Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920
- 196 CRITICASOOIALE anche dei nostri più estremi estremi&tj, che even– tualmente potrebbero anche essere l'ànc0ra di sal– vezza per quel tanto di regime. borghese, che è giu– sto debba per un certo tempo sopravvivere nella zo– na del trapass:i s,torico. Qu-esta incoerEmz.a formale è Ja .prova che siamo vivi; che la for1nul,a -ci serve ma non ci opprime; che sappiamo distinguere, e che non confondiamo quella ,che $arebbe collaborazione v,era e proprie. di partiti e di ,classi, Pfil'i-colosa in dati momenti, spe– ci,almente pericolosu per i più deboli, da quella che -è ,coinci<lema ,o comunione inevitabile di interessi vitali, insuperabile in qualunque -convivenza ,soci.aie; che nel nostro programma effettivo - quello che erompe nell'azione I.a quale è la grande pacificatri– ce delle tendenze 1 - abbiamo l'oggi e il domani, l'oggi per il domani, il -domani per l'oggi. Certo non è ,più, oggi, la ormai arcaica distinzio– ne del programma minìmo e del programma mas– simo, come .si concepiva una volta, -che era un ipo' una concezione -cattoli,ca, forse più del ve,cchio che ,del nuovo c~ltolicismo; di qui I.a terra, con le sue miserie che si tratta di attenuare, e, nell 'a! di là, il paradiso, sia pure terr,estre. Oggim.ai, pel precipi– tare degli e·,enti e pei tempi mutati, l'oggi si fonde sempr-e più ~el domani, e il domani nell'oggi. · Perciò si parla, non da n,oi soltanto, di periodo rivoluzionario, di crisi di regime: di regime politi– co, di regime' soci.aie. Molti di voi ripetono oggi, e di molti credo in l;>uoni-ssima fede, ohe molto biso– gnerà çonce-dere per non perdere tutto, p.er mante– nere I.a compagine sociale; dico I.a compagine, non dico 1'atlt~ale compagine; per conservare ciò che è degno di -essere conservato, ci6 che è necessario ai supposti eredi del domani; per non precipitare in– somma nell'anarchia, che è un ,po' la _,gorella, un po' la figli.a. del ,capitalismo, e che sta in diametrale an– lagonis•rno teorico, che è la negazione in termini, del Sociali,;mo. ' Molti senton'o fra voi che ciò che siamo usi chfa– mare l'ordinaria amminisitrazione, non basta più. Lo sehtì l'onorevole Nitti 1 che si ribellò, almeno ide.almente-;--al trattato di Versailles che era (e dico che era, pe1,chè si ·può -forse cominciare a parlarne al passato ·prossimo) il ca.pitalism9, nella sua più crn– da espressione, app]i.cato ali.a politica intemazionale, era la rp.ace cli guerra, così come il capitalismo, al– l'interno e all'estero, è sempre J.a guerra _,anche in, tempo di pac,e. L'onorevole Nitti prese d.ai socialisti le principali dire,ttive della sua politica estera; forse avrebbe prese da essi .ancne molte direttive nella politic,a interna, se i socialisti gliele avessero -offerte. E più volte preluse .all'inevitabile, all'augurabile avvento di un ·Governo lil!bur,ista in Italia. Ma l'azione, sopratutto nella politica interna, fu imp,ari, forse per aoerbità di oasi ,e -di tempi, alla fede ,professata; e ne venne le. sua f.at.ale cadt,ta. Così è tornato l'onorevole Giolitti, il cui ritorno a quei banchi sembra l'~pilogo solenne di un vasto dramma, non soltanto suo person.al- e, ma nazionale e storico, e_tr.as-cende di gran lunga l'importanza di uno dei_ consueti avvicendamenti. ministeri.ali. È tornato l'onorevole Giolitti, preconizzato da Francesco <::ri~pi, com,e tutti ricordano, l'ultimo mi– nistro della monarchia (Commenti), ritenuto da mol– ti - sé ne scrive e se ne parl.a ogni giomo - l'ul- BibliotecaGino Bianco tim{l risorsa, l'ultima carta su cui la borghesia ita• liana ·possa ancora puntare; come, insomma, l'ttltima salvezza. (Commenti). Lo sarà ver;mente? È ciò che vedremo alla prov.a. Ma dopo di lui molti vedono il buio, il nulla, l'a– bisso. Questo dopo è per molti terrificante. (Com- 1~nti). A!,tri, dopo di lui, intravvedono l'alba; e cia– scuno si sogna• l ',alba eh~ più gli conviene. Certo è che la Monarchia, in questo crollar\') fragoroso di tro- l ni e di dominazioni, non parve mai meno salda di oJ:'laanche in Italia. E ,più si invoca il potere forte, il Governo innovatore, ,e più i vostri Governi oppaio– no imbellf, impotenti, impotenti persino a contene– re le ribellioni d·ei loro dipendenti, di quei funzio– nari ali.a cui fedeltà, al cuì lee.lismo, ieri l'altro l'onurevoJ.ç Gi~litti dirigeva un appello -disperato. E più si carezz,.a il Socialismo, e più esso rilutta e vi sfugge. L'ora della espiazione. Ora qui accade di ricordare una frase <li Cle.wdio TI'ev~s, che chiuse un suo mirabile recente discorso. Nel quale il mio amico analizzò la gronde tragedia de!l 'ora, e a questa ..!:_ràgetUapolle il nome: « Espia-. zione ». Espiazione, egli intese, della borghe.,,ia, ,che volle l:a guerra, che vinse la guerra, che non seippe e non · sa darci I.a p,aoe. Eppure, amico Treves, l'espiazione non ·è solo della bÒrghesia: è di tutta la Nazione, è di tutto il Mondo, (App•rouazioni al Centro e a Destra). Treves lo intravi,de. Noi viyiam,o - egli disse in so– stanza, ~ noi viviamo in questo .paradosso: la bor– ghesia, in questo momento, non è ,più capa-ce di reg– gere il potere; il proletariaito non è ancora pronto a riceverne la successione. Così Tr'Cves ,chiuse il suo discorso; ma così non si ~hiu~e la storia, Anzi, la storia non si chiude. (Bene!) Essa non proòede rp,er scene, ,per ,atti, per quadri: essa non spegne i suoi lumi. all'ora prefissa del ,coprifuoco. Il mondo deve vivere, l,a scena del mondo, non ha siparii. L'hiatus, che Treves ad:aitò, era un trnpo letter.ario: nella real– tà esso dev 1 colmarsi. Come? da -chi? Se la borghesia è abdicataria, se il proletariato non è pronto, se il mondo e la civiltà debbono pur vivere, bisognérà ,pure, 'a._ dispetto di tutti i precon– cetti, che quaLcuno o qualche cosa assume. la g,e– stione sociale: qualcuno che non può più essere la borghesia qual.e fu, che non può -ancor.a èssere · il , prol.etariato qu.ale sarà, che deve essere qualche, -cosa di mezzo fra proletariato e borghesia, che deve es– sere un potere, una forza, ,che anticipi in qualche moào l'avvento del pro1etarLato, che prolunghi in qualche modo~il- dominio dell,a borghesia, fino al punto di sai-datura, ,che sarà anche il punto- -della scissione. Or.a io penso ,che questa forza sarà il Partuto So– cialista, reso dalle. necessità delle cose più p,l,astico, e forz.qto ad .allearsi non dirò con partiti borghesi - in realtà qi:..ali partiti sornuotano, dopo tanta con– centrazione?! - ma a forze borghesi, ad elementi borghesi, a tecnici, •a.esperti, dtsposti a servire con lealtà il Proletariato e il Socialismo. Penso ,che questo si vedrà più presto che altri non creda: ma il mestiere del profeta è il più d.a.n– nato dei mestieri. Al postutto poco importa sapere chi sarà il pr91,agonist.a dell'imminente domani; im-
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