Critica Sociale - anno XXXV - n.16 - 16-31 agosto 1925

CRl1'1UA SOCL\LI·~ mentre i salariati propriamente detti non si era– no. nfllo sfrsso periodo) neppure raddoppia_ti (_da_ 10. 705. 000 a 17. 836. 000) e i liberi prof esswmsll erano cresciuti di pochissimo) forse a mala pena in corrispondenza al naturale incremento della popolazione ( da 5.191. 000' a 5. 1~ 90_.O~O)., Questo enorme aumento) assoluJo e relatwo) di una classe che, in .fondo) rende l'opera propria_ come _i sala– riati e ha con ·essa (a parte la stenie bona, .che è fumo 1;asseggero e poco nutrient~ ), _interessi generali comuni, compensa) quantliali_vamenle· forse, certo qualitativamente) della del1:-s1onedel– la vecchia pro/ezìa del programma di. F,rfur~, e del marxismo cristallizzalo; così atrocemente zro– nizzato.da Marx, che vedeva immancabilè e pros– sima la sparizione dei piccoli proprietarii. I nuovi ceti medii - nei quali, in quantità sempre mag– giore, debbono_ comprendersi gl~, « intell~t~u_a_li :>_ in genere) creati a serie, mercè pzu accessib1ll zslz– tuti superiori, dai bisogni dello Stato e della gran– de produzione - presentano anche) per ~eco- . starsi al socialismo una quantità cli elemenll col– turali ed idealistici che mancano ai celi' meno . ' istruiti. · Basterebbero questi' rilievi - e pitz altri se ne fJotrebbero aggiungere - a mostrare_ eh? il vec– chio problema dei ceti medii è oggi, viceversa_, assai nuovo e vuol essere riesaminato dalle basi, sotto l'aspetto economico) psicol_ogico, politico, so– ciale e della sua ripercussione nell'azione, nella ef/icién::a, nell'atteggiamento dei part(ti. ~.iò ?v}·à mollò pili importan::a delle slrologaz1om dez 80- loni per. la rinnovazione fascista della società e dello Stato. La comica poverliì. e podagrosilà delle statistiche demografiche italiane non consentì al Mandolfo di lardellare il suo scrilto di dati nume– rici che avessero v.alore per l'Italia: in compen-· so l'analisi deterministico~ps.icologica è del pili al– to interesse per l'avviamento a soluzlone del ves– salo problema.' Si traila di proseguirne I.o svolgi– mento. Perchè questi benedetti « ceti medii » ~ che .-:.. come si è visto.- non esistono, viceversa sono un po' il demiurgo) senza lorn saputa, magari a loro dispetto) della storia economico-polit~ca prese,n~e P futura; in Italia come in altri PaesL La Russfa li '/w. distrutti; per doverli toslo ricreare, perdendo qualche decennio del tempo prezioso della sua totalitaria rivoluzione. Essi 110n esistono, ma sono essi - gli indècisi per antonomasia - che decide– rrmno le prossime sorti del Paese. Non solo-, nè principalmente; per ragioni numeriche. Trascu– rarli, o non farf!e conto, come afteltano i comuni– sti e certuni massimalisti ... còmunisteggianti (non llltfi i massimalisti) che accusano i socialisti uni– tarii di snaturarsi e imborghesirsi, perchè) per camminare sicuri, .guardano attorno a sè e da– vanti di sè nello spazio e nel tempo, è lutto ciò · che vi può essere di pili antimarxista e di p_iu antirivoluzionario. Il proletariato, che talvolta li odia pei loro tradimenti e capricci, lalvo!la li so– praval.uta in massa, può dire di loro. come il poeta •latino della donna del suo cuore: « nec tecum possum vivere, ·nec sine te )>. Il che significa - per chiudere alla ~velia que– sto preambolo - che l'opùsco-ZOdi Rodolf'o Man– dolfo vale assai pili del_ suo prezzo e della sua. mole. . FILIPPO TURATI. BibliotecaGino Bianco La socializzazione della terra e i piccoii coltivatori Lo stadio del nostro nuovo collaboratore Biagio Riguz:( del quale qizi sotto iniziamo la pubblica– zione) arriva a conclus:oni le q1raii ditfenscor.o !W~ tevolmente non soltanto da quelle /ormulate dai primi teorici del socialismo, in base ad osserva– zioni affrettate e unilaterali, guidate da prec~nce~– ti teorici e dal presupposto che anche per l agn– coltur'a dovesse verificarsi il fenomeno del con– centramento della proprietà e della produzione quale si deli~eava nel camp_o de~l'in_dustria; _n~~' · differiscono anche dalle conclu.swm che da prn ampia esperz'enza e <}.a più n.u!71erosee ponderate constatazioni dei fatti credettero 'di poter trarre alcuni sagaci studiosi del problema agrario, che seguono le direttive del pensier? s_ocil!lista_. ·~ Che la piccola proprietù. fondiana sia des~mat? a scomparire inesorabilmente per la sua ~netfl– fudine a resistere alla concorr&nza e sotto zl tra– volgente impulso della necessità di una più ~n– tensa produzione agraria e della conseguente zn-. dustrializzazione dell'agricolfura, e che questa sua sconiparsa sia la premessa dell'avvento del ~ocia– lismo non è ormai più nessuno che pensz. Ma la pidcola azienda agraria parve persistere, e di/-. fondersi anzi, solo là dove pr~do~ninano certe p~~– ticolari forme ·di coltura) prznczpalmente la v1LL– coltura in cui essendo mancata sin qui ogni no- ' ' . . . . levale applicazione di sistemi me.ccamct, Viene pertanto a mancare ogni ragione di superiorit~ della grande sulla pic_cola azi~nda,. alla quale r~– mane viceversa il ·vanlaggw · cll poter meglw -sfruttare la ma~o d'opera, clie ad essa attende con un interessamento e unµ passione <!henella grande azienda non. è possibile c?ns_efuire. . Ma il Riguzzi a!ferma la superwrda della pzc- · cola azienda senza limitazione di generi. di. col– tura: Per il nostro desiderio di incoraggiare ogn; discussione che possa condurre a un più sicuro acquisto della verità, siamo ben lieti di pubbli– care lo scritte del Riguzzi, su alcuni punti del q'uale ci riserviamo di esprim.ere in fine qualche àostro dubbio. LA CRITICA ,SOCIALE. I.· Quare è, sul problema delle piccole imprese . agricole, il pensiero socia·Hsta tradizionale. Fra i dogmi che h.1nno gravalo sul movimenlo dot– lrinario e, di rjflesslo, s,ull!azione pr·atica del nostro partito, uno dei più tenaci è stato quello della ineso– rabile sparizione della picoola proprietà fondiaria; dog- m a che anche ocroj continua ad esercitare un potente . t,t, influsso sul nostro movimento .. Quella piccola proprietà dissanguala dai debiti e dalle imposte, che vedevamo agitarsi in una lotta di– sperala e vana per non essere inghiottita dal fisco e dalla grande proprietà, era il quadretto preferito e più suggestivo cli molli nostri articoli e discorsi, Ja premes§a - quasi direi obbligatoria - per (iuantr, nel· campo socialista, intendeva.no di occuparsi dei pro- blemi della produzione agricola. . . Pe1~-cooseguenza; logica di questa nostra concezione aspettavamo imperturbati che quel piccolo propr;etario povero, denutrito e spoglialo, si decidesse, per la forza stessa delle cose se non per volontà propria, a di-

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