Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

CRITICA SOCIALE 191 / guadagni una mercede giornaliera di L. _32,e il. figliolo maggiore di L. 10 (che però devono di– stribuirsi su un massimo di 250 giorni all'anno, mentre essi avranno"la pessima abitudine di man– giàre tutte le giornate) e la madre, per un mezzo se-rvizio al giorno; guadagni L. 4, avremo un sa– lario globale di L. 32,7671. Di fronte a questo la spesa puramente viltua– ria (L. 21,5787) rappresenta il 65,85 per cento e, aggiungendo il combustibile, il logorio degli ute_n: :sili di cucina, stoviglie, biancheria da tavola, do~ vremo concludere che la famiglia operaia milane– se deve destinare al suo vitto non meno del 70 per cento delle sue entrate, con un peggioramento quindi- dell' 8-1 O per cento sulle condizioni già riferite dell'antJeguer:ra e dell'immediato . dopo– guerra che ci davano il 60-6·2 per cento· ( 1). E pigliamo un tipo di famiglia fra i più fortunati. Immaginate nelle famiglie dove solo il padre guadagna e v'è una nidiata di figliu.oli. Ivi quasi tutta la mercede deve essere assorbita dal solo bilancio alimentare. Taciamo il rincaro parallelo, talvolta propor– .zionalmente maggiore, di altri capitoli di bilan– cio: affitto, luce, indumenti, combustibile ecc. Il fin qui detto basta a dimostrare che pur troppo le coiidizi-oni materiali dei nostri lavo:ratori, an– che nel campo delle spese insopprimibili, vanno rapidamente peggiorando. Che importa allora se la disoccupazione sia scarsa, quando, per gli stes– si occupati, nessun margine può rimanere per quei conforti morali - istruzione, educazione, svaghi - nei quali è la ragione della ·vita e la condizione della civiltà? PRiOF. ANGELO PUGLIESE. (1). -- Alle stesse conclusioni riesce il Galletti nei suoi dati stalistici sul rincaro. sui salat"ii reali odierni e sul potere di acquisto medio, al].nuo e quadrimestrale. del 'salario, pub– blicati in Battaglie Sindacali. '.E queste conclusioni non tengo– no conto ciel peggioramento notevole clie, procfurrà nell'alimen– tazione popolare, e quindi nelle energie e nella salute della . stirpe. il rincaro dovuto al ristabilimento del dazio sul grano nella misura di circa 40 li~e al quintale, regalo gratuito di alcuni mili.ardi - a spese· della .gran massa. per cui il pane è l'alimento fondamentale - a poche centinaia di migliaia di agrari e a poche decine di speculatori; che si tenta ma– scherare collo specchietto della cosidet'ta battaglia per (o contro?) il grano, il cui rincaro determina poi, d,i rimbalzo, quello di tutti i succedanei, ossia di tutte in generale le sussistenze nec'essarie. DALLE RIVISTE Verso il tramonto del fascismo. Nel fascicolo rii agosto della aLtlore\'ole Rivista socialista tedesca Die Gesellsèhafl troviamo un ·interessante scritto di Carlo Landauer .sul tramonto del fascismo. Il Landauer comincia il suo sludio affermando che il fa– scismo - non tanto quello specialmente italiano, quanto il fascismo internazionale - è impegnalo in ima lotta mortale. Forse potrà ancora dibaUersi a lungo e tenacemente, ma l'esito finale non può essere dnbhio. E', quindi, Lempo di ' mettere in chiaro l'essenza di codesto fenomeno sociale e le cause della sua sparizione. Ma, anzitutto, che cosa è il fascismo? Per rispondere a tale domanda gli storiografi ed i sociologhi dovranno ancora ~1 lungo arrovellarsi il cervello. Poichè, come non si può se– riamente porre in dubbio che, a malgrado di tutte le pecu– liarità na;zionali della forma, si tralt~ di un fenomeno che ha un germe unico, cosl è difficile racchiudere tale germe in una sola definizione. Al contrario, è assai facile stabilire a · quali principii il fascismo si contrapponga in modo assoluto. Il fascismo è il dichiarato nemico della democrazia e del liberalism~ il çhe non esclude che esso talvolta assuma pose Biblioteca ~ino Bianco pseudo-democratiohe verso la gente dalle mani callose e cerdhi di appr0priarsi il progra~ma economico del liberalismo. Il .fascismo è .anche il contrario della pazien,:a spirituale, ed è perciò il nemico- di Lutti quei sistemi statali, il cui valore consiste nel far prevalere in definitiva il, beninteso van– lnggio comune. Il fascismo ha la convinzione che, per fai· Lriònfare la volontà migliore, non debha venire or~anizzala la loti a. delle volontà contrarie sotto la gmu·entigia di ugual, condizioni, ma che piuttosto la volontà migliGre possa esser stabilila. a priori, e, di conseguenza, a llti debba essere fin dal principio conferito il polere. Con ciò - prosegue il Landauer - il fascismo non è certo completamente delineato; solo ne sono posti in rilievo alcuni lati essenziali. Descriverlo completame-nte. non è oggi ancora possibile. Ma non possiamo rinunciare a inquadrarlo provvisoriamente nel nostro sistema di idee e di concezioni , generali. ì\follo, del fascismo, è senza dubbio un prodotto della guerra mondiale e dei movimenti rivoluzionari del dopo– guerra. Ma occorre anche accennare èspressamente a quei suoi movimenti ed elementi, i quali indicano che esso non è soltanto una couseguenza di cotesti rivolgimenti sociaJi. Qual– cosa di simile al' fascismo noi avemmo anche nel periodo prebellico, specialmente in Germ,ania. Anche allora la gio– ventù era tra noi stanca della libertà, come un 'fascista ita– liano ebbe a dire della· gioventù postbellica d'Italia. La gio– ventù del 1912, '13 e 'H era in Germania stanca della libertà, perchè essa era stanca dell'intelletto, della ragione. Contra– riamente a quello che pensàvano molti, la gioventù tedesca antebellica non aspirava a,lla liòertà, ma al vincolis,;no, al– l'autoritarismo sociale, alla incondizionata prevalenza del sin– golo sulla collettività. Sé il mtwimento giqvanilé del periodo antebellico lottava contro la scuola, esso non lottav_a per. la sua libertà ma per il suolf servilismo spirituale, giacchè esso lottava in fondo contro l'idea del valore dell'intelletto. La più alta conquista intellettuale che noi possiamo fare è qqella 1 di riconoscere e ammettere il yal~re assoluto del!µ. libertà. Quando si perde la fiducia nella libertà si perde anche la fiducia nell'azione e nella capacità dell'intelletto. Dianzi abbiamo detto che il fascismo è il contrario della pazienza spirUuale, di quella pazienza la quale ci mette in ' grado di comprendere la necessità dell'azione graduale, degli apparenti lunghi giri che dobbiamo percorrere perchè la nostra azione sociale ·sia proficua ed efficace. Il fascismo invece (come in un altro- senso il comu,nismo e il sindaca– l>ismo rivoluzionario) crede di poter prendere delle scorciatoie, di poter fare a meno dei lunghi giri dell'azioqe, e "detesta perciò tutti quei metodi complicati che sono dettati dall'intel– letto e dalla ragione .. Perchè compiere inutili ~iravol.te , affa– ticarsi il cervello a comprendere la storicità delle istituzioni sociali, ammettere il didtto di fotte le volontà a lottare - su un ·piede di uguaglianza - pe1; la trasformazione dello Stato e dell'ec,onomia, quando si può di un colpo impadronirsi del potere e adottare tutti quei mezzi spicciativi che abbreviano la strada e abbattono prontamehte tutte le volontà avverse'/ Tuttavia, se cotesta impazienza o intolleranza verso i me– todi antiguati può essere una molla potente nella prima fase del movimento·, in una seconda fase la stessa drastica azione fascista. porta a conseguenze impreviste per gli stessi iniziatori del movimento·. A un dato momento, costoro si accorgono che l'azione _diretta e sbrigativa per la realiz– zazione di quello che essi ritengono l'assoluto e incondizionato bene sociale si risolve in una azione sterile e ineffi:cace; si accorgono che non serve a nulla chiudere gli occhi din– nanzi alla complessità delle cose, e che è, anzi, necessario adeguare· e adattare la propria azione a tale complessità. Ciò conduce ad ammettere (se non pubblicamente, nel foro della propria coscienza) la bontà e il valore dei metodi cosidetli ll'adizionali, a riconoscere che il bene sociale non può essere attuato coi 111ezzi semplicistici della prima ora. . Questa nuova fase, appena iniziata, segna - secondo il Lan– dauer - il tramonto del fascismo. Nel caso ·cJel fascismo, l'intima impossibilità cli un'azione durevole utiie, fondata sulla avversione implicita ed esplicita dell'intelletto, viene alla luce in un modo del tutto peculiare e degno di considerazione. Il fascismo sostiene superflua la . lotta politica intellettuale che la democrazia organizza per compiere la selezione tra le volontà contrarie. Esso per– tanto non crea organi per la formazione della volontà dello Stato - ·a ciò provvede il capo supremo o dittatore - ma solo organi deliber.ativi secondo il punto di vista dell'oppor– tunità tecnico-amministrativa del Go,,erno. Perciò nel fasci– smo è insita la tendenza a meHere in prima linea le man° sioni tecnico-amministrative dello Stato. L'on. Mussolini non ha saputo contrapporre all'Opposizione democratica argo– mento più convincente di questo: che egli ~e' suoi viaggi . .

RkJQdWJsaXNoZXIy