Critica Sociale - XXXIII - n. 20 - 16-31 ottobre 1923

\, ' · ci\ITIC.A 8oCIAL& la lotta con l'od,io con la ingiustizia, perfino col_d~ Jitto La competizio~e e dl contrasto possono portarsi a un Ìivello più alto, ma non .sopprimersi, tanto pn'I eh~ son proprio dessi che pòrtano alla luce le forze latent·1 che dormono dentro l'orgamsmo umano, . • Non a torto, qunque; Buddha fu a~cusato d-1 volere l"annientamento della vita, di perseguire cioè un assur– do, perchè la vita cosmica ed uman_a l;lermangono eterne: malgrado- le follie ,più o meno gema!J dei m1st1c1grandi e piccoli ùi ogni tempo. · · '•'ii-' ' * * Buddha sul principio, ·crèdet_te poter raggiungere. la estinzion:~ delle ,umane pa,ssion_icon l'ascesi este,rna, cioè con le penitenze, le mortificaz10m, 1 cl1g1um p1olungat1 fino 'all'esaurimento. Ben presto però dovette ~on.vmcers1 che l'ascesi esterna riesce inutile e _dannosa allo scopo, cd allora ricorse all'ascesi interna, ·ç1oèalla me_d1taz1one, per la qual-e si può ascendere_. a grado a g!ad_o, alla ~o~: iemplazione, e ,pèr questa via scorgere l umtà. del~e51 stènza universale; percepire la legge terrea della vita, conoscere l'origine e Ja fine del rnond.o, ~1oè del. dolor~. Le contradizioni, che aggro~igliano tale concez1o_ne, un po' panteistica e un po' mistica,_ risallano ev1dent1; 1aS– surdo dell'ascesi" corporale· e sp1ntuale è tale che, mal– o-rado cosi enorme sforzo, non- raggi-unge nè i;>uòrag– gi ungere il fine propostosi, nemmeno con l'aus11lo pos– sente del pensiero e dell'arte d1 Buddha, nè p.10, nè figlio di dio, mà superiore, agli d~1 stess1. S_i_vede èhe 1·assurq.q intrinseco· ad. ogni ascetrsmo ~. cosi rnsu,pera– bile che neanco Laco1'oosale figura di Buddha ne ha po– tuto' cavare nulla di buono. ,L'annie_ntamento dell'esi– stenza nori è' raggiungibile mai; .l'estrnz1one del dolo.r_e resterà sempre un pio ·desiderio 'tli ammalati; l'ascesi, qualunque essa sia, in nome di qualunque _dio o sc~po si affermi, invece di portate·aua s~perumamtà, trascma alla irrazionalità,,- cioè alla· bestialità.. · vero è che il mondo e "la vita ci offrono uno spettacolo di miseria di' dolote e di morte; ma questa è una v1s1one unilaterale, e petciò monca ed erronea, perchè_ il mondo e la vita-ci offrono pure la giovinezza, l'amore, il piacere. Lo sies.s9 Buddl_la, con tutte le sue prevenzioni mistiche, 1ion può negarlo; però rimpicèiolisce un aspetto a van– taggio dell'altro; le gioi"e d'rlla vita gli sem~rano troppo scarsò compens_o·al dolore· universale, cosi c)'le, se la e'sistenza ha pure-del ·buono, quesJ.o è ·trascurabile e la vita non vale la péna di élsser'e vissuta. e credenze. Per questo i sani e normali sono tutti fon~ damentalmente stoici. . . . . Gius~ppe Mazzini, rilevando l'ess_en~a contemplatJv~ delle religioni orientali, l'essenza espiativa delle re!Jgion1 semitiche, concepl la vita come missione, c~~ ha per · legge il dovere; egli è quinài più :U1!1an·o. e_piu grande di Socrate, di Buddhl\-,. di Mosè e d1 Gesu. · •*• L'ascetismo è stato sempre una manifestazione mor 0 bosa di singoli e di minoranze; le grandi masse sono ,rimaste sempre fuori di tali correnti morbose, \!. conti– nuano a vivere malgrado- il dolore, che non è mai scom; pagnato dal _piacere. Le _tentazioni continue _di Budd.ha dimostrano il suo oontmuo tormento. Egli stesso s1 mostra convinto dell'assurdità della sua dottrina, quando ·confessa che non poteva essere intesa appieno e prati– cata se non da pochi eletti; e che la più grande part~ dell'umamtà avrebbe continuato .il suo c_ammino _fra 1 piaceri dell'esistenza. E non senza ragione. . 