Critica Sociale - anno XXXV - n.16 - 16-31 agosto 1925

ç CliITICA .SOCIAL"Jt~ 197. di Benito Mussolini, a quelle di Nicola Bombacci. An– tibluffismo e antidemago_gia; antiillusionistno e ~nli– metafisica, antimiracolismo e antibarbarie; tutta una serie di anti in cui si assomma un quarto di secolo di battaglie, e si determina - attraverso punti negativi - un piano positivo e prec:so di pensiero e di azion · socialista. Nessuno, sull'Avenlino, era cosi al proprio posto come il P. S. Unilar}o, perchè nessurro si trovava Rella condizione di esser ·nato da poco, tagliando legami molestie corresponsabilità indèbite, recando un patri– monio suo e intatto <li idee, e di esser nato .appunto per _effetto e in previsione di situ~zioni, che eran quel!~~ stesse per le quali -conduceva la sua battaglia, con armi e soprattutto· in una.« posizione » morale, che era - non a caso, ma per effetto di cose -e di volontà - pre– cisamente la migliore, la più efficace, la più chiara e imbattibile da co~tr,appo_rre all'avversario. GIOVANNI ZIBORDI. La morale di un dazio Più tempo passa sul provvedimento con cLri si è ristabilito il dazio sul grano, e meno si riesce a vedere le ragioni eco110?niche cbe abbiano potnto determinarlo. Anzi i tentativi, che nelle ullimc settimane si sono andati moltiplicando in mol"Le provincie, per indurre, còn la persuasione o con la minaccia e con la violenza, mugnai e fornai a mantenere immutato o ad elevare solo ·cfi poco il prezzo del pane, riv.e]ano - attraverso alla loro iJlogicità e al loro infantilismo demagogicò - l'assoluta impreparazione del partito dominan– te di fronte ad un provvedimento, che è destinato nece·ssariamente ad aumentare del 18 o del 20 per centò. il prezzo det pane popolare, e di conse- _guenza, in misura press'a p_oco uguale, tulti i prezzi delle altre merci di più largo consumo. E' sperabile che qualche voce autorevole si levi dal centro-ad ammonire i minori fe1.1datari di pro– vincia che non è logico applaudire la causa e _ condannarne gli effetl:t; che non è onesto nè pru-, dente sollevare i rancori delle folle contro i mu - gnai ed i panettieri, quando s-i è giudicato neces– sario ed utile assicurare ai granicoltori un prezzo più rimuneralore. In tal caso quelJa voce. autore– vole dovrebbe anche ·spiegare per quali ragioni si è giudicalo necessario far pagare· da tutti i con– sumatori un così gravoso premio ai produtlori di grano; e quaJi siano i benefici futuri che si at– lendono da un tale sacrificio. . Ma la spiegazione, per chi non voglia rìpetere _i soliti imparaticci dei turiferad ufficiosi, non riu– seirà nè facile riè convincente. f: difficile infalti rendersi ragione della stranezza per cui lo stess() Governo, che non si er~ commosso per le. sorU della- produzione nazionale quando il prezzo del grano - -nell'inverno 1923-24 ___: era sceso alle 90 lire carta al quintale, abbia riconosciuto all'im– provviso l'urgenza di ristabilire il dazio nella sua integrità in un momento in cui quel prezzo sj manteneva sopra le 160 lire:. ad un livello cioè, che, anche espresso in lire oro, era superiore a quello del 1913 (lh-e 28 il quintale, dazio com– preso); in un momento, per giunta, in cui i prez– zi del grano américano si mantenevano sensibil– mente, superiori ai prezzi interni italiani, e mo– stravano una tendenza al rialzo per l'inasprirsi dei cambi che assicuravano una modesta ma éffi– cace protezione al prodotto nazionale. Ma - si può obiettare - soltanto ora si è ini– ziata la, .. battaglia del grano, a cui nel 192~-2-l non _siera ancora pensato. · Biblioteca Gino Bianco L'argomento può far qualche presa sul ragazzi di diciotto anni, i quali