non c'è più posto· si dice, per la libertà e per la democrazia. Nella sen– tenza si accordano anche quelli· che si· com– battono atrocemente tra di loro. Liberalismo, · democrazia, socialismo si bandiscono per l'accordo commov,ente del domma e deila eresia. Ma è possibile ributtare dalla scena la massa operante o ridurla ad un coro greco piangente sulla volontà del fato edipeo? Eh! no, perchè si ti-atta del propri•o fato di quella massa. Il poeta Pirandello intanto ha,già fatto questa trasformazione.nel pr,oprio teatro: che gli eroi, invyce di fare, si ascoltano e si gl0s– sano. I protagonisti sono il coro di sè stessi. Il dramma non ha più nulla ~i fpico, è tm.tto lirico. Cosìfatto è tutto il nuovo idealismo: l'a– zione non è che lirica; il soggetto si esaurisce, nell'auto-commento. Ciò può ·essere un modo di arte; non mai un modo di politica. Dalla scena politica, non si ributta la m•assa che . opera sotto l'impµlso dei. suoi bisogni deter– minando categorie economiche insormonta– bili: produzione e distribuzione, lavoro e ca– pitale ecc., con organismi appositi di vita pro– pria. Allora, per quanto ogni singolo nel gruppo, e ogni gruppp netla collettività, deve . agire, agisce anche per la libertà del proprio agire: Ecco i ·bermini di differenziazione che si fanno subito tutti palesi. Negate i miti, so– stituiteli gli uni -aglì altFi, mutate i nomi, i segni e. gli emblemi; qualcosa di perenne c'è, su cui anche la guerra non ha potere; un quid indistruttibile che l'arbitrio maschera, nasconde, travisa, comprìme, ma non sop- prime. l ' Oh! tra il terrore di ieri e la speranz·a di domani, che grande straziarsi di partiti col palleggiarsi delle formole bizantine nella fi– ducia di ingannare la r,ealtà ! Le posizioni sono segnate dal. destino e affe.rrano ! Poi– chè la democrazia ha origine borghese, là, nella Russia misteriosa e immensa, la Rivo– luzio11e ha cr,eduto di poterla saltare ,via - ' ' ' j

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