Critica Sociale - anno XXXI - n. 6 - 16-31 marzo 1921

CRITICA SOCIALE 95 gazionu, la Bondfield, ha dovuto constatarlo in una sua visita ad un villaggio nelle vicinanze di Mosca, nel quale la 8CUola mancava di ogni e qualsiasi materiale didattico; e questa mancanza, a detta degli stessi maestri, è comune a tutLe le scuole dei villiiggi. Il Buxton ricorda come anche in Ozero fosse stato istituito, nel 1918, un • Comitato dei contadini poveri., in conformità. di un decreto che istituiva tali Comitati in ogni villaggio, con incarico di effettuare certe speciali requisizioni, ma, sopratutto, per impedire che il Soviet locale fosse dominato dai contadini e ricchi•· Il Comitato di Ozero, composto di 40 membri e di una presidenza di 3 persone, venne eletto, per alzata di mano, dall'assem– blea di villaggio, in base ad una lista di candidati, letta dal presidente e discussa dall'assemblea. Ma il Comitato non • comprese il proprio compito• e, dopo pochi mesi, fu sciolto e sostituito dal Soviet normale. Il Buxton raccolse anche notizie sulle varie forme di cooperative agricole, per quanto non ne esistessero nel villaggio. e Soviet agricoli•, • Comuni agrari• 1 • Ar– tels •: 1ueste tre forme di imprese colletti ve agricole ri– cevono l'aiuto diretto del Commissariato dell'agricoltura. Il • Soviet agricolo • è gestito direl tamente dalle auto– rità governative; il • Comune agrario, è una stretta as– sociazione di pvche iamiglie, con UI!.acasa comune e con la proprietà indivi~. I contadini sarebbero molto ostili a questa seconda forma di eonduzione in comune della terra, che essi, come si è detto, considerano in certo modo un'istituzitme atea, anche perchè pensano che l'es– ser membri di questi • Comuni agrari• significhi essere nello stesso tempo soci del Partito comunista. Oli • Ar– tels • rappresentano invece un compromesso. Essi con– stano di un numero considerevole di membri, i quali hanno ciascuno la propria casa, le proprie scorte e i pro– pri attrezzi e lavorano ciascuno per conto proprio, pur vivendo insieme nella colonia e avendo parte nell'• Ar– te!•. L' cArtel • acquista però capitale per proprio conto ed estende gradualmente:la propria opera, come un'im– presa cooperativa gestita in comune da tutti i propri membri. Le conclusioni della delegazione. La delegazione inglese - che nella sua relazione, e nei documenti allegati alla medesima, tratta anche della famiglia, della donna nel Partito comunista, dei trasporti, dell'igiene pubblica, dell'istruzione - riassume i risul– tati della sua interessante inchiesta in queste obiettive e ponderate conclusioni, e Varie questìdiJi di grande'·importanza si affacciano naturalmente alla Commiseione, e cioè: se le diverse mi– sure adott~te dal Partito comunista siano state o no necessarie; se gli ~tessi risultati si sarebbero potuti ot– tenere con mezzi meno violenti; se una forma più de– mocratica di Governo non sarebbe stata attuabile; se, infine, la rivoluzione russa possa servire da modello ad altri paesi e, in questo caso, sotto quale rispetto. Su queste questioni le opini•oni divergono grandemente e non intendiamo risolverle. Noi desideriamo soltanto rilavare, come elemento esl!enziale per la comprPnsione dèlla ri• voluzione russa, le condizioni eccezionali nelle quali essa è stata fatta e si va svolgendo. e La Russia é un vasto paese, potenzialmente ricco, ma economicamente in uno stato arretrato. Il suo popolo consisteva, prima della rivoluzione, di contadini-proprie– tari che ue costituivano la g1·ande maggioranza, di pro– letari urbani, di una borghesia poco numerosa e di una classe anche più esigua di grandi capitalisti, nettamente distinti dal resto della popolazione. La lotta dei partiti joteca Gino Bianco politici è sempre stata caratterizzata dalla SU"- estrema violenza. I capi attuali sono uomini che hanno sofferto ogni sorta di oppressioni e sono stati abituati per anni a contare solo sci se stessi. • In queste condizioni e con questa storia, la Russia è stata precipitata in una guerra continua di sei anni, bloccata e segregata dal mondo, invasa d'ogni parte da truppe straniere,. costretta a fare gli sforzi più disperati per domare la cospirazione e la guerra civile nel suo stesso territorio. La catastrofe economica e le misure restrittive della libertà sono dovute almeno altrettanto n. queste cause e al generale depauperamento e al!a con– dizione di sospetto e di dispernzione che dette cause a– vrebbero prodotto in ogni caso, che ai tumulti e all'odio reciproco prodotti dalla stessa rivoluzione. e Che, in queste condizioni, la Russia potesse essere governata in maniera diversa e che, in particolare, i metodi normali della democr~zia potesoero funzionare, è questo un problema sul quale noi non ci seutiamo com· petenti ad emettere un giudizio. Ciò che sappiamo è che ness~n'altra possibile alternativa, all'infuori di un ritorno virtuale all'autocrazia, ci è stato suggerito; chll un Go– verno •forte• è l'unico tipo di Governo che la Russia ha finora conosciuto; che gli oppositori del Governo dei Soviety, quando erano al potere nel 1917, esercitarono a loro volta repressioni contro i Comunisti. • Tali le condizioni e le peculiarità, l'atmosfera ar– dente e rivoluzionaria che devono essere tenute presenti in qualsiasi critica della rivoluzione russa, e ancor pit1 in ogni tentativo di applicarne gli Ìnsegnamenti ad altri paesi. • La rivoluzione russa non ha avuto una vita facile. Non possiamo dire se, in condizioni normali, questo par– ticolare esperimento socialist8." sarebb~ stato un successo o un insuccesso. Le condizioni sono state tali che avreb– b-ero reso il compito di una trasformazione sociale stra– ordinariamente difficile, chiunque l'avesse tentata e qua– lunque fossero stati i mezzi adottati. Non possiamo di– menticare che la responsabilità di queste condizioni determinate dall'intervento straniero spetta non già ai rivoluzionarj russi, ma ai Governi capitalistici degli altri paesi, !JOmpreso quello inglese. • Queste conclusioni, notavo! i per la loro serena obiet– tività, hanno tanto maggior valor.e in quanto della de– legazione operaia inglese fAcevano parte persone delle piÌl di verse tendenze politiche del Partito del Lavoro e delle Trade Unioni; e sono 8tate firmate anche da due membri della delegazione autonoma del • Partito indi• pendente del lavoro. • Fausto Pagllari. Per cura del Comitato della }'razione di concentra– zione socialista è uscito, col titolo Indirizzo del Partito e_ Rapporti [OD la 3a Internazionale un opuscolo contenente una chiara e piana illustrazione della mozione votata al Convegno di Reggio Emilia del 10-11 Ottobre 1920. Consigliamo a tutti i nostri amici di leggerlo e dif– fonderlo. 11 prezzo è di cent. 40. Per ordinazioni superiori allo 25 copie sconto del 15 °/ 0 ; per quelle superiori alle 100 sconto del 25 °lo• Indirizzare ordinazioni ed importo al Comitato della Frazione di concentrazione socialista, via S. Giovanni in Conca, 4, Milano.

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