credono ingenuamente che la storia de.I mondo si inizi con l'ottobre 1922; ma non può aver la minima efficacia per chi non ignori del tutlo le vecchissime polemiche sul dazio dei cereali, ( 1) e conosca un po' le vicende econo– miche dell'Italia negli ultimi trent'anni. Il comitato granario, in cui non mancano i compete:ra.li , sa benissimo che le previsioni sui prezzi. futuri possono esercitare qualche efficacia ·sull'incremento o sulla diminuzione delle semine i_n quei paesi dove esistono larghissime disponi– bilità di terre e grande scarsità di braccia, dove la cerealicultura assume perciò tutti' i caratteri del– l'impresa industriale, colle sue. fortissime anti– cipazioni di eapitale e ooi suoi rischi altissimi Ma nei paesi vecchi come il nostro, dove la popo– lazione agricola è estremamente densa, dove le terre. buone e med-iocri hanno raggiunto prezzi a_ltissimi, dove npn esisle un palmo di terra uti– lizzabilr, che, bene o male, non sia messo a coltu– ra; dove le rotazioni agrarie hanno ormai tradi– zioni plurisec_olari, le variazioni annuali dell-a su– perficie seminata a grano sono necessariàmehle assai piccole. In qualche regi,one soltanto· dell(' Puglie e della Sicilia 1 dove la popolazione è più scarsa, la proprietà più accentrata, e dove le terre sono lavorate da una massa inslabile emigrante · cli salariali, in quelle hrevi zone soHanto si mani– festano di anno in anno oscillazioni più forti. Ma quelle oscillazioni; per la penuria di capitali di cui. soffrono quei grandi e medi feudatarì, non sono determinal·e da] le previsioni dei prezzi futu– ri, ma dai risullali economici del raccolto prece– dente. Dopo un anno di raccollo abbondante e di prezzi rimuneratori, il capitale abbonda e .le semine si accrescono; dopo· un' annala calli va 1 quando si dovrebbe prevedere un prossimo rialzo . dei prezzi, 1e sem~ne invece diminuiscono. ' . l\ia, in generale, J,e statis_tiche ufl'iciali di quasi -10 anni dimostrano che l'inlroduzione del dazio sul grano ed il ·conseguente elevamenlo dei prezzi non sono ,riusciti a determinare alcun aumento - sensibile, nè della superfici~ seminala nè del !n produzione unitaria e totale. * * * .Si potrebbe forse rispondere eh{\ oggi, dòpo che tulli i tecnici più autorevoli hanno esaurien– temente dimostralo che in It.alia troppe terre ina~ <latte son seminale· a granò 1 nessuno si sogna .di provocare uil aumento della superficie granaria, ma bensì di stimolare la intensificaziont> delle semine e delle colture nelle te~r~ più adatte. Oggi sopralullo si attendono miracoli dal sis~ema del trapianto, che provocherebbe una \'Cra rivoluzio– ne. nc1!a lecnica della produzione granaria, ma che richiede ingenti anticipi di capitali per un maggior impiego di mano d'opera e, ·sopratutto, per il maggi•.)r consumo dei concimi azotali. _ Tutto queslo si potrebbe dire se i nuovissimi faulori di questa anticaglia economica fossero me– no ... ingenui, e se non leggessimo nei giornali più Yicini al Governo che il sistema del trapianto è ancora un semplice esperimento, da tentarsi, con molti dubbì, in poche terre più adalle; che non è da quesli programmi dell'avvenire che si puù aspettarsi l'immediata villoria del grano, di cui si ha urgente bisogno, e per cui è sopratutto neces– sario di aumentare le semine. _Nella loro ingenuità i giornalisti ufficiosi ri– nunciano in tal modo all'unico argomento che po- (l) Della cui abJilizione, soggiungiamo, l'atttia!e Presidente ciel Consiglio e condottiero della ballaglia del grano, fn - quando era direttore dell'Avanti! - uno dei più convinti e decisi fautori. (Nota di C. S.). /

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