Critica Sociale - XXIV - n. 23 - 1-15 dicembre 1924

J. 'CRl1't0A sootALE ' . ~iarx 'cp,nie inefficace moralismo, nega il re.aJle ·e •s'immerge n,ell'ideale contempla,tivo, ogget– tivandolo i,n forrna assoluta: onde la pratica a.se- etica, o l'infa,ntilismo airbitrario. Jil Marx invece media ii du~ termini in una ,sintesi pra-, tic.a concreta : non ,si 03Jll'gtl.a il rea,le .s:ernza aspirazione idOOJ1e, come non ,si r,ealizza l'idieale senza conosoenza rea}e. Perciò la :filoisorfìa del– la pra,s,s,i,oltre che ilnterpreta.re ill .mondo, aiuta a e;angiarlo : a,iuta, come metodologia -dell'azio– ne., La •rivoluzione non è un fatto reale nè un mito iderule : è un m,e-todo. 7.) Mi 1Semibrainfi.n·e che si possa con,c;lu– dere, che 1a filosofi•a dli Marx ·n,on è nè ·hegelia".' na nè materfaHsta. Es.sa è un ritorno a[ cri– ticismo) ossia. ama ri,eierca. rif1egsa del fon– damento e d,el cri.terio sui valori conàscitivi e· pratici. Questo criticism,o, nel contenuto s'a,coosta di p,iù al tipo [>rimitivo, al criticismo del Locke e dell'Hum:e, rp,erobrèguarda la geneSì.i[)Sk.olo– gica dei v.aJlori e la loro •giustifi.ca7lione empi– ricia, .piuttosto che J'univ,ersalità e ,necessità della forma. Ma neH'ilspirazione pratica è più vtcino a Kam.t e al r,oma:ntfri•smo ,eh,e ne di– scende. Di d:a.tti, la filosofia· d'el1a pr.a,s,sìi. è una etica rivo:luzfonall'ia, che subordina, le stesse categorie diel oonoscere ,inteJHettivo (per ,es., la conl{)iScenza·della realtà economica) a una ragione puro~pratioo,. in c'uii soltamto a!Cqui,sta-· no H loro vero valore (la verità ,economicia è nel valore-iLa;voro), 1Jrais,cendenta1mente. Come pDesso Kant, ill pensiero eti,eo cleve porre i ,suoi fini ais.solutamentie, .come legge pI'IO[)llia,in opposizione iaUa .realtà ,ein[>drica; ma lo ,stesso pensiero, oo,rrie •Co.no1s,e,enza r,eale, cleve rioonosoere la inec,ess.ità -r1elle1legg,iobfot– tive. Come presso Kant, l'antinomia fra l'ob– blligatorietà morale ·e fa. I1Jecesisitàma,ter:ìa>l,e J10n ~i .supera escludendo l'una o l'altra, o assor– bendo !l'una nell'altra, ideaJistioome.nte o ma– ted~ilisticamente: Sii ,~mpera mediafildo l'una oon l'.altra, facendo. Per •esser liiberi bisogna libe,ra-r,si : che ,sarebbe la libertà, •se non ci fos– s,e la resistenza della necessità empirica? L'e– tka è il d1ivenir 1 e de}ll'uomo ètioo. Il valore si reallizr.,a,sul ,d,aito. L'idea,le non è un'esj.stenza; perchè è un',esi.g,err1za, un dover ess.ere; e a sua volta no,n può ·esi-st,ere Ilealmentie che per mez– zo dell'essere. . Vol,e~e! eooo la 1legg'emorale d,eHa vita. e deL 1 la Jsto~ia umana, anche per Marx. P,er volere, · bi~ogna porre tutt'e due i termlini dell'aintino– mia eti,ca,:. cono®cenza del rea,le ,e aispirazione rivoluzionaria, la storia e l'anttstoria, ,e ,seir– vfa"Sidi questa. per modificare quella. ·Il fi..ne ipostoc,i d.ev' essere attuabi1le, diice Marx. Certamente! si t·ratta di un',etica con– creta. Forse c'be il Kant ci consiglia dii ,porre elfi fini non attuabi'l i? << Agisci in modo che tu IP91S•sa de-sid,erare che 1a, mass.ima, della tua azio– rne sia pres:a, come 1nouma unlverisiale )), ecoo u.n,a legge et.iica i-;ec.ondo·Kant. Il suo .attuar-si non consiste mii.ca i,n una certa, !Sua esistenza di fat– to (che sarebbe una oontra.ddizione teorica non ,potendo· H noumend<:>o 1e.._qj.st,er.e come fono~no) : consiste nell 'adopera.re (}uesta legge come c·a,_ tieg-ori.a,,Pnteliecbfa., misura-, valutazione (dite come volete!) delrle nostre ia.zioni ,pratiche e quindi dei fini pratici. E' 1m