Critica Sociale - anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1924

242 CRITICA ,SOCIALE strusse il grano in erba. e le ,semeniiÌ, sprofon– dando sè e la nemica nello ,stesso baratro fi– naùziario. I contraccolipi non •risparmiano nessuno. L'interdipend,enza dei fatti econo_mi– ci nell' intessitura della vita iÌ1ternazionaJe · deglii Stati è taile che quanto -non si produce e / quanto si disperde è sottratto a tutti. Perciò nulla è 1pi.ù,sterile della violenza della pofiti– ca; nulla è più ingaunevole della corsa aJJ. mo– nopoilio. Impoverendo il vdcino, perdete uu mercato, e perdendo un mercato di sma)timen– to perdete di rimbalzo un mercato di a,ssorbi-· mento delle materie prime. La produzione al– lora langue, [a disoccuipa~ione si a ,e.cr~ sce; 1e valute .si depauperano; le dffe-se -si chi3i~ano protezionismo ed eccitano le contr-0ffe1se: di– v,i-etidi importazione di merci, ostraci.smo di emigra1iti." P.erchè l'America, infatti, dovreb– be a;um,e11tare fortemente 11a.sua produ0ione, se non è sicura dei mercati di es,portazione? E se vn-0le limitar,e fa.. produzione, che ha .da :farsi delle braccia che le si offrono? Su [a diffidenza economica giuo~a poi la diffidenza etnica. La Europa ha iil ,suo na.zionalismo e P Amedea le ' su,e aissociazio:ni xenofobe. La b·orghesia si f,a aispra e taccagna; le maisse aggressive e bol– sceviche. I principi [iberàli diventano strame per .accademici attardati. Rinascono torbidi" sogni dii impero e di dittatura. Un fallimento. genera 1l'altro. Una ipena ne susci1a un'altra. Il-disordine si alimenta di ,Se:stesso;· ingraindi– sce per 1e proprie consegrnenze. 1-<J' a· cor.sa àl– l'aibi,!!<so. . - E la colpa? La colpa, :Secondo N,itti, è dei trattàtii. ' *** Jll prof. Einaudi è insorto contro questo qua– dro, che egli accusa dii esagerato pessimismo, in un articolo del Oorrfore della Sera. Non bi– .sogna - egli dice - f\a-r,8impressionare oltre il necessario dalle lugubri statistiche della di– soccupazione e <legJ'i a,crobatismii d-ei caml:li, che .sono [e due gl'andi prove· del:la progredien– te rovina deWEuropa. Se c'è disoccupazione è J)'erchèla v~talità è magnifica nel nostro conti– nente, non perchè lia pro.d1:1zione &i_ restringa.. Anzi. Del pari qua,si dappertutto si tende ail- . la rriconquista di una moneta stàbile. Le ·iugu– bri profezio-ne di Nitti sono per-ciò l'eco .dell m-0- me.nto di cJ 'i.si po.stbellìca ... E poi l'Einaudi pensa che per conseguire gli, ,stupendi dsultati politici e ·moral1i della· guerra ben si 1può sof– frh1e_qualche ,sacrifizio ·economico ... M•a, per l'esatt-ezza, la critica di Nitti investe i ri~ul– tati po[itici e rnoraLi 4-elila guerra ancor· più che non deplori le conseguenz.e economiche ... L',equivoco della censura dell'Einaudi è per BibliotecaGino Bianco altro da a,c,cagionar,si a.l Nitti, H quale deUa «tragedia dell'Europa>) fa, responsabi~•i i trat– tati_ e non la guerra. Ora la guerra è' quella che h 1 a fatto ~ .trattati, i quali, date le forze messe in mQ.vimento dalila guerra, non poteva:. no ·e,ssereche quelli che sono. Tr1stissimi. L'Ei– naudi, iper sostenere il suo ottimismo, si fa forte _di una certa innegabiile ripr-esa economi– ca. Ma ,essa attesta solltainto che la vita è quel- 1'a co,sa che non vuole e non può mo:rnre. An– che dal ,sangue e dalle stragi e dalle più ,spa– ventevoili di,struzioni i resti tendono a :r.icom– pol'IS•i ed a ricreare. La bestialità degll uomini non annienterà ma.i la forza vitale della ilatu– r<a.-Ma, onestamente non .si può rivendicare a merito dei ipoilitici della guerra e dei tratta- . ti coteste doloranti sorv:ivenze e 1,ivivi,se,enze, più. eh-e non si possa attribuire a merito del terremoto che 1-eca.se che -si ricostruiranno sa– ranno nuove e più belle e co~ode d-ellleaibbat– tute. Ciò che l'Einaudi non vede e il Niitti ap– pena· intravvede, isenza d,a.rvi il pregio a,de– guato, è che i bagli-0ri di pa-ce, sprizzati dalla. roccfa dura delile ,esip-erienze della guerra e del dopo. guerra, valgono ,e confortano iperchè gelosamente rac,colti da quegli spiriti che .su– birono la guerra e non indulsero ad e-ssa;,che accettarono ma non approvarono i trattati di paice. · · Il Nitti non -è più tenero deill'Einaud•i stiesso nel giudicare del socìa.Usmo. «Dopo ii disonesbi trattati di 1paiced-eil 1919 è stato tutto uno B<X)p– pio di violenmi,; da principio dovunque in Eu– ropa un '€1.ilag3:re del socialismo ·rivolu~ionario, sotto 1 le forme più detestabili, e dopo uno scop– !Pio di reaz.ione quaisi sel.vaggio. §;i, trattava 1~ si tratta iS•empredi forme identiche di disgre– gaz;ione; abbandono de_lsentimento di autorità, ravver.sione normale per il lavoro, difndenza, frà glii uomini, sete eccessiva del piaeere con– side.rato come scope supremo delila vita e, in– fine, uu grossolano materia11smo che .nega la l'ealtà ,del principio .spirituaJle della vita uma– na ... )). OM non. vede l'unilater;alità del giudii.- ., ziÒ? Chi -non vede' l'indifferenza, anzi la tra– scuranza di tutto ciò che ha fatto in questi a•nn1 i[ 'socialismo democratico per riconqui– stare le masse ubbria-cate di nazionaliismo, fu– renti iper le sofferenze e le delusioni della gtler– ra, e riallià,cd!3irle in una int-eisa,politica ,inter– naziona,Je, che ,si iinser~sse tra i partiti di Go– verino; e predicando con i documenti tratti dal– l'espertenza, ed ,e.saJltando ti. valori morali del- la pac-e, delliai fratellanza, d·ell' unità -della specie umana, iportarle al ri,sultato qua-si mi– racoloso d,i mutare :la ,situazione politica in Francia, ~ iin Inghiterra? WH.son, con tutto il . suo potere immenso, pa-ssò come uno spettro

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