Critica Sociale - anno XXXV - n.14 - 16-31 luglio 1925

162 CRITICA ~OCIAL E Il pensiero di Engels e la prassi storica della classe lavoratrice :< Il pensiero fondamentale cui s'informa il Ma-· « nifesto de' comunisti: che la produzione eco- 1< nomica. e il congegno sociale che i:µ ciascuna « epoca storica necessariamente ne deriva, è base « della storia politica ed inteHetluale dell'epoca e slessa; che conforme a ciò (dopo il dissolversi <( della primitiva proprietà comune del suolo) tut- 1< ta la storia fu storia di lotte di classi, lot_ta fra ,, classi sfrullale e sfrultalrici, dominate -~domi– ,, natrici, nei varì gradi dello sviluppo sociale; « che questa lotta ha raggiunto ormai un grado . << in cui la classe sfruttata ed oppressa (il prole– << letariato) non può più liberarsi dalla classe che 1 < sfrutta ed opprime (la borghesia) senza liberar '< insieme e per sempre dallo sfruttamento e dalla 1, oppressione tulta la società - questo pensiero ,, fondamentale upparfiene a Jl!larx unicamente ed « esclusivamente. Lo dissi già molte volte, ma è " nece<;1-,ario premetterlo ora al Manifesto stesso ». Questa dichiarazione, che F. Engels nel 1883 premetteva ad ·una edizione del Manifesto dei co-_ munisti -- esempio mirabile di devozione e di ab– negazione, nello attribuire più modeste propor– zioni all'opera propria per dar più grande ri– lievo- a quella del suo amico - non può essere accettata dallo storico, nè registrata senza corre– zione nel ricordo che il proletariato serba incan– cellabile dei suoi maggiori maestri. Chè se è giusto che il movjmento ·proletario (il più imponente e decisivo fra tutti i grandi f'.atti dell'età contem– poranea) si.·intitoli particolarmente al nome di Marx nella teoria in cui trova la sua spiegazione storica e l'indirizzo della sua azione, è pur giusto che esso riconosca anche la parte importantissima che l'Engels ha avuto nella elaborazione della dot– trina, che per il ·prol,etariato costituisce la co– scienza storica della- sua natura e missione di classe, tutta rivolta ed intésa nella su.a azione alla liberazione dise stessa e della umanità. C. ·Marx· riconobbe e dichiarò più d\ma volta che la visiop.e alla quale egli era pervenuto,. già per altr~ vie e indipendent~mente da lui era stata raggiunta anche da F. Engels: e gli scritti, che en– lrambi venivano pubblicando dal 1842 fino al mo– mento della loro più stretta collaborazione, mo– strano appunto la convergenza di due cammini chç, movendo l'uno più specialmente dalla specu~ lazione filosofica, l'altro dagli insegnamenti della \'ila e della pratica e dalla oss·ervazione dei fatti economici, vengono ad incontrarsi nelle conclu– sioni; e segnano nel punto d'incontro l'inizio di una mir~bile successiva cooperazione, nella stessa divisione del lavoro corrispondente alla diver- sità delle forlYlfl.e mentis. ~ · Basterebbe lo studio sulla Condizi'on.e delle c~assi lav~u~trici in Inghilterro a legare indissolu– bilmente ,11nome dell'Engels alla storia del mo– ,Vimento proletario e della dottrina critico-pratica del malerialismo storico. La coscienza storica del– la funzione der proletariato c'è già qui chiara ·e l'onnata; e l'unità della teorià e della prassi, della consapevolezza e dell'azione, della critica e del– l'attività storica, che caratterizza la concezione del marxismo, c'è già affermata e realizzata .. Il rap– porto fra le. condizioni r.eali e il bisogno e l'azione innovatrice è già nettamente intuito: la conce– zione dialettica della storia si. sostituisce alle va– g~e aspi~azio1:1iumanitarie degli utopisti; ma è gia la _dwle_tt1care<:le, c~e _si afferma al posto della dialettica dell'idea d1 HegeJ_ . ' La critic_a spietata di Carlyle ( Passato e prc- - sente, Ca~-t!smo etc.) alla società attuale è larga– rnenlc ul1llzzala; ma la conoscenza dirella del, BibliotecaGino