Critica Sociale - anno XXX - n. 14 - 16-31 luglio 1920

\ / Critica S(Jciale .. filVISr.fl. (JUIN1JJCINALE 1JEL SOCI.f/LISM(J . Nel Regno: Anno L. 20 - Semestre L, 10 Ali' Estero: .Anno L. 22,50 • DIREZIONE : Milano PorticiGalleria~ 23 - AMMINISTRAZIONE: Vi~ Omenopi, 4 - Milano AnnoXXX - N. 14 Numero sèparato Lire UNA Il Milano 16-31 luglio 1920 SÒMMARIO' Politica ed Attualità, Il pdmo voto (CLAUDIO TREVEs). Voèi d'alla1·me: per la salvezza del Partito, per l'avve·nfre del Socia– lismo (Avv. ALESSANDRO TtaABOSCRI e la C. S ). Il Consiglio .Nazionale del Lavoro (f. t. e on. MAnto ÀBBIATE). Studi economici e sociologici. Complici dell'inazione socialista; 'Replica al prof, Griziotti (Ing, Eo, GENIO RIGNAMO), Primum -vivere, deinde philosophar"i ! (ALuo TEDESCHI e IL Vxce:). La socializzazione del sottosuolo (U1otBERTo D1ANOR1 e IL V1cm). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali, CiO che si stampa: Filippo Turati "Rifare l'Italia."; ·là. "L'Ora.rio di Lavoro delle Otto or& , (SuTOR), IL PRIMO VOTO Ìl Ministero Giolitti ha avuto alla Camera un voto quasi plebiscitario da ·,parte dei partiti costi– tuzionali, tale da ricordare le famose maggioranze dei tempi della sua dittatura nel preguerra e du– rante la guerra.,, libica! Piace alla borghesia affi– darsi al salvatore, al restauratore in una dedizione umile e ammirativa, L'on. Giolitti è l'uomo dal ·pugno forte, dalla parola senza in-certezza, che dis– sipa via i dubbi e ie esitazioni. La borghesia respi– ra soddisfatta. Tutte le incognite del domani, il de/icit spaventoso, la disoccup,azione senza sfogo emigratorio, il malcontento delle masse! l'avvil(– mento della moneta, .Ja pace che non viene mai, la mancanza delle materie prime, ecc., si sciolgono nella attesa fiduciosa, quasi superstiziosa, della po– tenza taumaturgica dell'uomo, La fidùcia è all'uomo e va oltre il suo programma. Volentieri i Circoli borghesi riconoscono che il progr::imma tecnica– mente non c'è; che gli spedienti fiscali saranno di scarso rendimento•; che essi sono tali da mettere il Fisco contro l'economia, ossia perchè viva lo Stato ammazzano la Nazione; che la politica estera è oscura e reticente, ehe la ripresa di tutti i rapporti eon la Russia e l'indipendenza della Albania non significano nulla se non in funzione della questione adriatica, la quale si tiene stolidamente sospesa, varco aperto a tutti i pericoli di guerra ed a tutti gli in$Opportabili dispendi di un'occupazione mili– tare che, direttamente e per traverso, a mezzo Millo o a mezzo D'Annunzio, assomma il patto di Lon– dra e Fiume, fa crescere le illusioni di tutti i grup– pi italici ,dell'altra sponda, nell'attesa della inizia– tiva jugo-slava per la ripresa delle trattative sospese a Pallanza per ragioni che furono affatto estrin– seche alle trattative swsse, e determina la rinascita del nazionalismo e deil'imperialismo, che -l'esito della guerra aveva annientati! Ma con tutte queste riserve di tecnica politica la ~orghesia spasima di gioia eotto il Ministero giolit- Bianco tiano e ciascun Deputalo - dopo aver tartassato a sfoggio di dottrina e di indipendenza spirituale i disegni di legge _p~oposti - è fiero_ di_co_nclude:e che, se l'on, G101Ittimet.terà la quest10ne d1 fiducia politica su- di essi, egli- li vqterà con trasporto. La j\Iag~io~anza, dunque, c'è, e formidabile - ma _c'è, a cosi dire, dall'interno all'esterno, per la_coesione sotto la comune dittatura. Altro giudizio vien da dire se la cosa si considera '"dall'esterno all'interno, nell'intrinseco della compagine ministeriale. Allora l'arLifizro e l'incoerenza e perfin la contraddizione ai principi fondamentali del regime' parlamentare bal– zano evidenti. L'on. Giolitti premise: « Noi siamo un'accolta d'uomini venuti da parti diverse e_ci sia– mo uniti per l'attuazione di alcuni punti essenziali per la conservazione dello· Stato, per la ristaura– zione delJa sua finanza, senza di cui è 'il fallimento. Raggiunto quest'obbiettivo, ciascuno riprenderà la propria strada». Non è semplice, non è persuasivo 9,uesto ragionamento_? Sl, lo è; ma forsè lo è troppo. E un ragionamento che suppone che la vita di uno· Stato si possa concentrare in alcuni p1mti e sospen– dere su tutti gli altri. Ossia che basti la concordia su alcun-e questioni per determinare un'armonia •di indirizzo su tutte le necessità che ci stanno sòpra, eliminando con atto di volontà tutte le allre questio– ni su cui la concordia non è possibile, Ora ciò è utopistico; ciò è una violenza alla natura delle cose, E la natura compressa si vendica con scoppi di tempesta. Si consideri, per -esempio, quello che è avvenuto agìi Uffici della Camera sul progetto di legge per lo sciogliment0 del matrimonio pr,esentaLo dagli on. Lazzari e Marangoni. È stata una violenta solle– vazione della_Maggioranza contro il Centro, E' stata anche un'esplosione di insofferente antipatia di tut– to il partito liberale-democratico contro il partito popolare! Otto su nove ·uffici approvarono il di– vorzio! Era facile prevederlo. I cattolici con la loro in– transigenza elettorale hanno liberato i conservatori e i democratici, ehe non hanno più nulla da sperare da quella e tutto da paventare dalla loro con– correnza sfrenata. Alla prima occasione i liberali hanno mostrato di accorg,ersene e l'hanno rlato ad intendere. La piattaforma era eccellente, oltre ogni nostra consuetudine di pensiero, Nella nostra iner– zia pensante noi continuavamo a ritenere che il « divorzio » fosse una accademica bega anticleri– cale, _buona per far arrabbiare i preti, ma senza conseguenze. No.i stessi pensayamo- che il divorzio fosse un corollario del matrimonio borghese, inte– ressante, dopo tutto, alcune migliaia di per:<one, le quali, del resto, trovavano il modo di accomodarsi benis,:irno, anche senza di quell'espediente, mentre là gran massa proletaria vi era più che aliena, estraqea. II proletariato, dicevamo; vive izià in • libere unioni, cui presiede esclusivamente l'affetto, e non si interessa ornai, nonchè del divorzio, nep– pur del matrimonio legale.,, Ma su tutte queste idee, che erano giuste nelle· condizioni precedenti, è pas-

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