Critica Sociale - XXXII - n. 23 - 1-15 dicembre 1922

,J 354. CRITICASOCIALE tanto di orario si intellettualizzava guard·ando a· tutti i fatt1 economico-politici che influenzano, il contratto di lavoro (emigrazione, dazi int~rni, tariffe dogauali, istruzione tecnica professionale, politica interna_zionale dei. trattati di_ :lavoro e delle leggi soctlilL e, soprattutto, p?IJt1ca della specifica libertà sinda?ale, di resistenza ed~ ~?a• lizione). L'Organizzaz10ne faceva della politica, la. sua poli~ica del lavoro; e nel_ farla metteva tutta la coscienza, che si ingrand iva colla espe– rienza. delia immanente loti a di classe.ed acqui– stava 1 1'intuito sicUro. del suo fine, l'abolizione del_ salariato. Ma ciò, mentre permettf1Va, per con• vergenza irresistibile di ideali e di azioni, le piì1 solide intese tra la. Organizzazione e il Partito, si svolgeva col più assoluto· rispetto dell'auto- . nomia organica e funzionale della Organizzazione. . L'Organi,1zazione era apolitica, non perchè .non . facesse politica, ma perchè, facendo della poli, •tica, 1~ faceva in relazione stretta dei suoi còm– piti ec'onomici, indipelldente dal .Pattito politico socialista, che pur l'aveva~ storicamente, creala con là sua propaganda tra le plebi; l"Org·aniz– zazione, insomma, era -:---come dire? ;_ neutra, laica, senza confessione religiosa o politica. E -l'essere tale era una necessità per il fine suo più essenziale: il reclutamento unitario, universale. dei lavoratori assalariati per contrapporli in- una compatta falangè, escl)ldente ogni intestina. oon-– correnza o divisioI).e nella èlà.ss.elavoratrice, alla classe padronale. Inoltre, l'essere tale, cioè n.euf1•a, era per l'Orgr.nizzazione un'altra necessità per i suoi rapporti c0ri lo Stato. Fermo stando che, . in un regime liberale e democratico, tutte le as-. - soci azioni sono lecite, è nhiaro però che lo Stato · non r iconosca com!} r{lpp1·esentanza della univer– s9.le c_lasse lavoratrice se non quella Organizza-· zi one unica, o (se l'unità proletaria sia ancora im– matura e impos~ibile) quelle Organizzazioni, che· sono apert,é a tutti ~ ·salariati, di qualunque fede politica o religio,;a, e non mettono sulla tessera un credo che dia l'ostracismo a tutti ·c,)loro·cbe ne professano uno diverso. L'unità della· Orga– nizzazione aveva per fondamento la sua neutra– lità. E quella unità permetteva alla Organizza– zione di chiedere allo Stato di essere rioonosciut-a come la sola rappresentante della class_e lavora trice. Per assai tempo la pretesa valse, perchè, assolutamente .legitt,ima. L'Organizzazione così si difendeva vittoriosamente · d~lla éontroorga– nizzazione operaia cattolica, susoitat.a dai ·con– servatori a fine· di ·rompere gli sforzi della unità sindacale pér il monopolio ·compatto della forza di lavoro dél proletariato. In virtù della unità e della neutmlità; l'Organizzazione reclamava- i posti nel Consiglio dél Lavoro efo tutte le Com ~issioni_ governati ve di consultazione per gli mteress1 della classe· proletaria, e .pretendeva e– sclnderne le _rappresentanze delle organizzazioni· operaie. Con tale dottrina e con tale ·pratica, l'Organizzazione, che si sbozzò gigaritenella.Cc,n. federazione Generale del Lavoro, accrebbe co- · stantemente le sue fortune, ricevendo.dal Partito luce di idee è dan~o all'azione politica del Par– t(to, liberame~te, s;n~~ _patti lesivi dell~ •ri.