Critica Sociale - XXXII - n. 23 - 1-15 dicembre 1922

.èlH1•16A. Sù<JlALÈ ---------~=--=..__,_--:-=,,--·e,•~-~-~---'"'-'----"-- cose nuove, ma di voler soltanto migliorare,. gli, ac– .certamenti e applicare co11 rigidezia l'equ.Uà tribu– taria (quante .volte abbiamo udito simili promesse dai banchi del Governo!) e seppellisce anche quei progetti. Meda-~oleri, che pur contenevano qualche t-i_midogerme di innovatì<;)11jdemocratiche; a parte . che- ad una politica pratica, in tutfi i campi, della nostra. frazione fu sempre opposto sino a ieri un impedimento perentorio dal prevalere del massima- . lismo inconcludente (e fu una-delle cagioni della scissione di_Roma);_ ci sarèQbe facile documentare che fummo noi soli - i socialisti - evo Iuzionisti ..:.. a propugnare àlla Cam'era un programma di· poiiti– ca finan_ziaria sempre uguale a se stesso, _in oppo- · sizione a tutti i Governi e a tutti gli altri partiti· ·che li sostenevano, e un . programma positivo ed antidemagogico. E quanto alla confisca dei sopr/'lprofitti, alle troppo al!e aliquote - giungenti talora sino.,alla confisca.- sui redditi industriali e sui beni suc– èessorii, ·alla stéssa' nominatività Obbligatoria dei titoli (la quale chi scrive dictiiarò alla Camera con- - traslare coi concetti fòndamentali del marxismo) ..e alla conservazione del prezzo ·politico del pane (che nòi personalmente ci rifiutammo di votare), basterebbe ricordart i discorsi parlamentari dei nostri Casalini -e, Matteotti - ·particolarmente il discorso Matteotti del 21 luglio I 920- - che di tutta quella finanza faceva· la più aspra censura, procla– mando èhe essa si sarebbe praticamente ridotta a una lustra, ·per le infinite e sempre impunite eva- - sioni e per la contraddizione fra i principii enun– . ciati è l'interesse del grosso capitale, e - preclsa~ -mente sul progetto della nominatività - si espri– meva come segue (il brano valga come .esemp'io): • In Ita. li11.si fanno leggi. per una finanza e per una economia che non. è capitalismo puro (e noi quasi ce lò augureremmo) quaÌ è nei grandi Stati capitalistici, _in America e,l in Inghilterra., e non è nemmeno creazione _della vita nuova, della vita socialista. Noi stiamo per– correndo una strada molto pericolosa in 1talia. Noi dia– mo il pane a buon mercato a tutti, compresi i ricchi; noi viviamo tutti in un'allegra credenza di ricchezza, perchè vivia1no tutti sui debiti e ci creiamo un b_aratro pe r dom ani. E' bèn .curi-:>sa cotesta vostra classe, . la la qua.la non si accorge che sta negando· le ragioni, le fon:ti medesime del capitalismo,· e d' albra ·parte non è capace di create le prime ralici del socialismo. Vi È, qùi ùna specie di falso socialismo, di pòeudo-socialismo, che ,non arriva,se non a distruggere Lé basi prime della ric– chezza nazionale, preparenùo il disastro •. Tutto quel discorso - e potremmo citarne al– tri, fino-all'ultimo- dei .18 di novembre contro l'e– sercizio provyisoriD - mentre combatteva tutte le illusioni della finanza demagogica e ammetteva la nominatività, o meglio la· denunzia degli averi, pur– chè estesa a tutte le forme di ricch.ezza (buoni del te.soro, conti correnti, libretto di risparmio, e per– fino· n:ioneta), u-nicamer\te come censimento gene– rale, come mezzo ·di accertamento_ de1le ·ricchezze effettivamente' possedute (anche all'estero) dai sin– gcHi contribuenti, ond'e ovviare alle inf)nite frodi e alle infinite evasioni ' - si fondava precisamente sul concetto che la fortuna del ·proletariato nòn è scindìbil-e dall'aumento, che non vuol essere in al– cun modo