Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923

• ' c·riti ca Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nei' Regno: Anno L. 24: ~ Semestre L. 12 - All'Estero: Anno It. L. 28 - Semestre L. 14: 1 DI·REZIONI!: Milano, - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milan~ Anno XXXIII - N. 21 Numero Ìeparato Lire UNA Milano, 1-15 Novembre 1923 SOMMAR-IO' Politi.ca ed. Attualità TJn pa'80 indieftrOI (Cr,AUDIO TREVEB). llilwncio marzista: la crisi inteZlettuale del Pctrtito SociaUsta (LA CRITICA SOCIALE e CAJ!LO RoBSF-'.LI:I)' [,e 'attiv;.tà -del bilancio {RoDOLFO MONDOLFO). Studi economici e sociologi T,' heyelùmo' di 'MQ11·a; e. d-iJ Engelis (ADELCHI tBARAll'ONO). Il proletQll·iato e lo Stato i,; Russia: Le conquiste sociafi del proletariato; dal comurdsnio militare al neo-capitali.mio; la ,·inascita del/Ja lotta dti classe (FAUSTO PAGLIARI). Dalle Riviste ,(ANGEI.0 TREVEB). Oi~ che si stampa: la teOTia del valore nel sistema marzisla (.FRAN7. WEIBB). Uri -passo indietro Le feste di, pairLe guelfa -.come !'on. Baldei:ìi efficacemente de-finì la celebrazione della ricorren- . za della conquista dii Roma - hanno inevitaJ;lil– mente. segnato un passo indietro sulla affaticala via; che dal fasci~1no dev1earrivare al mussolini- ·. srno. No-i poosiaino parilarne spregiudi-catam·~nte, perchè, in c;erto senso, è res inte.1· alios, non aven– cjo nulla da temere nè nulla da spera:re da u,ìaJJi svilupp'i. Riconosciamo, elle· non. o'era forse una potenza umarià olle poLesse evitare l'esalta.zion,e che il fascismo h>avoluto della. sua vittoria, che ! 'on. Mussolini, duce èle,l fascis,mo, doveva es– serne alla testa e ci doveva essere con tutta Ila passione della vi,g.ilia; ma, apP,'l1Iltopereiò, il ri– sultato doveva essete 1111 _d:ietrofront oalle uHiine · posizicni a:SsunLe ii tendenziale acuo·rdo roi· pa:r– Lit,i,1wr ,rjafferrnn.re il fascismo unico e solo e lo squadris mo suo p·ro pulsore intimo. Nè menr, la amnistia annunziata come atto di pacificazione poteva valere a compensare lo sbr-iclore furente ùelle minaccie e iL dispregio per tutte le forze co-– &tituzionali, che era:rio inerenti alla natura d,el- 1 'evento. E la letterafora fascista, trauciando le 'linee della sto•ria dell 'otto-br:-e1922, scaricò troppa contumelia e tropp0 ridicolo 8ug-li uomini, che stringendosi -intorno al Minist,~t·o 1< 1 acta si lascia– vano abbindolare pe110,,a.ir11•nte nella canzonatu– ra dei negoziati per nn rninistero (Ho!itLi, quando già !'on. Mussolini aveva deciso di prendere tutto d'assalt.o. Quello che noi intuimmo e denunziam– mo prima d"ora, il rigoleUismo dei liberali che ai rapitori tenevano \a ::cala nel supposto imbe– cille l}OO essi volessero involare la contessa ,ii lioteca Gino Bianco . Ceprano, mentre essi rnfravano a portar via 1~ lo,ro fìgliuo[a, la costituòone parlamentar e, e slaLo di questi ·giorni fatt0 Jel tutto palese, sp.ro– Iondanda nella confusione. e nella vergogna tutto i'! più o meno democntiro liberalis'Tlo. Il che - èongiunto all'ufficiale riconoscimento che ne d~– v.a testè il Gior11ale d'Italia - e,he il bolscevismo era stato fug-ato dal socialismo quando si af– facciò il fascis mo, e che ,1uesto, nato e sovve– nuto per fare le posuu.me rappresaglie delle pau– re borghesi, il suo ass.al to p,rop.rio vo,lgeva alla espropriazione dei ceti politici dirigenti - riba– diva l'u.milia.zione di quei ceLi sLessi, sempre aspettanti e Iimosinanti, i quali nessuna re?i– stenza a'Veva.nosaputo opporre - nè per sè rn\ per la legge - .alla· furia sovversiva. che li rove-. sciava. Il disagio quindi non poteva essErre mag– giore e la celebTazione non poteva .essere più partigiana. La nazione, Lra i vinti eh.e riconosGo- . no la loro sconfitta e si tennero naturalmente appart-ati e gli altri vin Li che non la riconoscono e anelano allla collaborazione coi vincito1i, restò fuori del trionfo, che fu t.rionfo esc-lusivo di uu partito, non mutando, la natura e l'asp,eUo deile cose i 1niserevoh intrufòlamenLi degli infiniti che s.ono sempre c:o-nchi ,tiene il potere. Cosi ~l fa- l3cisrno è... l'Italia. ' E perchè così è, ossia perchè lo Stato che ha abolito la loLla dei p,a:rtiti e la lotta delle classi, e uno Stato-parLiLo, ùna dittatura con pi~1aspira– zioni che pro.grammi, il suo bilancio di un annu di Govt;>,rno si compendia nell'aver governato. Le linee della ricostruzione sJuggono o si compen– d1a,no nella pace ... degli scioperi ,e nella puntua– lilà dei treni. ·P:regevoli cose, di certo .. Ma quanto vi ha conferito la crii:ìi economica e la compres– ,sione violenta? E che. serve se Lutti lavorano, quando la produzione non è richiesi,,? Per con– tro il bilancio dello Stato -non riduce il suo disa– vanzo, percl1è i 5acri.ftci reclamati solo dal per– sonale dei pubblici servizi non riescono a pa– reggiare i maggiori costi di un regime di .privi– l&gio, pieno· di ansie e di sospetti, che deve mol– Lipl icare ,le proprie difese e che vuole esonerare rtai contributi maggjori i ceti !ìnanziari. La fi– scalità generale, infatti, cresce in diretto rappor– to con le indulgenze che si giustificano col pre– L(;)slodi raJfoirzare gli ist,iLuli tradizionali della famiglia e della proprietà. Il parLlrol:-tr,smo spe– gne l'universa Iismo. Jn veril{t si può pensare c1-d un conservatorismo come quello che rsiste oggi in !<'rancia ed in In– ghilterra, rhe resista sulla piatta.Iorma delle ri– conosciute nooess,ilà della convivenza sociale moderna, come essa è stata creala dall'evoluzio– n1e del re.gjme sociale ùi produzione. Non si riesce invece ad intendere l'utopia di

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