Critica Sociale - XXXV - n. 17 - 1-15 settembre 1925

210 CRITICA SOCIALE forze, ma ancora immensamente più forte delle sue confessate manchevolezze, della consapevolezia cioè delle cause che. ne ave– vano determinato l'impotenza e l'effimero crollo; ben decisa a rivivere immune dalle vecchie traditrici illusioni e lusinghe, a non lasciarsi sf acelare e sconfiggere per la terza yoìta; con la ·coscienza accorala di un com– pito arçluo, cli una lotta lunga, fatale, ma de– cisiva, cui è motto ed impresa: qui o si 1:Jince o si mzzore. Ma, se si muore - e da· ciò tm .. senso di dominante tristezza, e l'impeto reLi~ gioso che faceva balzare· in piedi tulta l'as– semblea all',evocazione di due nomi e di due sacrifici italiani: Matteotti e Molinella eroica - se non si vincé e si mtior~, non è solo l'In– ternazionale del lavbro che. muore; è la ci– viltà dell'Europa e· del mondo. \ . Direi, per spiegarmi alla svelta con Italiani -- e si intenda il paragone con tutti i neces– sarii grani di sale - 'che l'evoluzione cui . obbedì l'Internazionale, in · qw.esti anni di maggese politico, è quella -stessa, macrosco-. oicarp.ente, che 'Subì, in quadro più ristretto, il socialismo italiano, sfociando nella for– mazione del partito. socialista unitario. Un . socialism9 unitario, che proietta se- stesso sopra due emisferi, diventa di nec~ssità più astratto, perchè universale, ma p.er ciò ~tes- . so, anche, più poderoso. Marsiglia fù in qual– che modo la consacrazione mondiale dell'u– nitarismo italiano, la confutazione recisa delle eorrenti socialiste che rimasero fuori dj esso e contro di _esso. La prova, meglio ancora cbe nei delibera.ti ,\ dei quali sarebbe lunga l'analisi, 1a troverete nelle accoglienze e nelle glosse dei varii par– titi. La stampa reazi~naria si stu"diò di igno– rare il Congresso, fuorchè nel lato scenogra– fico; i comunisti ci accolsero - com'è lor dolce costume - tappezzando MarsigHa di vituperii policromi contro i « social-tradito- ' ri »; cortese, ma superficiale, la stampa radi– cale; non privo di significato, Jorse preludio di futuri nuovi orientamenti, il saluto dei repubblicani italiani, consegnato. nella lettera tanto. discussa dell'on. Bergamo .. Nei. mas– sim•alisti italiani, una .incomprensione aprio– ristica, assoluta, dogmatica, si direbbe di par– tifo preso, da accora.re chi sperava, e si osti– na a sperare, un· futuro riacGostamento dei due partiti cognati, per reciproche neçessarie selezioni e chiarificazioni. · che non hanno un ricovero internazionale, perchè Mòsca li ricusa e a Londra o a Zu– rigo non si sbarca col vecchio bagaglio, si confortano (è umano!) ostentando il .dispre– gio della nostra casa modesta, che non è an– cora un palazzo. Un «Congresso senza fede>>: .·ecco la definizione conclusiva del foglio. mas– simalista. · E, dal suo punto di vista, non senza qual_: che ragione. La fede nel miracolo, tn:oll' aulo– ingar1.no, ùeJle promesse campate sulle nubi, ·è completan1ente svanita. Non che siano per– dute di vista (vi sarebbe malafede a pensarlo) le finalità socialiste, riaff crmate categorica- . mente nei deliberati, e implicite ad ogl).imodo 'in ogni loro paragrafo. Ma lo spirito del Con– gres~o è più azione che contemplazione od attesa, è passione del moto più che del fine', è nell'azione quotidiana di permeazione, di penetrazione, di riforma e cli conquista in– cessante e perci_ò graduale, graduale come il camminare, come la vita; è ins01nma in tutto . ciò che. poichè n01i transige con le difficoltà del presente e si adopera a rimuov,erle una per un.a, e pone re riforme prima~ non dopo la soghata catastrofe quando non avrebbero più nè ·senso nè modo, e, ripudjando gli at– tacchi frontali) che non si fanno, attacca dal– l'interno la rocca. nemica, è qualificato, dai vecchi calepini del partito, transigenza, ri– nuncia, ·possibilismo, defezione. , Il , fatto internazionale domina oggima.i - senza per altro negarlo - il fatto nazio– nale. ,Il mondo cerca affannosamente la pace, non .per poltroneria, ma per ragione di ;vita. E il Congresso del Lavoro cerca la pace del mondo. Non la chiede allo sciopero generale antibellico - che non si fa: 1-achiede.alla So– cietà delle Nazioni, che è un virgult0, un germe, che vuol essere sviluppato -ed integra- . to, con l'adesione della Russia, della Germa– nia, deU' America, con lo spirito delle masse anelanti, con l'attribuzione di pote:ri super– statali, che ne fa cci ano il fulcro dei futuri Stati Uniti del mondo. Ecco il nostro confes– sato « ginevrinismo »: che ci pone nettamente contro tutti gli imperialismi e le dittature, siano pure tinte di carmino. Onde questo fu il vero primo eongresso della pace, in con- , trasto con l'accademico e sentimentale paci– fismo borghese, che, non animato dalle forze delle .masse che sole hanno interesse ad im– porre e a mantenere la pace, ritira J.e sue corna al primo squillo di guerra. Per l'.4vantil, rappresentato nella stampa d_el Congresso da una fervida leninista: oggi s1 e no ravveduta, l'assemblea di, Marsiglia fu la negazione in toto del socialismo. Esu- . lato o_gnispirito: rivoluzionario; rinnegata la · antitesi implacabile della lotta di classe· tra•. · sci:riata la discussione nel solco piccolo~bor– ghese, anzi nell' ornière ginevrina delle obbli- E lo studio dei problemi. attuali, concreti,, ponderosi, dei quali s'intesse la trama della vita rlei popoli, in Europa, in Africa, in_Asia, dove nuove innumeri stiq:>i stanno irrompen– do nella storia - e il prudente rinvio deUe soluzioni immature, come avvenne pel pro– blema coloniale, irto di di_fficoltà, e per quello, sfiorato appena, dell'emigrazione; tutto ciò imprime alla nuova Internazionale quel ca- - B 'bl·. t que d..e.mocwie. Questi nostri ex-compagni, 1 10eca Gino ts1anco .

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