intràlciato,' della· produzione e delfa rlc– çhezza nazionale. E perciò non fummo mai propu– ·gnatori delle aliquote• troppo alte, e la stessa im: posta patrimoniale avremmo voluto che- colpisse i patrimonlipr~ifessivatnente in un momento solo, · ·\ ·oteca Gino Bianco diventando allora un atto di giustizia, un provve– dimento efficacissimo pet il bilancio e uno stimolo alla rico~tnrzione dei capitali chirurgicamente falci– diati, e nori già_.:. com'è oggi~ diluita in scaglioni decennali e ventennali, che la convertono, di fatto, in· una imposta sul reddito, paralizzatrice d·eJla pro~ duzione e del risparmio. Sono i concetti, in so– stanza, a cui si inspira l'amico. Griziotti, le cui ac– cuse evidentemente hanno sbagliato la _mira. Poco importa che il Gruppo socialista - dopo fatte tutte coteste riserve_ - subisse nel voto il ricatto degli · altri partiti e del Gove,rno, pronti a de_nunciare de– _magogicamente la nostra diffidenza come vassal– laggio al pescecanismo di guerra e alla dominante plutocrazia. - . . II più strano è che sia propdo l'amico Griziotti a farsi c-osì implacabile nostro accusatore - cedendo, certo inconsapevolmente, alla voga, che porta oggi ' a dichiarare idrofobo ff fedele cane socialista- per a 0 vere il pretesto di ucciderlo ~ mentre trovammo lui, e nelle Commissioni e negli scritti, tanto di noi più ·benevolo a quei provvedimenti, che oggi accusa di de magò gismo manicomiale. ç: basterebbe scorrere le s.ue recenti Lezioni alla Scuola di previdenza e legislazione ~ociale dell'Umanitaria (1) per trovarvi (a pagine 26-27, 34-37, 57-5~, 61-63, 66-67) il con– senso alla nominatività giolittiana dei titoli- - cl1e · anch'egli, come noi, voleva estesa a _tutti gli averi '-, all'imposta sui sopraprofitti di guerra, che vo– leva perfezionata fino alla confisca totale, la .difesa e l'elogio, dal punto di vista economico ed etico, · della nota· mozione Casalini per il prezzo politico del pane, la critica del-l'imposta su.I patrimonio in– spirata agli stessi criterii da noi sostenuti. Ma,più che recriminare sul passato, l'essen– ziale è provvedere all'avvenire. Il programma dei socialisti unitar-ii in fatto di finanza, èome in ogni altro campo, dev'essere oggi indubbiamente meglio 'definito. A questa elaborazione sono aperte te no~ stre colonne; la Giustizia ha testè inaugurato una collana di volumetti di propaganda programmatica; · Benvenuto Griziotti' è sollecitato a collaborarvi. -E potrà essere una delle forze più illuminate, che ci aiuteranno nella non indifferente fatica. f. t. . ' (I) Società Uman{taria: Prof. B. Griziotti: Imposte e p1·estiti .e gli interesB~ delle clussi lauoru.trici (Milano, 1921). Lo -Stato ,del tempo di transizione C) Il salario operaio come stipendio di Ministr?. Lo stesso Lenin non pu_ò negare che Marx ha ri– conosciuto il caratteré eminentemente democratico di ·quella dittatura proletaria che fu la C:omune ,li-Parigi. Tanto meno si attenta a far questo dacchè, nell'estate 1917, n·on aveva ancora, per il tempo della dittatura, rimmqiato alla democrazia; ma già distingueva fra de– mocrazia borghese e de_rnocrazia proletaria, asserendo cbe, per il periodo di _transizione, Marx esigeva una 'democrazia proletarja, di cui avrebb_e definito i caratteri nel- seguente passo della « Guerra civile • : · « La Comune si costituiva con consiglieri eletti a suffragio uni versale neì varì quartieri di Parigi. E:-si erano responsabili, e potevano. esi;;ere destituitì ad ogni momento. In maggioranza erano, natnralmente, operai

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