11 buddhismo in· fondo, sfrondato da' suoi elementi razionalistici non è che il nostro sanfranc,escan-ismo ele– vato a poten~a,. o, meglio, il nostro sanfranc_escani~ll_lO non è che il buddhismo ridotto a proporz1om compatJl:j11J con la psiche occidentale. L'intima relazione delle due pratiche dottrinali è evidente. E_'appunto l'ascetismo che fa del buddhi.Smo una specie di religione, non ostante il suo aspetto spiccatamente panteistico, e ·perciò ateo .. Noi non orediamo alla derivazione dell'ascetismo occi– dentale da quello orientale - che a molti sembra indiscu– tibile _'.__ perchè consideriamo- l'ascetismo una manifest,t– zi@ne degenerativa intrinseca _all'uomo, e_ access1b:le perciò a tutte le razze umane. La stessa per.f~th• rasso– miglianza del fenomeno è la ;prova ch'.esso è oonmne a tutti i temp.i. e a tutte le latitudinL . Indiscutibili ·invece ci sembranq, i contatti dell'uno col– l'altro. I germi del bµddhismo - -comparso ,circa .sei secoli a. c. - dovettero, come tutti i contagi ·b,eneftci e :malefici, propagarsì a poco a poco e diffondersi ver~o l'Occidente. \Jn _po' per la spedizione di Alessandro il Grande nell'India; un po' coi messi dell'imperatore Asoko aJ!e corti occidentali; un po' con la distribuzione ctei ctiscorsi di Buddha, fatta daWimperatore Kanerki ai po– poli ainici della Siria, della Gre,cia (come a quelle uel ' ·nbet ,e-della Cina), le stirpi .italo-greche ctovett.e1·u-ceno, a più ripvese, -venll'!) a contatto con la stirpe in,-diana. Ma ciò non implica elle le dottrine orfiche, pitagorict1e, platoniche, come anche il mosaismo-, e, in segulLO, l'·es– senismo, il .cristianesimo:, l;i. dottrjrni di- Plouno, lo spi– ruo che anima ':il qu1:1ntoEvangelo, i noSsI'J ordmi mo11u– sticj. sieno frammenti o prolungan;ienti <lei buctdh1SJJ10; essi invece sono fenomeni similari, che sarebbero esisLHt anche senza il buddhismo. 11cr-istianesimo specialmente non è -,- <:ome <:redono al<:uni - una .forma larvata o at11enuata di budd}lismo, ma e un fenomeno m1st1co quale può comportarlo la ps1cne occidentale, ai misti· é1smo quasi retrattaria. · -li misticismo, di cui l'ascetismo è la manifestazione più appariscente, è (direi quasi) wia piaga c1:omca sul corpo-Clitutta l'umamtà, la quale peri'.> ha resistito sempre ad essa, anche nelle ore più ._torbide e nellè crisi più profonde. Se, da ,un canto, tal-e piaga aissangua un po· i1 corpo-sociale, !dalJ.'altro lo purga, faceridone use-ire gli umori impuri, 'prodo-tti dall'interna combust.ione. Bi:id-ctha, · che aspira alla serenità spassionata, pure non sa guardare. serena.mente il mondo e 1_~ vita nel, 1or_o èornplesso. Se il mondo è· un· c1m1tero d1 mondi, se 11 cOl']!Oumano è Uri cimitero di ·altri corpi, !'uri.o ~ ta~tro sono innega.bilment.e ·due giardini in pel'petua fioritura, saturi di ger mi