Critica Sociale - anno XXXV - n. 7 - 1-15 aprile 1925

l • , r CRITICA SOCIALE il vinoolo della organizzazione non sara spezzato ». Nel riandare il passatQ, le sevizie, ·.le minacce, la detenzione subrta, uno dei Confederali esce in questo commento, la cui sferzan.te iroriìa è tanto · più sig?ificativa: quanto meno inten~ionale: « Dopo tutto, s1 stava meglio, dentro che fuori: c'era ·1nag– giore -libertà.... ». Qualunque cosa comandi l'orga– nizzazione, questi lav-0ratori si 'dichiarano pronti ad obbedire .. E se sciogliessero l'organizzazione? Rimedio inane! quando il legame che uriisse questa gente dovesse essere segretQ, ·sarebbe ancora più forte. Tutto sono disposti, ancora, ad . affrontare, piuttosto che cedere; perchè - mi dice uno di codesti uomini - « se essi hanno la forza, noi abbiamo la feqe ». Fede prnvata dai pali.menti, e per ciò fede sicura; fede socialista di m,avca antica, non- adulterata da miracolismi, non appannata ·da propositi di vende_tte. personali. È. la .fede che . voi,• mio caro Turati, il . cui nome è pronunciato da .questa gente con la • devozione con cui si parla di un Maestro,· avete cercato· di dÌffondere in quarant'anni di onesta pro– paganda; è la luce che voi, ·e noi, vostri, discepoli, intendiàmo . tenere aienesa anche . in ·quest'ora buia,· propizia agli 'sma'rrimenti ed alle deviazioni.- Il mo– desto lavoratore ,della terra, del qua-le sono le pa– role che ho ultimamente ricordate,. mi <diceva. che· aveva. appena terminato .di leggere « Le vte maestre det_ socialismo». Di quei vostri insegnamenti, amico. e maestro Turati, s'imbevono questi organi:z;zati di Molinella, che stanno dando a tutta l'Italia un esempio così fulgido di fierezza civile. Per questo, essi non .. parlano con odio, ma appena con ironìa e con orgoglioso disdegno, dei loro, dei nostti av– versari, e considerano il momento presente come un episodio transeunte, se· pur pa.rtioolarmente. do– loroso, della lotta di classi; per questo ancora - e tal~ impression,e è il più caro ricordo che io abbia ,, riportato della indimeµticabile giornata vissuta a contatto e-on cotesta ammirevole gente - i Confe– demli molinellesi non anelano a rappresaglie, che perpetuerebbero il regi.me di violenza, ·senza spezzat– nç il circolo maledetto, ma qna sola cosa doma.n, dano, ad una sola cosa' aspirano: la restaurazione del diritto. Se vaghezza La pungesse, signor Prefetto, di se– questrare questo· mio modestissimo articole, prima di farlo abbia' la genfilezza ·di leggere la Urma. Forse Ella ricorda cl.).e chi scrive è professore titolare di diritto in 1ma Regia Università. D'acco.rdo: io· non posso pretendere, per questo, un trattameµto di favore. Mi permetto soltanto di osservare, som– messamente, che chi fa il mestiere ch'io faccio -è- pagato dallo Stato (dallo Stato, signor Prefet– to, non dal Governo) anche per adempiere a .que– sto. difiicile còmpito: - di studiare come si formi e · come si esprima la coscienza giuridica del Paese. . Io tralascio ben volentieri _ le considerazioni po– litiche che mi sare)jbero suggerite da tutto ciò che ho ve(j.uto ed .udito a Molinella, .ed acconsento a lasciare nella penna ·ogni ,commento -sulla maturità politica degli organizzati molinellesi. Ma non Le pare, Ili.mo signor Prefetto, che sia degnQ di es– sere conosciuto, e confortevole per it domani, chr. non• potrà essere sempre eguale all'oggi, l'esempiiCI di gente, la quale~ fatta, segno ad angherie ed illegalismi di ogni specie, non si aùgura, neppure a· bassa yoce fra amici fidati, di aver mano libera per vendicarsi, ma chieci.è soltanto che sia ripristi- . nato l'impero del diritto? Io, per mio conto, di– . chiaro che, se gli organizzati molinellesi terranno fede; COlJ?.e io ho fiducia, ai nobili sentimenti ed ai civili propositi .che mi hanno espressi, avranno coltivato nell;;t loro terra baUuta dalla tei;n.pesta,· nei loro _animi invitti, il fiore più puro della co– scienza giuridica nazionale. 