Critica Sociale - XXXIII - n. 14 - 16-31 luglio 1923

CRITICà S_OCIALR. 217 ciar:èe- Bpnar Law, affettaste di esser libero, voi, dall'impaccio di un Parlamento. Ma ciò non ha rin.lforz!J,to la tesi_del vostro Memoriale, chç p'Uir. · era .giusto rrel'l 'abbinamento delle riparazio"ni. e dei debiti. Dalla pelitica es-tera, che ha _ferree ne– Gessit.à, avete appreso/ come· non -sia utile e pos– siJbile, pè,r, un paese-- come il nostro straniarsi dal clima politico o:ccidentà!e e centr;Je e.urcipeo, che va inesorabilmente a sinistra, e precisamen– te nei pàesi - Francia ed Inghilterra: =- che aspi– rano all'egemonia. Ma!grado tutto, un aJ!ito di solidarietà• demo– . cratica ripreild-e; ,e la piu furba delle Potenze, quella pe:r la qua)e l'Impero non. è una fatua jat– tanza, se ne fa antesign;ma. Vo.i potete impedirci di partecipare ai Convegni della nuova Intérna– zionale; quale concetto date agli altri de1l'ltalia? - Voi. avrete soltanto _soppressa una voce italiant una influenza .italiana. Sommate ·tutto-: voi potete distrug+rere noi, le nostre pèrsone, ma non <'listrug-ge;retela civiltà rnodema, le necessità dell'evo'1uzi0ne ec;onomica e p0Wica. Voi avete .Ja forza, lè baionette, il ta, lento audace, le acçlamazioni che séguono i trionfat~ri. Nessuno _:_ dite - vi puo resistere: ma il più difficile v:i sarà resistE'lre a: vo-istessi. Avete toito ai nosiri pro-grammi la na.ro -Ja «ri– costruzione». Io la illustrai niù ·volte· in qnesta CnmE'!ra.Ma l'Ha.Ha si rifà col~'Ttalia, non contro J.'Jfolia; col consenso, non Gol ha,::;ton-e, che, eser– éitnto su Italiani,· da mani italiane, è cento volt.e più in'fame. La masch(?il'a della forza non èstste s·e-non per ·cM se ne impaura. ·· No. n-0ri vincerete! Tnten<'lete ben·e, non dico ne,r noi, per le nostre persone. -che sono l'e,ftlme– ro; ma. per l'idea, ner Qa. sto.ria, per l'avveni-re.. ·che sono- le necessiflà.stesse del pa·ese, le perenni neGessità .che noi rapp·resPntia.nfo, e si chfamano. o,!riri: Qa dP.rnoc,rruzia·domflni: il sodalismo,I (Vi- . qJis~imi avplnusi all'estrema sinistra - Rumori a destra). Più piccolo d·e1 " piccolo,, - Libertà ,di stampa - Io non voglio insistere sulle affinità spiri-tuali che ta– luno ha creduto di riscontrare, paragonand-o l:on. Mus– solini a Napoleone ·nr. Mi limito soUanto a constata.re che [e norme vincolatrici per la (Ìtampa, testè appro– vate, trovano iierfettamente riscontro nell'art. 32 di quel. Decreto (17 febbra.io , 1852) -che, Napoleone III promulgò do'l')o il colpo• di Stato del 2 dicembre, e ohe fu la base_ della legi~lazione che resse la stampa sotto il secondo ~PfilO. . . ; Con li~enza di rruegli organi lilier1!1i-e democratici che hanno mustrato la. necessità di questo nruovo tratto, di corda, che !'ori. Duca di Cesarò non 11:1ancheràdi di– mrJ,strare essere in armonia col pensiero cavallottiano, 1asciando all'on. Girarrtini i[ compito ~'inquadrar_lo neile tradizioni deanocr:at.iche , del R1sorg1mento e mterpo– '.:·.:ioJonena le,giJSla.zio:ne liberale del nostro paese, il de• oreto Musse>Iini è nè più nè mene> che l'art. -32 del d~– creto di Luigi- Bonaparte/ '.M.me.siso_ in luce in edizione sensibilmente peggiorata. Marciamo coi testi alla mano. L'art. 32 di qu~l Decreto dice così: _ • In seo;uito ad una cond,,nna_ pronunziata. per co!'tra.v:ven– zione o delitto di Sta.to oorrtro 1I j\"erente rlll!pon.s'!-b.1led1 un giornale, il Governo ha faooltà., nei due .rn~si suocess1v1 1 a ques~a corfdann.a,~di pronunziare sia. i!!. ~ospe1)s1one tempor~!!-!l~, s11L Ji,. soppl"~s~i!>*\! d.e1 ~Ìorn"a,Ie, ., · • Un giorl18.!& può essere sospeso con- decisione ministeriale, anche se nori è stato colpito da due CO'Ildanne, ma: dopo DUE AVVERTIMENTI mot,vati e per un tempo che non potrà oltrepassare i ,l;ue mesi. < Un giornale può essere soppresso, sia dopo una sospen.sione g·iudiziacia. .od ·amministrativa, .sia per misura. di sicurezza ge~ nerale, ma con decreto sr,eciale del Presidente della Repub– blica, pubblicato nel Bulletin àes lois ». Che cosa dice di dive:rse> il decreto dell'on, Mussolini? Leggiamone la parte essenziale: « Il gerente responsabile di. un giornale o di altra pubblica– zi.one periodica, richiesto dagli art. 36 e 37 dell'editto 26 marzo 1848 sulla stampa, deve essere o il direttore· o uno dei princi- pali redattori, ordinari. . « I senatori e deputati non possono essere gerenti responsabili. « Non ·possono assu.mere la qualità. di gerenti, o I.a perdono se l'abbiano a,ssunta, color,, i quali siano stati condannati per due volte per reati comme•si a mezzo della stampa. « Il P.