Critica Sociale - XXXII - n. 4 - 16-28 febbraio 1922

64 CRITICA SOCIALE • vita per un cammino p1·og1·essil!o che non si metta in , contraddizione coi desti11i delt'itmanità •. Al. rilegger.e queste parole uri',amarezza. ineffabile scenile nei cuori. In tali teorie lo Stato ha subìto come un processo antropom9rfico per cui viene ad· acquistare una personalit'à individua; lo so! Si tratta quindi di a– strazioni metafisiche, le quali null'hanno che vedere co.n la dottrina socialista, è vero ; ma quanta nobiltà di intendimenti, ma qual magnifico slancio. verso !'.altezza e la luce,_ sia pure attraverso le larve della chimera! In– finite le possibilità dello spirito, infinite·_quindi lè pos– sibilità dell'esperienza storica per l'elevazione degli. uo- . mini! .Scopi di diritto, scopi di coltura! Idea sociale .ihe penetra lo Stato! Progresso nazionale coordinato allo sviluppò•dell'µmanità! A questi sogni le ali le ha spez- - zate l'uragano. Agli scopi di diritto.rispondon·o le stra– gi 0 di Russia e-d-'Unghei-ia. La coltura langue tra !è ;ni-: serie materiali e morali della scuoi~ ·monopolio di Stato. · Per l'ide; sociale che penet~a lo Stato valga l'impt11lità all"omicidio concessa da governi codardi che non os_ano l'aperta reazione, ,valga la chiusu~a delle Banche dopo che la speculazione ha sàccheggiato ii risparmfo, valga la iugulazione dei cittadino _perpetrata con l.'eg'Jisino più cinico entro i ,eticoiati spinosi del sistema doganale. Alle condizioni" poi--del Bluntschli: « •.• un-cammino pro-' g1=essivo è.be non si metta in con'traddiz'ione ·coi destini dell'umanità•; risponde il trattato d-i _Versailles, che, pur ero.so e smantellato in più punti, resta sempre la magna chai-ta ~fficiale del diritto pubblico europeo. Per un momento l'ideale dello Stato· giusto, umano, vagheg– giato nell'antichità· greco-romana da Platone a- Marco Aurelio, trasformato ed allargato dal Cristianesimo, par– ve inalzato al più arduo cU:lmin~ dalle audaci_e dell'id~a– lisn10 filosofico moderno. E cio _avvenne nel p·eriodo po– steriol'e al '_70, quando, ricomposte le màgg'iori naziona– lità, si credettero aperte, per me21zo•dei traffici e cl.elle industrie, le vie al miglioramento· pacifì,:o del)e classi inferiori. Quèlle teorie,· ripetiamolo, non_" sono affatto so– cialiste. _Esse dànfio for~a logica àll'illusione d'un equi– librio durevole tra il· diritto monarchico e 1a sovranità popolar~; $Ollò anzi un'esaltazione della potenza inonar" ·chica e racchiudono i germi del nazionalismo. Lo Stato· ~che ~ cervello, che è idea, che _è azione consapevole· 1:i. volta a superare i limiti della g_euerazione caduc,a, .lìe ha uu. significato, lo ha so-lo nella forma monarchfoa. Di quelìa: potenza oggi restano' l'ignota sep0Ìlu1~ d'tmo czar, .una S. El~na· senza ·Oceano e- le avventure di un giovine pretendente, nipote di·. Carlo V, che presto di. l~gixerà nella· stoi:ia;- confuso tra le pallide. ombre degli Ìil-timi Stuardi,. vaganti dietro al fa.ntasma d'unà corona perduta. Cosi;- irrevocabilmente. Nella miseria in ·cui. l'Europa è ca_duta,· nel.le · difficoltà di far fr,onte agli ·im-_ pegni più incalzanti dell'ora, .le teorie che assegnàno allo ·Stato compiti di magnificenza restano nudi schele– tri di parole. Rileggete la fa_mosa oàe dello Shelley in cui)! giardinq, l\eto e florido per le cure· d'una donna gentile, di viene, morta la donna, squallido ed· irto di rovì, ai l'igoi·i del verno, ed avrete forse la sensazione della catastrofe. . . · . I pa,rtiti politici,sentono che le basi ideali dello Sta– to stanno per c tmbiare e gii,. s'adoprauo perchè il mù'. tant_ento_si_compia in loro favore: Qualcuno riprende e rinnova la vec•:hia critica della sovranità popolare. Lo· Stato dein9cratico dovevà essere la pace ed è stato_ la guerra·, aoveva essere iì rigore del coritrollo ammi11istra• ti vo ed è stato lo sperperò, doveva essere. la libera sel~– zione degli ingegni ed il st,ita l'apoteosi dell'asinità ir– responsàbile. Non sarebbe ora di tornare'. alla ;ecchia de– stra, alle idee di_gei;.archia, ,'!'autori t:(, d'elite