Bianco movimento cartista e delle condizioni della classe lavoratrice fa sostituire all'accorata deplorazione di Carlyle, di fronte ai rancori e agli impulsi ri– belli che l'oppressione genera nella classe &ag– getta e sfruttata, il riconoscimento della funzione storica che spetta a questa collera rivoluzionaria. Gli operai « son uomini soltanto fin che sentono la collera contro la classe dominante; divengono bestie tosto che si pieghino docilmente al giogo » . Nella ribellione morale, nella resistenza e nella . lotta è la coscienza dell'umanità che si svegUa e si afferma, consapevole della disumanità attuale, animata dall'esigenza di una rivendicazione. Co.-. •scienza ed esigenza comuni a tutta una classe, costituiscono la rea1tà e l'azione storica della clas– se in quanto tale: la lotta di classe è figlia e madre insieme di questa coscienza; perchè nella prassi la volontà si desta e si educa, e la consa•pevo– lezza si conquista e si sviluppa. Tra coscienza ed azione di classe c'è una re– ci pròcità causativa e formatrice: riappare nei ri– guardi dell'azione storica il concetto del rapporto Ira l'attiyità e ·1a conoscenza, fra la teoria e la prassi, che Engels già aveva tratto dal Feuerbach e rlai Carlyle. « Lavoro è vita (diceva Carlyle eri.: peteva Engels): in fondo tu non hai altra cono– scenza fuori di quelle che ti sei procacciato me_– diante H lavoro ... Un dubbio di qualsiasi specie non può_essere risoluto se nari con Ja praxis ». È qui il concetto inspir~tore della filosofia della praxis, che Maì·x più tardi sbozzerà così .scul– toriamente nelle glosse a Feuerbach; quel con– cetto che l'Engels torna poi a ripetE!re nel 1892 nella prefazione al noto estratto dell' A nlidiihring: « Gli uomini agiscono prima d'argomentare. In principio era l'azione. E· l'attività umana aveva già risoluta la difficoltà molto tempo prima che l'inventasse l'umano sofisma. La prova del pud– ding sta nei mangiarlo ». Ma que~ta filosofia dell'azione è dialettica: muove sempre dal rapporto con le condizioni reali. E la concezione deJl'arrove.,;ciamento drlla praxis, che è l'intuizione più geniale di M~x, se anche ,non si presenti in Engels così nettamente e luminosamente come nel SlW grande amico, in- . spira tuttavia in lui sempre la persuasione della contin'uità e gradualità del processo st<;>rico ~nel · movimento per via di antitesi in cui lo sviluppo si compie. Dalla Condizione delle classi lavoratNci e dal primo abbozzo (in forma catechistièa) del Manifesto dei comunisti,· alle lettere tanto famose e discusse della sua v,ecchiaia intorno al materia– l~smo storico, ,questa consapevolezza sempre si , afferma vigile e precisa. La storia non co.nosce colpi di sorpresa, tra– sformazioni improvvise miracolose: sopra tutto la profonda, immensa rivoluzione alla quale ten– de il movimento proletario, una rivoluzione che deve investire tutta la società, però nelle sue più intime radici ,non può essere frutto di ardimenti-, · -di iniziative audaci che sappiano creare o sfrut– tare una momentanea contingei:iza favorevole a moti insurrezionali. Le grandi trasformazioni sto– riche richiedono una doppia maturità, oggettiva e . soggettiva, delle condizioni materiali e delle co- scienze. · · · Doppia, ma unica fondamentalmente nell'u– nità della vita. Perchè l'umanità, che è produt– trice e prodotto insieme delle condizioni della sua esistenza, creatura e creatrice deI pari della sua storia ,non può cercare gli elementi e gli stru-· menti della sua azione se non in_quel complesso di condizioni che ella stessa è venuta producendo in tutto il corso del suo sviluppo antecedente; ma da queste condizioni trae non soltanto i mezzi ma anche gli stimoli, i bisogni, le necessità del suo operare ulteriore .Non può sottrarsi alla sua con- r-

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