-efetto della provincia può, con decreto motivato, ne– .gare i\ ricono,acimento della qualità di gerente a ohi manchi dei requisiti stabiliti dal l' comma del presente articolo o si trovi nelle condizioni indicate dal 2' comma. « Il Prefetto· della Provincia ha facoltà, salva l'azione penale ove sia il caso, di diffidare il gerente <li un giornale o di una pubblicazione periodica. • Il Prefetto della. Pro\finda, udita la Commissione di cui al precedénte articolo, ha facoltà con suo decreto di dichiarare decaduto il gerente responsabile e di ricusare il riconoscimento di un nuovo gerente del giornale o della •pubblicazione perio- . dica, il cui gerente o i oui gerenti siano stati per !,lue volte, nello ,spazio di due anni, oondannati a pe118.restrittiva della li– bertà °'on inferiore ,a sei inesi per un qualunque reato co,m– messo a mezzo della stampa, ovvero siano stati per àue. volte, nello spazio ài un anno, àiffiàati a termine àel preceàente ar- - ticolo », A parte la discrezione lasciata al Prefetto, il quale può negare o concedere il diritto- di gerenza ad un re– dattore, a secoll(da -che è-gli lo giudichi impe>rtante o rneno nella compilazione del giornale (quaJ.che volta non ancora pubblicato!); a parte ija iungaggine per lo svobgimento -della <pratica, la quale richiederà - _sicu– ramente -. delle indagini; a ,parte la lmstra della Com– missione (che è poi il Prefetto uno, e trino) e la candida trovata della rappresentanza in essa della Stampa, de– stinata - se onesta - ,a ,subire rumiUazione di sotto– scrivere i deliberati umilianti che non ha approvato; a parte tutto ciò, stll. di fatto, che, mentre nel terzo · comma dell'art. 32 del decreto di Napoleone III è cate– goricamente dette> che la sQ;spensi-one'del giornale, dopo i due avvertimenti., non potrà oltrepaissare i due mesi, coU'art. 3 del d~reto Mus.so!ini, dopo i due avverti– menti .si sopprime senz'altro il giornale, previa -la di– chiarazione di decadimento del .gerente- ed il ri:fluto 'della: sua so:stituzione. Non ,soJo: <per la sospensione di un giornale Luigi Bonaparte .aveva sancito, nell'ultimo comma dell'art-. 32. ·che occorreva un decreto del Pre– sidente della Repubblica; Musso-lini dichiara invece suf– ficiente un'oJ1dinanza di un -suo Prefetto. Nessuno -potrà ,prendere ,sul serio quell famoso ri– corso alla IV Sezione del Consiglie> di Stato, che, nella miglie>re -delle ipotesi, finirà· per rendere giustizia a... .– Galileo,· e ser:virà a: ricono-scere l'infamia, senza per questo risuscitare un giornale morte>,_sepolto, forse a.n- che cremato. · · L'on. Mussolini richiama in onore ì1 sistema degli avvei-tì:m.enti, e,scogitato dall'Amstria <pochi mesi prima 1 ohe Na.poleone, IIT se lo ,accaparrasse, e che non fu altro · se non un mezzo di ce>azione, d'intimidazione, di cor- ,ruzione. • . . Sotto MussoHni, il giornali-smo diviene un'arma che non può essere impugnata se non da lui, proprio come nella -prima fase del secondo Impero. • con dispiacere o con gioia -. diceva un brillante scrittore dell'epoca - siama; tutti .d'accordo nel rico– noscàe che la stampa è oggi, nelle mani delle autori!~ centrali a un dipresso come Gulliver era nelle mani del .gigante che lo aveiva raiccolto nel ,grano: « Egli mi , pre,se per la vita, fra il poUiGe e l'indice, e mi se>llevò a nove metri di altezza dai suoi occhi per osservarmi più da vicino. Indovinai le ·sue intenzioni e presi il partito di non opporgli ·resistenza, mentre mi tenev_a per aria sospeso a più di sessanta <pfedi da terra, mal– grado mi stringes.se senza .pietà le. costole per paur~ che non scivolassi fra le dita. Ciò che osai fare fu rl1 levare gli o.echi al cielo-, di giungere le mani prendendo la posizione df chi supplica, e dire qu3:lche parola co~ accento umile e triste, con!orme al m10 stato, perchr temevo che da un lllOJne-11to- all'altro non mi schiac-

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