~p~f t1va autonomia e md1pendenza, la forza _libera delle sue masse- elettorali, che spontaneamente erano guadagnate alla fede socialista... '· · BibliotecaGino Bianco Ma venne tempo- che i!Partito,· cadt~tp sotto la dominazione rivoluzionaria e poi massimalista e infine massimai ista- comunista, fu preso dalla. . fob_bre di nn suo- imperialis~o incontinente e burbanzoso. Esso non potè più tollerare Orga– nizzazioni -su cui avesse influenza, senza met– tervi il suggello della sua signoria. Comincia l'èra (Dio ce ne ·guardi !) dell'idealismo, dello spi'rit.ualismo rivoluzionario. L'idea si de've fic– care dap·pertutt'o. Dove essa non entra, en'tri a•lmeno il simbolo, il timbro, la stampiglia che la rappn•senta. Tutto deve a vere ·il bollo socia– lista, il placet del' Partito. Jl Partito si ritrae da tutte le posizioni « 'democratiébe • di rispet– to alla coscienza sì delle m~ggit,ranze. che deHe minorauze. La ne_,1tralità, ·la laicità non ha più UÌ'.l senso. Bisogna imbottire 'i cranii, così degli alunni delle scuolette come degli operai delle Leghe. Si diventa fanatici e.... c,lericali. si con– fessionalizza -tutto il Pa1·tito che .... abolisce la ·«~borghese» libertà del _pensièro e lègifera .... l'unifi.cazionP- del pensiero con mi-naccia di o-tra– cismo e 'di rogo per gl.i ere-tici; -l·a c9ltura, c!ie deve esser·e « socialista» nelle Unfrei·sità Pi-ole– iarie o... non essère· nelle Università· popolari, le quali, per altro (è pura giustizia riconoscerlo),. fin dalla .guerra l\bic11, snaturando- se stess,e, le– gittimarono ,l'ins1nJa cnrr~nte, assumendo esse di uscire· dalla neufralità degli stud'ì, che non impediva, piuttosto implicava la più ·spreg'iu0i– cata universalità di ricercke e frattazioni, -per trasformarsì in organizzanion'.i comiziaitiole del patrio~tismo uffici·ale, retorico, .declamatore, igno– rante e, 'per dir tutto, nazionalisticò; le arnmi– ministraz-ion.i locali, che, a'bolendo la finzione.– per noi, non finzione, ma realta .- di .rappre– sentare il Comuiie, la Provincia ·e_cc , si mettono ad· ostentare la propria àtp'ènderiza esdm,iva .. dal Comitato d.ellà Sezione sb'cialisfa; 1a Con/e- . de_i·azione del _Lavo!l'O, che, si avvince al Pa•rlito ·con un Pafto · di all!:!anza, il qmde mette i loro rapporti nei termini di uh vassiiHaggio; la Lega . delle Cooperative, c'he la Q9nféderazione; ,avvinta al Partito, avvince con un patto di fratellanza, che salda· la catena ... della confessionali tà socia- lista. , · I risu1taÙ·? Presci_ndendo da tutto il resto, per restare al fema. la -Confede'razione del La– voro, aggiogata al Partito, non potè più ,Jegit.ti– m:imenhe rivendiGare il diritto (:lsclus~-v-o· della rappresentanza della élasse lavoratrice davanti allo Stato. Essa d-ovette accet.t.are d•i fare a . mezzadria cÒn_.tU:tte le altre ·org anizza,zi,oni, se– gnatamènte le b'ian.che. Con c.iò· veniva; eviden– temente a secondare l'involuzionè dello St.ito, . conforme itlla spinta del Partito popolare. ·L'on. Nitti. che, Ministro del,l'Agricolt.ura riel 1911, fieramente sosteneva che lo St&tÒ· laico non poteva riconpscere se npn le organizzazioni lai– che, otto anni· dopo· poneva il suo .liberalismo nel consentire a Don St.urzo. chB. lo 'Stato rico– nosceva tùt_te le organizzazioni, -~,pratie.amente, ponava I~ bianche .~Ila pari con Je 1:ossP . Come · detto, la Oonfed('lrazione annuiv11, ment.re 'in al– ctmi centri meno evoJùti ,si attardavano Je ,na~- . stranze" in agitazioni per e~cludere d11gli .stiib'i– limenti ·gli organizzati nelle ,Leg})e. c,attol~che. M&.l':imparziali~à yu0le cµe, a.mmesso )1 çiopf.fla 1 r-

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