metodo, non u.na Biblioteca Gino Bianco oosa. E la cosa, perchè corrisponda al metoào, o~a .perooè lo attua., ,bisogna conoiScerla, come cosa ie non oonfonde.rla coi valori del puro pe11- sier-0 - dice amclle Kiamt. Il Marx,. qwindi, in particolare, stabi:lisce i fini attuabili ,cùeJ!la sua etica del lavoro fondan– _dosi .sulla r,eaJ.tà degli ianta,g<l:n.tismi di olaJSse ,e avvertendo che, di fatto, il loro esito dipende da necessità ,e 1leggi econorp.ich•e; ma qua,nd-0 . vuol dar,e a queisti antagoni•smi una ~oscienza. dli oliasse e un metodo d'az.ion 1 E>, non dubita di formuliare 1m programrrua r,iv,oilumonario. Il programma è la 'Sintesi della 1egge morale e di q nella ma,te:rial,e : se vog,liam-0 ca,ngi:ar,e il moTJ– do secondo i no.stni fini ideaJli, q·uello va cono– sciuto realmente e ipoi relativ1izz.ato a ques-to, e non viceversa. Nè 1Vlachiav,eUi, Hè Savonarola·: Lut,ero, profeta armato. Uiltima oo.ruseguenza: l'economia di Marx, chic-' :filo•so.fieamente ,è un'etica del larvo,ro, pra,tL 0am!emte non [)1uòessere che un'azione politica) da~ momento che ,si tratta dellà co,scii.enzaetica c.olllettiva di olassi 1sociali. Infatt-i., l'!i:ni.1por.tan– za pratica del marxismo ,sta tutta rn~lmovimen– to poJitico determinato dal suo programma,. Il Manifesto è lo .scritto miglioTe ie più efficaoe di Marx, per.chè qrniVti. appunto la crittca non i.nrterpreta soHanto, ma a1iuta a «cangiare)). Si ingainnerebbe a.ltr-ettanto chi vi · ee_r,casse una « scienza » economica, quanto chi vi cercasse la predkazio'.IJ{' di un·« mito>>. No. Egli disegna con viigore realistico 1}e11ineedella, .socfoità e lie ferree leggi .chf' la re.golano, sol pex mostrare senza inganno il campo della lotta e le armi più sicure ,per vi,ncere; e poi getta la .sfida de]1l'i– dea[1ea.l rea,le, come obbligo aissoluto e rigic.lìfà di voliere. Mo;ra1e per i famciulli : 1se vuo,i ~al-ire, devi guardà.rti ai piedi ,e [)enisa:r,erulilavetta; ma i-,,e tu ti. guardi soltanto i ,piedi, o ,soltamto pensi alla v,etta, è segJ?,-0 <ilie non vuOli sa,lire, e ti coll'tenti d~ ,ca:rnminare per la e.arsa. ADELCHI BARATONO. Cristianesimo e Positivismo I. L'articolo Nuovo Cristianesimo, apP.arso sul numero del 16-30 settembre della Critica Sociale, ha. suscitato notevole strascico di polemiche, in campi diversi, sì che reputo op– portuno chiarire e riaffermare, taluni concetti che stavano a base di quello scritto. Non che la reazione suscitata nello schietto campo cattolico mi abbia sorpreso. L'audacia ap– parente della tesi che mi proposi di sostenere, era appunto di tal. natura da dover suscitare reazione tra i cattolici •militanti. Così un articolo di Bortolo Galletto è apparso; collocato in piena evidenz.a al posto d ·onore, sovra una diecina, a un aipresso·, di giornali cattolici, quotidiani e settimanali, particolamente delle province settentrionali, col preciso intento di confutare l'affermazione che quella tendenza di natura religiosa, che io ravvisavo alle radici del movimento social-democratico, sia una sp~cie di cristia– nesìmo. «Nè nuovo nè ve~chio cristianesimo è questo, _ afferma il Galetto. - ma esclusivamente una specie di reli. giosità sentimentale, un vaporoso fumo di credenza», che non hanno nulla a che fare col vero cristianesimo in quan. to, secondo l'autore dell'articolo. « Cristianesimo, Catto– cesimo, Chiesa Cattolica sono termini di un rapporto inscin– dibile, sono elementi di un organismo completo e defini– tivo, perfetto ed insuperabile».

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