Critica Sociale - anno XXXV - n. 13 - 1-15 luglio 1925

Seconda Edizione ritica • oc1a e RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 •-. Semestre L. 12 - Ali' Estero: Anno L. It. 30 - Semestre L. 15 DIREZIONE: Milano Portici Galleria, 23. - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXXV - N. 13 Numero separato L. UNA Milano, 1-15 Luglio 1925 SOMMARIO POLITICA E ATTUA.LITA': - Nuovo sequestro (La Critica Sociale). Il fondamento dei Regni Dott. Angelo Crespi). Lo Stato organico e le proposte de'i Soloiii (Obser-i•er). STUDI ECONOMICI E SOCIOLOGICI: Sul problema mora./e del Socialismo, II: Il pericolo d'un ritorno al Kant; Del diritti politici secondo il Kant; Uso sensibile e valore intelligibile della legge moraJe (Prof. Alfredo Poggi). FILOSOFIA, LETTERATURA, FATT1 SOCIALI: Rivoluzione protestante (Prometeo Filodemo). Econo•mia organizzata ed economia organica: Il sistema social-poli– tico di E. Abbe (Angelo Treves). La terra nella economia romana (Sticus). CiiJ che si stampa: La libertà. della scuola (Mug) ; Il pensi~ro di Giu– seppe Rensi fProµieteo ·Filo(femo); Studi filosofici (p. f.). Pubblicazioni pervenute i,n dono. Annate arretrate di Critica Sociale. NUOVO SEQUESTRO La p1-ima edizione ci è stata seques.trata per un artico– lo dal titolo: Ritorno ai principii i in cui il nostro Claudio Treves, neUa wiscussione aperta davanti alla Sezione Mi– lanese del Partito Socialista Unitario, prendeva posizione contro la mozione proposta dal Cornitato. . Nel momento in cui questa seconda edizione va -in mac– china non abbiamo ancora ricevitta l'ordinanza di seque– stro. A.d ogni modo possiamo assicurare i lett·ori che nel– l'articolo del Treves non era il più lontano accenno di affermazioni che- potessero, cornunque, offrire il pretesto a un'çiccu8a di turbamento dell'ordine pubblico o di uno qualsiasi di quei fatti (non diciamo reati) per cui è sta– bilito il sequestro. Se si dovesse cita1.·enell'ordlinanza una sola frase dell'articolo incriminato, anche col metodo col quale il S,ignor di Talley1·and vantava di pqter f a1· con– danna1·e alla gl!,igliottina il più conformista de,i sudditi, noi c1·edliamo che il· Prefetto avrebbe dovuto, malgré iui, rinunziare al sequestro. Noi dovremmo insuperbirci q,i questo particolare acc.a– nimento usato contro la nostra Rivista. Ci dol,iamo invece d,i non poter ormai offrire ai nostri lettori che un pçr,sto di scarso swpo1·e, da cui ogni piatto del giorno è severa– mente bandito. Ma essi sanno il perchè, e ci perdoneranno e si sentiranno qnzi - speriamo - sempre •più attar,cati all'opera nostra, e alla fede eh~ l'anima costantemente anche se costretta a tacere ogni manif estazionè. LA CRITICA ~OCIALE. possono a meno di ricorrere alla ~ente a. proposito del costume, ormai invalso in molti, di parlare d'« Im< peri.» come di cose che si possono volere e creare a volontà, come di fini che è possibile perseguire per ge7 _nerazioni e per secoli da intere collettività, così come da ognuno di noi è possibile venga perseguito il fine di comperare unà casa o una automobile. A costo di ri– petere cose già dette le mille volte, non sarà male, in un momento in cui sembra che occorra ricominciare ab imis fundamentis l'eduèazione morale e politica degli Italiani, indagare, in un breve studio comparativo, che cosa c'insegni la storia antica e recente intorno alle cause che favoriscono il sorgere e promuovono la de– cadenza degli Stati in genere e degli Imperi in ispecie. La prima cosa che ci colpisce dando uno sguardo rapido e superficiale all.a storia si è che, specie in ri– guardo agli Stati e agli Imperi di cui si possiede mag– gior conoscenza, quelli che furono più consapevol– mente voluti e costrutti sono quelli che durarono meno e si sfasciarono quasi _immediatamente alla morte o dopo la disfatta dei loro fondatori, per quanto illustri. e non inutili le loro imprese: tali gli Imperi di Ales– sandro, di Carlo Magno, di Napoleone I, che hanno questo ~ n comune con quelli dei grandi oo~quistatori mongoli, di co'stituire. piuttosto un, rovesciamento _di ostacoli e una distruzione di cose a·n-tiquate opponen– tisi a più libera e intensa circolazione di pensiero, di cultura e di merci, che non una sintesi di valori e di culture preesistenti: non sono, come quelli di Ta– merlano e di Attila, del tutto ·inutili, anii sono utilis– simi, in quanto liberano· e avvicinano, ma sono appena meno passeggeri di quelli. ~ La seconda impressione, integratrice della prima; si è che gli Imperi maggiori del.la storia, i più duraturi e i creatori di maggiori èsperienze e di valori permanenti, l'Impero R<;>manoed il Britannico - lunge dall'esser dovuti a un dominante pensiero di dominazione e di conquista - sono l'effetto cumulativo cliinnumerevoli sforzi, diretti a risolvere bene, senza soverchia lungi– veggenza, i problemi speciali d'ogni giorno. La coscien– za imperfafe, quand'essa sopraggiunge, col deviare l'at– tenzione dallo studio d'ogni problema ne' suoi termini intrinseci, è più spesso causa di smarrimento che non di. grandezza, ed è essa stessa una delle più pericolose cause di decadenza. Il fondamentQ 'dei Regni Una terza impressione anche più profonda e signi- . ' ficativa, si è che sia Roma, sia l'lnghilt,?'ra, pur es- . Remota 1·ustitia, quid regna nisi sendo Stati dominatori, furono internamente liberi. Ciò magna lalrocinia? che, -0el resto, è solo un caso parli colare- di quest'altro S. AGOSTINO. fatto: che solo Stati liberi hanno fondato durevoli Im- Carlo Cattaneo ebbe a dire nel suo magistrale studio peri coioniali: Cartagine, Sidone, Tiro, Corinto, Atene, sull'insurrezione milanese del 1848 che le rivoluzioni le repubbliche italiane del Medio Evo, le Citta ansea- sono come le febbri; vengono e vanno non cercate e tiche tedesche, l'Olanda. La piccola Grecia respinge non dominate da consapevoli volontà umane. E lo gli attacchi di Dario e delle sue orde imperiali per- Stuart Mill ebbe a dire su per giù la stessa cosa della siane; la piccòla Olanda fiacca l'Impero ispano~ger- felicità: che chi la cerca non la trovà e la trova manico dell'érede di Carlo V. Il che si spiega col fatto chi rton la cerca. Sono due pensieri questi çhe non che la colonizzazione, massime al di là dei mari, esige Biblioteca Gino Bianco

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