intellet- Biblioteca-GinoBianco tuale? T;luno manda un· discreto ~ospiro. nostalgico alle pnr.rucchè, a1le fibbi.e, agli spadini: Altri in_ve?e b~tte in 'breccia l;individÙ!ilismo e chiede che lo Stato, seguendo · l'ispirazione mazziniana, si fo~di direttamente suU'idea di popolo. No, ribattono gli Rssertori tenaci dell'indivi– dualismo·; i' due ter~-ini del binomio mazziniano • Dio e popolo. non s~no che la forma, la veste democratica del- . l'assoluto metàfisico. ·Finiamola- di lusingare gli orecclii della plebe con· viete e vuotè formule,· e,· per il bene ~tesso degli u01Ì1ini, si riaffermi il principio dell'autorità esercitata a"agli individui migliori. E' qu!lsta la neces– si•tà, è questa d1rnque la verità. Ed ecco che H Panta.' leoni, con rude franchezza, arriva alla definizione: -~Lo Stato è un_ consorzìo coatt9•. - Alla buon'òra! Almeno ci si comprende presto. e bene! Il socialismo solo non lia nulla da cambiare nella sua dottrina. e nelle· sue aspirazioni. La dott~ina• ,ma; .. "'.Kista··aello Stato orguno del· do~inio di class~ .è stata . messa, dalle violenze; dalle_ rapine, dagli smemb~ameJ1ti dèlla guerra e della pace, in tal Ju·ce d'evidenza·_che non poteva·essere più cruda. Le aspirazioni, cbe si rivolgono, come a nrèta ideale, ailo Stato demoòratico del lavoro, nel qu.ale, scompàrse gradualment~ le classi,-il dominio dell'uomo sull'_uomo sia sos-tituito_ dall'ammini8trazione delle cose, 1·isorgono più vive di prima, perchè ancor meglio rispondenti alle condizi0ni dell'Europa. Cambiate ,:ono invece le co~dizioni nelle.qu ~li l'aziope deve svolgersi. · Dal p~riodo che .dagli storici fu turi" sarà descritto con ·colori simili a q;elli che :il Guréciardini adoperò JJer. tratt(,>ggiare le i;rosperose sorti d'Italia ne_gli an·ni che precede'ttel:o la- calata di Carlo VlII, siamo repentina• , ,meu.te . pass:-ti ad una c~isi che· rièorda lit. decadenza dell'Impero romano. La som·iglianza ·dei· fenomèni è. tale da 'destare la più angoscios~ inqu°ietudine; rrlassa• mento dell'attività economica d'ogni genere, rialzo' dei prèzzi, impoverimento dei .ceti,medi; fi,ssazione di p.rezzi politici~ esautor~zione ·degli antichi_ corpi. Ìegislat_ivi, ·ondegg.iamento convulso tra il despotis;no e l'anarchia, rapido irhpoverimentq delle vecchie- forrne della ·coltm.11:. Una sola differenza;. e tutta a nostro svantaggi0: Nella decadenzi;t dell'Impero. gli i11telletti si volgevano :a cer– care tra le dispute teol_ògiche i' n:uovi necessari' principi ~l'autorità. Noi invece tra le rovine delle veqchie ferme d'espr-essione del pensiero non vediamo so_rgere le nuÒve. Sono morti ariçh~ per .noi Vi~·gilio e Tacito, m~ ·non. vediamo nè S, Paolo n~ s·. Agostino. Ai.nos·pri s'pi;:iti:_ smauiti in un và_sto;disordine, umìHatì; .feriti ,i"elta loro umal'lità dal 1·ipugt1ante ·spettacolo della g°uèrra civile .e_ della ..sua esaltazione,. dà.i• Neg:ri bivaccan~i pressb le <l'asedi Gothe e di Beethoven;· dalla condanna· alla morte per· fal}le proirnnciatà p"er i popoli·, alle ~o8tre labbra _inaridite. nessuna: mano offre _la mistica coppa. A qÌieste condizioni spir:tuali dell'Europa, a'questo_ bis0gno pr0- fondo dell'umanità d'essere ehi~mata fuor dell'aura morta à più pure, a più serene visioni,_ deve guardare il sc;>cia: lismcì, con · affinata coscienza d"ella sua missione. È un Qompito a-lto, ma solo in alto si vive, si re.spira, si vi'11ee.' LÌONJllLLO G1OMMI, . · .L'en_orme a,ur!:_lentodelle spese ~i,_ r~legattira, e di po- . sta - ,d1ventato assolutamente pro1b1tivo - ci ha fatto sopprimere_ il- servizi{), che. faèevam'o '°òlèntieri gli a-Itri anni ai" nostri abbonati, di copertina e di rilegatura. delie ani;iate che ·ci spedivano. • . Per i pochi.che tuttavia '10 ne fecero richiea.ta o ci ma1idliroriò l'annata 1921, .avvertiamo che la rilegatura . (comp:eso il rit?rno del volnm.~.• ~osta ogg-i L. 6.50, e,la s·empl_10e_ cope.rt111a L. 3, cl\.e c1 rimborsano a mala pena, del co;,to.· . . · · RIGAMON.T! GrqSEPPE 1 g_erenf~ 1:esponsabile.· _ Treviglio 1922 - TIPOGRAFXA SOCIALE~.

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