vitali· i nestinguipili; alle foglie,. ai fiori. ai frutti che spuma.ho , maturano e cal(onu, susseguono pérennelnéme altre fog lie, 'altri fiori; a1trr n-utti. ::;i pensi che ogni cellula della materia ha un'anima ea una vita p'rO'prla,.così che la 'vita. si. confonde con la rnòne e la morte con 'la. vita; la iminòrtalità, .se iion è pel'\Sonale, è ·cosmica, ed é lin immenso assure10 pensare a distrug– gerla; la wniba stessa' è un crogiuolo. cti vita intensa, L:Ome ·ogni corpo iii di<;f;i.cimento. ·Solo se ·concepita iÌI mO<locosì razionale,' la vita cosmica e individuale può e·s$ere veramente sei:éna; perché si ~ccetta !lilosod:lca– mente per quella che è·: un 'misto di"bene e di ·male. Quando Buddha: credette di avere trovato la ver,ità del dolore e della sua estinzione come soluzione del– l"enigma della es1stenza umana, in realtà non ha, come } tutte Je religioni, trovato che ,una grande ill usioue ::;ei!'male no·n si pùò 'sr.t1ggire·,perèl'lè sfuggire la parte di bene che può godersi? Rinunziàre al godimento in pura perdita; _èsoffrire ancora di piu senza ra gione, e vera !o1lia. La natura vi'nce· sempre·,. come 'sa il fl.loso.fo e·il volgo. Lasciamo, dunque; svolgere la vita « se cundum naturam· » verso il pi'acere; l'a,rtificioso sforzo ascetico, che vuole mutare in senso opposto tale sp·onianea inclì- · nazio.11e,accresce il dolore· e allontana la calma invo– cata, pòiChè il dolore nasce, non solo ·dalle brame insod– disfatte, ma dalla rinunzia. ·a tali bram_e;anzi la _rinunzia accumula iri sè duè dolori, quello della brama e que_llo della rinunzia. L'Uomo normale accetta la Vita quale è,, senza tortu– rarsi contro natura, cansando il dolore e cercando il pia– cere per ·quantò è possibile; solo i matti e i mattoidf pos– sono preswnere d'infrangere il corso delle leggi na~urali. 11più perfetto svolgimentò cj:ella:i:a·gtone pratic.à, il più alto ·culrri_ine cui _l'UOl)19 _pos·sa._petvènire ·col semplice impiegò tlel'suo buon sènso,co ine rn .-eale,. è rappresentato dallo stoicismo, elle ce-rea éli -rag.gi ,d'nge'r.e la felicità .con la impertui'ba,bilità, "ift'èu,i 1 ~ virt~ . è ,Ùna coìncidenìa, non'. mai un mezzo· o .un: fine; c"ome·neHe altre dottrine •• • •I BibliotecaGino Bianco - Le malattie, la v,ecchiaia, la m·one,, le sozzure resta- , rono q,1,1-elle che erano, uguali per gli asceti e per i non à.sceti, per i •bud-dhisti e per i non bu4dhisti; il dolore, assieme al suo inseparablle compagno, il piacere, sono rimasti vivi e vitali, eterni come l'umanità. Sul viso degli asc_eti, infatti, il ·doiore scava le sue· rugne tristi e profonde - estrinse<:azione del tormento irit>erno - più che sul viso dei gà.uden:ti, degli indiffe– renti e dei miscredenti. Egli è che la libei:a aLLJvità.dello spir~to, insieme con l'insaziabile desiderio del meglio, se . sono, cagione d'inquieLUdini e di lotte, sono pure nobili soddisfazioni- di vita vissuta, alla loro volta c;i,gione ·.di l)enessere e di gioia,,~ondizione necessaria di ogni opera e d1-ogni progresso, di cui il mistie-isri10 è, invece, sempre la negazione I' G. J;IONAG'IUSÒ. ltN.b. '.l'ip, • L.l PIIIIODleA hOMU.IIDl • - Via. M~T ... 17 --·Mi~•

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