Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

306 CRITICA SOOIALE ,, loro diritto di essere i soli giudici dei mezzi migliori e più efficaci e più tempestivi per raggiungere i fini comuni, e, segnatamente, per tentare le estreme azioni risolutrici della lotta di classe. I « punti » di Mosca non possono essere le nuove leggi mosaiche di una dominazione quasi ieratica. Troppo è il divario tra il nostro ambiente e quello nel quale furono procla– mati, con troppo superficiale e poc9 autorizzato con– traddittorio. L'Oriente non è l'Occidente: I metodi che si attagliano dove non è tradizione di libertà e di esame critico personale, non si adattano a quelli dove il pro– letariato ha del marxismo coltivato s0pratutto l'idea di cc coscienza >> e per tanti e tanti anni fu particolarmente , addestrato a intendere i rapporti tra le classi con cri– terio diretto ad esprimere nei modi più democratici la ·propria volontà nelle grandi assemblee delle sQe orga– nizzazioni politiche ed economiche. Se ora sotto le in– fluenze moscovite e per venire incontro alle 'vedute moscovite, dentro al partito socialista italiano si -va profilando un movimento. di reazione tendente a sop– primere il potere delle assemblee, cioè della democra– zia diretta, per investirne surrettiziamente i delegati, ossia si vien preparando a1,1dacemente lo stringimento dei freni e la dittatura dei messi del" partito sul par– tito, i vecchi e nuovi socialisti, per i quali socialismo è libertà e libertà. è socialismo, si dovevano trovare tutti' in linea a denunziare il pericolo ed a preparare le difese. • _ La mozione approvata a Reggio sopra proposta dei compagni Baldesi e D'Aragona, dopo aver proclamata l'unità e la disciplina del partito, nel libero esame e nel contrasto fecondo delle tendenze, dopo aver reso omaggio al nome del partito, ai suoi spiriti ed obbiet– tivi eminentemente educatori, ed aver rivendicato il buon lavoro quotidiano di tanti anni ·per la propa– ganda, l'organizzazione e l'educazione so_cialista, ha ·determinato insieme, inequivocamente, e l'adesione alla Terza Internazionale e le guarentigie che addì– manda l'adesione stessa alle tesi di Mosca per la li– bertà, la spontaneità ·e il maggior valore storico ,dei singoli partiti confederati. L'ossessiva univocità della violenza, di cui pure nessun marxista rinunzia apriori– sticamente all'uso, in ore estreme e per superare estreme resistenze non altrfmenti superabili - i mar– xisti non furono mai tolstoiani - deriva dall'errore di generalizzare teoreticamente un particolare mo-, mento storico, ùna necessità · contingen.te che si im– ·pose ai compagn( russi, e praticamente perviene a ne– gare i momenti storici e le necessità contingenti di ·tutti gli altri. ·Infatti, dire che tutto· il mondo dopo la guerra è entr!lto nel periodo rivoluzionario non· implica che tutto il mondo sia presto a rifare esattamente quello che hanno fatto i Russi. O noi disperiamo del- . -1 'Internazionale socialista o noi dovremo riconoscere che il proletariato inglese vi· arriverà itttraverso una rivoluzione di tutt'altro stampo di quello bolscevico. ·L'idea dell'accentramento, dell 'uni.fofmità non è fatta per capire in menti tenacemente insulari, per i quali l'autonomia è inseparabile dt1,lconcetto di socialismo. Ed è poi compi•utamente vano sognare il --socialismo internazionale costituito fuori e contro il proletariato - britannico, perchè la fine della talassocrazia inglese è · pensabile soltanto nella spontaneità dell'union6\ del proletariato inglese col proletariato del mondo intero, in modi conformi alla sua natur.a, ai suoi istinti, alla .sua forma mentis. Dappertutto la pre~ di potere da p11,rte del proletadato non potrà che rispondere ai . Bjblioteca Gino Bianco modi particolari di essere .dei rapporti tra le classi; dappertutto è augurabile cl;Je l'evoluzione propriamen– te politica secondi l'evoluzione propriamente econo– mica della società verso il collettivismo. Il potere po– litico sarà tanto più saldo in mano dei socialisti quanto più le cose saranno prossime alla maturazione socia– lista; allora il potere non sarà più affatto violento, o quasi. Tuttavia i socialisti, i quali sanno come la storia sia seminata di imprevisti, possono e debbono consi– derare il caso che, assai prima di una anche mediocre– mente sufficiente preparazione dì istituti sindacali e cooperativi, diventi f)OSsibile ed utile - non fosse che per scongiurare iatture supreme - che essi assumano 11 potere nello Stato. Ed essi al gravissimo cimento debbono tenersi spiritualmente pronti con uomini adat– ti, e c9n programmi misurati alla attuabilità ed alla convenienza proletaria delle cose. Irt questo conc~to dovrebbero, in fondo, convenire anche quei massima– listi che si djchiarano ... grad;ualisti per il domani ,della rivoluzione sociale e che ricordano e ripetono le pa– role di Lenin, che il comunismo impiegherà in Russia cento anni ancora prima di realizza·rsi compiutamente. L'Italia presenta agli osservatori una prospettiva assai prossima per l'assalto dei socialisti al potere, ma rton per l'espropriazione subito totale, violçmta della bor– ghesia. A quest'ultimo postulato mette un ostacolo in– superabile· la dipendenza economica del nostro Paese dalle Potenze detentrici del grano, del carbone, del ferro, del cotone, ecc., di tutte le materie prime che ci abbisognano per vivere, come per fabbricare i ma– nufatti di scambio e per coltivare razionalmente ed in– tensivamente la terra; al primo, cioè alla .presa socia– lista del potere con programma gradualista, tale osta– colo non c'è, e quindi è tanto p'iù spediente che i so- cialisti si tengano vigilanti. · Cosl hannd visto e deciso intorno aLmetodo i con– venuti a Reggio, specolando sulle fortune prossime del partito e del Paese. Il convegno n9n era, non po– teva essere una cospirazione. Il tempo delle cospira– zioni è tramontato. A nessuno poteva venire in mente di risuscitarlo a Reggio, per mettere in un ordine del giorno,un complottp rivoluzionario. Neppure l'ono– _revole Modigliani, c_heassegna in tempo -più determi– nato un compito pi'ù ·concreto alla fatale conquista del potere politico, non ad altro mirava· che a, suscitare i dormienti mentre si addensano le nubi foriere di tem– pesta : ,la chiusura delle fabbriçhe, la disoccupazione, l'ulteriore rincaro delle cose e il rinvilìo della moneta, le istigazioni nazionaliste, e ,mentre più preme ai so– cialisti di prendere· in loro mani il potere esecutivo per e:,ercitarlq, in politica· estera, nel senso della più rapida fine dei contrasti nazionalisti e della radicale revisione di Versailles col riconoscimento aperto della. Russia, e in politica interna, in modo da-· togliere ai militari la lusinga di adoperaflo contro il proletariato. Un tema di meditazione·_ non ascetica, ma pratica; non -trascendentale, ma immanente alle circostanze per rispondere alla assillante domanda : ·Quid agen– dum.? Un_ evento èhe si libra néll 'aria, portando la chravetta dell'enimma dell'imminente fato ... Intese la borghesia la netta posizione in cui si -pO:. .neva la nostra fr-azione in èospetto del prossimo av– venire? Comprese che nulla. aveva essa da sperare da noi contro il partito e il proletariato? La stampa non · nascose il suo corruccio e negò'. ai convenuti d! Reggio il coraggio, la coerenza e la franchezza. Ottimainen~. . Egli era tempo cne · smettesse di pensare che la con-

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