15 Marzo. . ALESSANDRO LEVI. BibliotecaGino Bianco lnfl~zion,e, deflazione l e· crlsi 'Crisi d~i ·ca~bi e crisi dei ·p~ezzi. .C'è, nel , fenome.no della crisi del dopo guerra,: un elemento merìtevole. di speciale osservazione: la crisi- dei cambii, provocatrice, a· sua volta, di fatti importantissimi. Dice giustamente il relatore, dell'• In– chiesta sulla produzione))' pubblicata dall'Ufficio in- · ternazionale. del. lavoro· in· Ginevra: · «. La crisi dej .. cambii ci è apparsa rappresentare una parte grande e, in certi. casi, principale nella. crisi .delle materie pr.ime, in quella degli utensili, dei trasp,orti, dei capitali, degli sbocchi·». Non basta. La crisi dei cambii ebbe ben altre conseguenze di carattere so~ ciale .. Consideriamo che cosa è avvenuto durante la guerra, e nell'immedia,to dopò· guerra'. · La produ- · zione per la vita civile è stata in diminuzione,·. perchè le attività dei· Paesi impegnati nel oonflirto - e buona· parte• delle attività dei neutraii - er ·a.no rivolte a fabbricare arnesi di ··distruzione. Il pro– cedimentQ, ridotto ai termini più semplici, era dun- · . que questo; lo Stato domandava ai cittadini il de– naro ,occorrente all'acquisto di grandi quantità di materiale che, appena· comprato, era destinato alla distruzione. Lo- Stato duaque creav:a a sè, cioè a dire aUa · massa dei cittadini, un debito che non· trovava contropartita alcuna in realizzazioni: debito·· cbe, superando di gran lunga lè 'entrate normali d-i bilancio, doveva necessariamente divenire debito permanente. Di qui il continuo aumentare dei, prezzi e la in– flazione monetaria, più intensa o meno a seconda della ricchezza dei singoli Stati. Fra prezzi e cam'J;>U · .c'è dunque il rapporto di causa ad effetto, pèr qw.anto tutti. e due gli elementi possano essere, · di volta in volta, effetto e causa, oome· scr-iv-e anche il relatore dell'Inchiesta su citata (tomo III, pag. 844). l,l rapporto presentato dal Segretario Generale della Società delle Nazioni· alla Conferenza di ·Bru– xelles conferma . esso pu:re questa interdipendenza · fra prezzi ed inflazione monetaria: « Salvo per il caso– dell'Italia, - dice il · RaIJpor.to - la, percentuale di aumento della. tircolazìone attiva è stato, per lulli i Paesi dei quali si possiedono ,_numeri indici dei prezzi, di poco inferiore all'aumento dei prezzi. .. Per quanto i rapporti di causa ad effetto fra questr.' cifre .possano dare luogo 'a divergenze di interpre- . tazione, la loro interdipendenza è generalmente ur, fatto conosciuto)). (Pag. 757, Tomo III). Abbiamo. così la corsa dei ,prezzi all;aumento ed il gettito continuo, imponente di . nuova . carta moneta sul mercato monetario. Questo processo de- . termina una volontà negli uomini di accaparrarsi quella parte dei beni che tende a .crescer'· di valore, disfacendosi di quella che tende a diwinuire. Ed abbiamo l'immagazzinamento delle merci, racqui~to di terreni, di stabili, di tutte le cose che, di fronte allo svilire della moneta, aumentano di prezzo. Ì..tl industrie lavor~no, in questo periodo, . io pieqo, perchè le richieste sono continue. La specuiazione· diventa febbrile: la speranza, la sicur.ezza dell'au– mento del _prezzo, spinge i commercianti e i privati a. 'fornirsi. di merci, disfacendosi del denaro che di– minuisce ogni, giorno la propria capacità di ac– quisto; e, intanto, gli operai, valendosi della forza dei Sindacati, ingigantita dall'intensità del la,voro e daUa necessità degli industriali di non .avere· in– terruzioni, si difendono dalla svalutazione della mo- . neta e-on gli aumenti di mercede. · Se guardiamo ai grafici esposti dalla Inchjest~ per d~terminarè la marcia del ·costo della vita e del salari@ reale, vediamo che nel 1920 gli operai ~rano riusciti a pareggiare• l'aumentò di costo della vita in quasi tutti i Paesi. Anzi, c'è tutta una scall;I di .aumenti di mercede c_he dimostra come i salarti

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